Since 2018, among advanced economies, particularly within the European Union and the United States, there has been an acceleration in the development of investment screening systems based on the principle of national security protection. Foreign Direct investment (FDI) control mechanisms are tools that allow governments to review and, if necessary, block the implementation of foreign investments implemented in their territories, due to a specific threat to national security and public order. However, within domestic legal frameworks, there is no strict definition of the boundaries of national security protection, which results in great flexibility in defining the regulations that establish such mechanisms and creates a heterogeneous range of screening systems worldwide. For this reason, considering the transition of the international order towards a multipolar framework, this work analyzes how various economic and foreign policy interests influence the definition of investment screening systems in advanced economies. Through a comparative analysis of the legal frameworks of the investment screening systems in France, Germany, Italy, the United States, and the EU framework established by the European Union, this dissertation highlights how the different definitions of laws supporting control mechanisms reflect the varying needs and interests of the governments of the countries under examination. In all the analyzed control mechanisms, there is a convergence in the expansion of the sectoral scope, including not only defense industry-related activities but also those essential for safeguarding the control of critical infrastructure and technologies, as well as for maintaining the country’s supply capabilities, as critical to national security. The substantial difference between European screening systems and the United States control mechanism lies in the fact that the latter has a particular focus on all foreign investments that could threaten the United States’ technological and industrial leadership in key sectors of commercial and financial rivalry with Beijing. In this perspective, through the amendment introduced by FIRRMA, the U.S. legal framework highlights that all foreign investments originating from countries of "particular interest" are eligible for review, allowing the executive power to filter investments based on their country of origin. In contrast, the screening systems of France, Germany, and Italy, despite some differences regarding the types of reviewable investments, converge in basing their control mechanisms on protecting their economic systems from technology transfer to third countries, aiming to limit the productivity crisis of their industrial systems, which has been ongoing for years. In light of these elements, the paper emphasizes that investment screening systems can be defined both as a tool of foreign policy and industrial policy, with the aim of limiting a state's vulnerabilities within an international order increasingly governed by the securitization of economic interdependencies.

A partire dal 2018, tra le economie avanzate, e in particolare in Unione Europea e negli Stati Uniti, si è registrata un’accelerazione nello sviluppo dei sistemi di investment screening basati sul principio di tutela della sicurezza nazionale. I meccanismi di controllo sugli investimenti diretti esteri in entrata sono degli strumenti che consentono ai governi degli Stati di revisionare e eventualmente bloccare l’attuazione di un investimento straniero sul proprio territorio in ragione di una particolare minaccia per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico del Paese. Tuttavia, all’interno dei framework giuridici domestici, non è presente una definizione stringente di quali siano i confini della tutela della sicurezza nazionale, producendo una grande flessibilità nella definizione delle norme che istituiscono tali meccanismi e producendo uno spettro eterogeneo di sistemi di screening in tutto il mondo. Per tale motivo, alla luce della transizione dell’ordine internazionale verso un assetto multipolare, questo elaborato analizza come i vari interessi economici e di politica estera influenzano la definizione dei sistemi di investment screening delle economie avanzate. Attraverso l’analisi comparativa dei framework giuridici dei sistemi di investment screening di Francia, Germania, Italia, Stati Uniti e del framework comunitario istituito dall’Unione Europea, l’elaborato mette in luce come la differente definizione delle leggi a supporto dei meccanismi di controllo riflette differenti necessità ed interessi dei governi degli Stati in esame. In tutti i meccanismi di controllo analizzati si registra una convergenza nell’espansione settoriale del raggio d’azione, includendo come settori critici per la sicurezza nazionale non solo le attività legate all’industria della difesa, ma anche le attività fondamentali per la tutela del controllo delle infrastrutture e delle tecnologie critiche e per il mantenimento delle capacità di approvvigionamento del paese. La differenza sostanziale tra i sistemi di screening europei e il meccanismo di controllo statunitense risiede nel fatto che quest’ultimo ha un particolare focus su tutti gli investimenti esteri che possono minacciare la leadership tecnologica e produttiva degli Stati Uniti nei settori centrali della rivalità commerciale e finanziaria con Pechino. In questa prospettiva, attraverso l’emendamento prodotto dal FIRRMA, il framework giuridico americano evidenzia come eleggibili al processo di revisione tutti gli investimenti esteri che provengono da Stati di “particolare interesse”, permettendo al potere esecutivo di attuare un filtro sugli investimenti in base al paese di provenienza. Al contrario, i sistemi di screening di Francia, Germania e Italia, nonostante alcune differenze relative alla tipologia di investimenti revisionabili, convergono nel basare i propri meccanismi di controllo sulla protezione dei propri sistemi economici dal trasferimento tecnologico verso paesi terzi, al fine di limitare la crisi di produttività dei propri sistemi industriali, in atto ormai da anni. Alla luce di questi elementi, l'elaborato evidenzia come i sistemi di investment screening siano definibili allo stesso tempo come uno strumento di politica estera e di politica industriale, avente l’obiettivo di limitare le vulnerabilità di uno Stato all’interno di un ordine internazionale sempre più governato dalla matrice della securitizzazione delle interdipendenze economiche.

Analisi comparativa dei sistemi di Investment Screening nelle economie occidentali: il ruolo della sicurezza nazionale nella definizione dei meccanismi di controllo.

