This paper analyzes the effectiveness of Gender Equality Certification as a tool to reduce gender inequalities in the Italian labor market. Despite legislative progress, the gender gap persists in multiple forms, ranging from occupational and wage segregation to the underrepresentation of women in managerial positions. The certification was introduced to encourage companies to adopt fairer practices; however, its actual effectiveness is still debated: does it serve as a real driver of change or merely a formal compliance measure? The initial analysis aimed to compare certified and non-certified companies on a national scale, but the lack of an operational information system, as mandated by regulations, made it impossible to access comprehensive official data. To address this issue, the research relied on alternative sources: the questionnaire promoted by the Regional Gender Equality Advisor of Piedmont as part of the 4EGE project and the analysis of the Report on Workforce Composition in metalworking companies in Turin, conducted through an internship at FIOM CGIL Turin. Although company participation was limited, these tools helped highlight both good practices and critical issues in the certification process and gender equality policies. The findings show that Gender Equality Certification is a positive initiative but remains insufficient to significantly reduce inequalities in the labor market. Its limited adoption (only 1.03% of Italian companies are certified), voluntary nature, weaknesses in key indicators, and lack of effective monitoring reduce its impact. To enhance its effectiveness, it would be necessary to integrate the certification with mandatory structural policies, improve transparency and public oversight, and strengthen monitoring and sanction mechanisms. Only a systemic approach can ensure real and lasting change in the fight against gender inequalities in the workplace.

Il presente elaborato analizza l’efficacia della Certificazione per la Parità di Genere come strumento per ridurre le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro italiano. Nonostante i progressi normativi, il divario di genere persiste in molteplici forme, dalla segregazione occupazionale e salariale alla scarsa presenza femminile nei ruoli dirigenziali. La certificazione è stata introdotta per incentivare le imprese ad adottare pratiche più eque, tuttavia, la sua reale efficacia è ancora dibattuta: rappresenta un effettivo motore di cambiamento o un mero adempimento formale? L’analisi iniziale prevedeva il confronto tra imprese certificate e non certificate su scala nazionale, ma la mancanza del sistema informativo istituito dalla normativa ha reso impossibile l’accesso a dati ufficiali completi. Per ovviare a questa criticità, la ricerca si è basata su dati alternativi: il questionario promosso dalla Consigliera di Parità regionale del Piemonte nell’ambito del progetto 4EGE e l’analisi del Rapporto sulla Situazione del Personale nelle aziende metalmeccaniche torinesi, condotta grazie al tirocinio presso FIOM CGIL di Torino. Sebbene la partecipazione delle aziende sia stata limitata, questi strumenti hanno permesso di evidenziare buone pratiche e criticità nella certificazione e nelle politiche di parità di genere. I risultati mostrano come la Certificazione per la Parità di Genere rappresenti un'iniziativa positiva, ma ancora insufficiente per ridurre in modo significativo le disuguaglianze nel mercato del lavoro. La sua scarsa diffusione (solo l’1,03% delle aziende italiane è certificato), il carattere volontario, la debolezza di alcuni indicatori chiave e la mancanza di un monitoraggio efficace ne limitano l’impatto. Per rafforzarne l’efficacia, sarebbe necessario integrare la certificazione con politiche strutturali obbligatorie, migliorare la trasparenza e il controllo pubblico e potenziare i meccanismi di monitoraggio e sanzione. Solo un approccio sistemico potrà garantire un cambiamento reale e duraturo nella lotta alle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro.

Certificazione per la parità di genere: un passo avanti o un alibi normativo?

BOSSARD, MAGALÍ
2023/2024

Abstract

Il presente elaborato analizza l’efficacia della Certificazione per la Parità di Genere come strumento per ridurre le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro italiano. Nonostante i progressi normativi, il divario di genere persiste in molteplici forme, dalla segregazione occupazionale e salariale alla scarsa presenza femminile nei ruoli dirigenziali. La certificazione è stata introdotta per incentivare le imprese ad adottare pratiche più eque, tuttavia, la sua reale efficacia è ancora dibattuta: rappresenta un effettivo motore di cambiamento o un mero adempimento formale? L’analisi iniziale prevedeva il confronto tra imprese certificate e non certificate su scala nazionale, ma la mancanza del sistema informativo istituito dalla normativa ha reso impossibile l’accesso a dati ufficiali completi. Per ovviare a questa criticità, la ricerca si è basata su dati alternativi: il questionario promosso dalla Consigliera di Parità regionale del Piemonte nell’ambito del progetto 4EGE e l’analisi del Rapporto sulla Situazione del Personale nelle aziende metalmeccaniche torinesi, condotta grazie al tirocinio presso FIOM CGIL di Torino. Sebbene la partecipazione delle aziende sia stata limitata, questi strumenti hanno permesso di evidenziare buone pratiche e criticità nella certificazione e nelle politiche di parità di genere. I risultati mostrano come la Certificazione per la Parità di Genere rappresenti un'iniziativa positiva, ma ancora insufficiente per ridurre in modo significativo le disuguaglianze nel mercato del lavoro. La sua scarsa diffusione (solo l’1,03% delle aziende italiane è certificato), il carattere volontario, la debolezza di alcuni indicatori chiave e la mancanza di un monitoraggio efficace ne limitano l’impatto. Per rafforzarne l’efficacia, sarebbe necessario integrare la certificazione con politiche strutturali obbligatorie, migliorare la trasparenza e il controllo pubblico e potenziare i meccanismi di monitoraggio e sanzione. Solo un approccio sistemico potrà garantire un cambiamento reale e duraturo nella lotta alle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro.
Gender Equality Certification: A Genuine Step Forward or a Legal Alibi?
This paper analyzes the effectiveness of Gender Equality Certification as a tool to reduce gender inequalities in the Italian labor market. Despite legislative progress, the gender gap persists in multiple forms, ranging from occupational and wage segregation to the underrepresentation of women in managerial positions. The certification was introduced to encourage companies to adopt fairer practices; however, its actual effectiveness is still debated: does it serve as a real driver of change or merely a formal compliance measure? The initial analysis aimed to compare certified and non-certified companies on a national scale, but the lack of an operational information system, as mandated by regulations, made it impossible to access comprehensive official data. To address this issue, the research relied on alternative sources: the questionnaire promoted by the Regional Gender Equality Advisor of Piedmont as part of the 4EGE project and the analysis of the Report on Workforce Composition in metalworking companies in Turin, conducted through an internship at FIOM CGIL Turin. Although company participation was limited, these tools helped highlight both good practices and critical issues in the certification process and gender equality policies. The findings show that Gender Equality Certification is a positive initiative but remains insufficient to significantly reduce inequalities in the labor market. Its limited adoption (only 1.03% of Italian companies are certified), voluntary nature, weaknesses in key indicators, and lack of effective monitoring reduce its impact. To enhance its effectiveness, it would be necessary to integrate the certification with mandatory structural policies, improve transparency and public oversight, and strengthen monitoring and sanction mechanisms. Only a systemic approach can ensure real and lasting change in the fight against gender inequalities in the workplace.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/162752