Goodwill represents a key element in corporate accounting, especially in the context of mergers and acquisitions, as it reflects the intangible value generated by a company beyond its identifiable tangible and intangible assets. Its accounting treatment varies significantly depending on the regulatory framework adopted, with important implications for the financial representation of companies. This thesis analyzes the accounting treatment of goodwill according to two distinct regulatory approaches: the Italian national accounting principles (OIC) and the international standards (IFRS). IFRS provide for an impairment test-based model, which requires a periodic verification of the recoverability of goodwill without systematic amortization. In contrast, OIC require the amortization of goodwill over a defined period, with the application of an impairment test only when there are indicators of a permanent loss of value. These differences affect the transparency of financial statements and the perception of companies' financial soundness. Through an empirical analysis conducted on a sample of Italian companies, this research examines the incidence of goodwill in financial statements and its impact on profitability. The results show that IFRS companies tend to maintain higher levels of goodwill compared to OIC companies, exposing themselves to potential sudden impairments and greater volatility in financial results. On the other hand, OIC companies progressively reduce the value of goodwill through amortization, ensuring greater stability in financial statements but with the risk of a less accurate representation of the actual goodwill value.
Il goodwill rappresenta un elemento chiave nella contabilità aziendale, specialmente nel contesto delle operazioni di fusione e acquisizione, in quanto riflette il valore intangibile generato da un’impresa oltre le sue attività materiali e immateriali identificabili. La sua contabilizzazione varia significativamente a seconda del framework normativo adottato, con importanti implicazioni sulla rappresentazione finanziaria delle imprese. Questa tesi analizza il trattamento contabile del goodwill secondo due approcci normativi distinti: i principi contabili nazionali italiani (OIC) e gli standard internazionali (IFRS). Gli IFRS prevedono un modello basato sull’impairment test, che richiede una verifica periodica della recuperabilità del goodwill senza un ammortamento sistematico. Al contrario, gli OIC impongono l’ammortamento dell’avviamento su un periodo definito, con l’eventuale applicazione di un impairment test solo in presenza di indicatori di perdita durevole di valore. Queste differenze incidono sulla trasparenza dei bilanci e sulla percezione della solidità finanziaria delle imprese. Attraverso un’analisi empirica condotta su un campione di aziende italiane, questa ricerca esamina l’incidenza del goodwill nei bilanci aziendali e il suo impatto sulla redditività. I risultati mostrano che le imprese IFRS tendono a mantenere livelli di goodwill più elevati rispetto a quelle OIC, esponendosi a possibili svalutazioni improvvise e a una maggiore volatilità nei risultati finanziari. Le imprese OIC, invece, riducono progressivamente il valore del goodwill attraverso l’ammortamento, garantendo una maggiore stabilità nei bilanci, ma con il rischio di una rappresentazione meno accurata del valore effettivo dell’avviamento.
La rilevazione e la valutazione del goodwill tra ammortamento e impairment test. Un'analisi empirica
HU, ZHONG YAN CHIARA
2023/2024
Abstract
Il goodwill rappresenta un elemento chiave nella contabilità aziendale, specialmente nel contesto delle operazioni di fusione e acquisizione, in quanto riflette il valore intangibile generato da un’impresa oltre le sue attività materiali e immateriali identificabili. La sua contabilizzazione varia significativamente a seconda del framework normativo adottato, con importanti implicazioni sulla rappresentazione finanziaria delle imprese. Questa tesi analizza il trattamento contabile del goodwill secondo due approcci normativi distinti: i principi contabili nazionali italiani (OIC) e gli standard internazionali (IFRS). Gli IFRS prevedono un modello basato sull’impairment test, che richiede una verifica periodica della recuperabilità del goodwill senza un ammortamento sistematico. Al contrario, gli OIC impongono l’ammortamento dell’avviamento su un periodo definito, con l’eventuale applicazione di un impairment test solo in presenza di indicatori di perdita durevole di valore. Queste differenze incidono sulla trasparenza dei bilanci e sulla percezione della solidità finanziaria delle imprese. Attraverso un’analisi empirica condotta su un campione di aziende italiane, questa ricerca esamina l’incidenza del goodwill nei bilanci aziendali e il suo impatto sulla redditività. I risultati mostrano che le imprese IFRS tendono a mantenere livelli di goodwill più elevati rispetto a quelle OIC, esponendosi a possibili svalutazioni improvvise e a una maggiore volatilità nei risultati finanziari. Le imprese OIC, invece, riducono progressivamente il valore del goodwill attraverso l’ammortamento, garantendo una maggiore stabilità nei bilanci, ma con il rischio di una rappresentazione meno accurata del valore effettivo dell’avviamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/162721