SUCCIO, LORENZO
2023/2024

Abstract

A partire dal 2018, tra le economie avanzate, e in particolare in Unione Europea e negli Stati Uniti, si è registrata un’accelerazione nello sviluppo dei sistemi di investment screening basati sul principio di tutela della sicurezza nazionale. I meccanismi di controllo sugli investimenti diretti esteri in entrata sono degli strumenti che consentono ai governi degli Stati di revisionare e eventualmente bloccare l’attuazione di un investimento straniero sul proprio territorio in ragione di una particolare minaccia per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico del Paese. Tuttavia, all’interno dei framework giuridici domestici, non è presente una definizione stringente di quali siano i confini della tutela della sicurezza nazionale, producendo una grande flessibilità nella definizione delle norme che istituiscono tali meccanismi e producendo uno spettro eterogeneo di sistemi di screening in tutto il mondo. Per tale motivo, alla luce della transizione dell’ordine internazionale verso un assetto multipolare, questo elaborato analizza come i vari interessi economici e di politica estera influenzano la definizione dei sistemi di investment screening delle economie avanzate. Attraverso l’analisi comparativa dei framework giuridici dei sistemi di investment screening di Francia, Germania, Italia, Stati Uniti e del framework comunitario istituito dall’Unione Europea, l’elaborato mette in luce come la differente definizione delle leggi a supporto dei meccanismi di controllo riflette differenti necessità ed interessi dei governi degli Stati in esame. In tutti i meccanismi di controllo analizzati si registra una convergenza nell’espansione settoriale del raggio d’azione, includendo come settori critici per la sicurezza nazionale non solo le attività legate all’industria della difesa, ma anche le attività fondamentali per la tutela del controllo delle infrastrutture e delle tecnologie critiche e per il mantenimento delle capacità di approvvigionamento del paese. La differenza sostanziale tra i sistemi di screening europei e il meccanismo di controllo statunitense risiede nel fatto che quest’ultimo ha un particolare focus su tutti gli investimenti esteri che possono minacciare la leadership tecnologica e produttiva degli Stati Uniti nei settori centrali della rivalità commerciale e finanziaria con Pechino. In questa prospettiva, attraverso l’emendamento prodotto dal FIRRMA, il framework giuridico americano evidenzia come eleggibili al processo di revisione tutti gli investimenti esteri che provengono da Stati di “particolare interesse”, permettendo al potere esecutivo di attuare un filtro sugli investimenti in base al paese di provenienza. Al contrario, i sistemi di screening di Francia, Germania e Italia, nonostante alcune differenze relative alla tipologia di investimenti revisionabili, convergono nel basare i propri meccanismi di controllo sulla protezione dei propri sistemi economici dal trasferimento tecnologico verso paesi terzi, al fine di limitare la crisi di produttività dei propri sistemi industriali, in atto ormai da anni. Alla luce di questi elementi, l'elaborato evidenzia come i sistemi di investment screening siano definibili allo stesso tempo come uno strumento di politica estera e di politica industriale, avente l’obiettivo di limitare le vulnerabilità di uno Stato all’interno di un ordine internazionale sempre più governato dalla matrice della securitizzazione delle interdipendenze economiche.
Comparative analysis of Investment Screening systems in Western economies: the role of National Interests in shaping control mechanisms
Since 2018, among advanced economies, particularly within the European Union and the United States, there has been an acceleration in the development of investment screening systems based on the principle of national security protection. Foreign Direct investment (FDI) control mechanisms are tools that allow governments to review and, if necessary, block the implementation of foreign investments implemented in their territories, due to a specific threat to national security and public order. However, within domestic legal frameworks, there is no strict definition of the boundaries of national security protection, which results in great flexibility in defining the regulations that establish such mechanisms and creates a heterogeneous range of screening systems worldwide. For this reason, considering the transition of the international order towards a multipolar framework, this work analyzes how various economic and foreign policy interests influence the definition of investment screening systems in advanced economies. Through a comparative analysis of the legal frameworks of the investment screening systems in France, Germany, Italy, the United States, and the EU framework established by the European Union, this dissertation highlights how the different definitions of laws supporting control mechanisms reflect the varying needs and interests of the governments of the countries under examination. In all the analyzed control mechanisms, there is a convergence in the expansion of the sectoral scope, including not only defense industry-related activities but also those essential for safeguarding the control of critical infrastructure and technologies, as well as for maintaining the country’s supply capabilities, as critical to national security. The substantial difference between European screening systems and the United States control mechanism lies in the fact that the latter has a particular focus on all foreign investments that could threaten the United States’ technological and industrial leadership in key sectors of commercial and financial rivalry with Beijing. In this perspective, through the amendment introduced by FIRRMA, the U.S. legal framework highlights that all foreign investments originating from countries of "particular interest" are eligible for review, allowing the executive power to filter investments based on their country of origin. In contrast, the screening systems of France, Germany, and Italy, despite some differences regarding the types of reviewable investments, converge in basing their control mechanisms on protecting their economic systems from technology transfer to third countries, aiming to limit the productivity crisis of their industrial systems, which has been ongoing for years. In light of these elements, the paper emphasizes that investment screening systems can be defined both as a tool of foreign policy and industrial policy, with the aim of limiting a state's vulnerabilities within an international order increasingly governed by the securitization of economic interdependencies.
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