This research aims to analyze the organizational processes and everyday resistance practices implemented by Qom women in two neighborhoods of Rosario, Argentina. Starting with a historical reconstruction of the forced migrations of the Qom people from their ancestral territories to urban contexts, the study examines how these communities currently face forms of structural violence and racism that marginalize them both in national narratives and urban spaces. The analysis focuses on the living conditions in the neighborhoods of Travesía and Barrio Toba, marked by structural precariousness affecting various aspects of life, and the issue of ethnic and territorial stigma affecting the inhabitants of these settlements. Following this contextualization, with a close look at daily life, the study examines the organizational processes and political practices “from below” adopted by some Qom women in order to resist and respond to the marginalization and oppression they experience. These practices are rooted in an identity mobilisation that positions them as Indigenous women and residents of popular neighborhoods. Through a constant dialogue between their cosmovision and indigenist policies, these women reclaim their traditional role as protectors and "cuidadoras," reinterpreting it and politically mobilizing. This process has led to a transcendence of the domestic sphere and a gradual entry into public and political spaces, where these women advocate for community and collective issues. Special attention is given to the leadership trajectories of certain Qom leaders and the creation of community spaces such as "comedores," "merenderos," and after-school programs, which serve as collective forms of resistance to structural deficiencies. Finally, the research investigates how many of these claims and organizational processes stem from a politicization of their socio-economic condition, offering analytical insights aligned with the paradigms of the right to the city and the right to housing. In conclusion, the research highlights how Qom women in the Rosario context contribute to expanding the concept of "the political" through forms of community action and innovative positioning. Their experiences provide significant insights into understanding politics “from below” and claims for the right to the city, demonstrating the transformative potential of everyday resistance practices.

La presente ricerca si propone di analizzare i processi organizzativi e le pratiche quotidiane di resistenza messe in atto da alcune donne qom all’interno di due quartieri della città di Rosario, Argentina. Partendo da una ricostruzione storica delle migrazioni forzate del pueblo qom dai loro territori ancestrali verso contesti urbani, lo studio esamina come queste comunità affrontino oggi forme di violenza e razzismo strutturale, che le relegano ai margini sia della narrazione nazionale sia del territorio urbano. L’analisi si concentra sulle condizioni di vita all’interno dei quartieri Travesía e Barrio Toba, segnate da un contesto di precarietà strutturale che incide su diversi ambiti, e sulla questione dello stigma etnico e territoriale che colpisce gli abitanti di tali insediamenti. Dopo tale contestualizzazione, con uno sguardo al quotidiano, vengono esaminati i processi organizzativi e le forme di politica dal basso attuate da alcune donne qom per resistere e rispondere alla marginalità e all’oppressione vissute. Tali pratiche si articolano a partire da una mobilitazione identitaria che le posiziona come donne indigene e residenti di quartieri popolari. In un dialogo costante tra la propria cosmovisione e le politiche indigeniste, queste donne rivendicano il proprio ruolo tradizionale come protettrici e “cuidadoras”, reinterpretandolo e mobilitandosi politicamente. Tale processo ha portato ad una trascendenza dell’ambito domestico e un progressivo ingresso nello spazio pubblico e politico, nel quale queste donne portano avanti istanze comunitarie e collettive. Particolare attenzione è riservata alle traiettorie di liderazgo di alcune referenti qom e alla creazione di spazi comunitari, come “comedores”, “merenderos” e doposcuola, che rappresentano forme di resistenza collettiva alle carenze strutturali. Infine, la ricerca indaga come molte rivendicazioni e processi organizzativi partano da una politicizzazione della propria condizione socio-economica, offrendo chiavi di lettura in linea con i paradigmi del diritto alla città e all’abitare. In conclusione, la ricerca evidenzia come le donne qom nel contesto rosarino contribuiscono ad ampliare il concetto di “politico”, attraverso forme di azione comunitaria e posizionamenti innovativi. Le loro esperienze offrono un contributo significativo alla comprensione delle politiche dal basso e delle rivendicazioni per il diritto alla città, dimostrando il potenziale trasformativo delle pratiche di resistenza quotidiana.

Resistere ai margini. Cuidado comunitario, liderazgo e processi organizzativi delle donne qom a Rosario

GALLONE, FRANCESCA
2023/2024

Abstract

La presente ricerca si propone di analizzare i processi organizzativi e le pratiche quotidiane di resistenza messe in atto da alcune donne qom all’interno di due quartieri della città di Rosario, Argentina. Partendo da una ricostruzione storica delle migrazioni forzate del pueblo qom dai loro territori ancestrali verso contesti urbani, lo studio esamina come queste comunità affrontino oggi forme di violenza e razzismo strutturale, che le relegano ai margini sia della narrazione nazionale sia del territorio urbano. L’analisi si concentra sulle condizioni di vita all’interno dei quartieri Travesía e Barrio Toba, segnate da un contesto di precarietà strutturale che incide su diversi ambiti, e sulla questione dello stigma etnico e territoriale che colpisce gli abitanti di tali insediamenti. Dopo tale contestualizzazione, con uno sguardo al quotidiano, vengono esaminati i processi organizzativi e le forme di politica dal basso attuate da alcune donne qom per resistere e rispondere alla marginalità e all’oppressione vissute. Tali pratiche si articolano a partire da una mobilitazione identitaria che le posiziona come donne indigene e residenti di quartieri popolari. In un dialogo costante tra la propria cosmovisione e le politiche indigeniste, queste donne rivendicano il proprio ruolo tradizionale come protettrici e “cuidadoras”, reinterpretandolo e mobilitandosi politicamente. Tale processo ha portato ad una trascendenza dell’ambito domestico e un progressivo ingresso nello spazio pubblico e politico, nel quale queste donne portano avanti istanze comunitarie e collettive. Particolare attenzione è riservata alle traiettorie di liderazgo di alcune referenti qom e alla creazione di spazi comunitari, come “comedores”, “merenderos” e doposcuola, che rappresentano forme di resistenza collettiva alle carenze strutturali. Infine, la ricerca indaga come molte rivendicazioni e processi organizzativi partano da una politicizzazione della propria condizione socio-economica, offrendo chiavi di lettura in linea con i paradigmi del diritto alla città e all’abitare. In conclusione, la ricerca evidenzia come le donne qom nel contesto rosarino contribuiscono ad ampliare il concetto di “politico”, attraverso forme di azione comunitaria e posizionamenti innovativi. Le loro esperienze offrono un contributo significativo alla comprensione delle politiche dal basso e delle rivendicazioni per il diritto alla città, dimostrando il potenziale trasformativo delle pratiche di resistenza quotidiana.
Resisting the margins. Community care, leadership and organizational processes of Qom women in Rosario
This research aims to analyze the organizational processes and everyday resistance practices implemented by Qom women in two neighborhoods of Rosario, Argentina. Starting with a historical reconstruction of the forced migrations of the Qom people from their ancestral territories to urban contexts, the study examines how these communities currently face forms of structural violence and racism that marginalize them both in national narratives and urban spaces. The analysis focuses on the living conditions in the neighborhoods of Travesía and Barrio Toba, marked by structural precariousness affecting various aspects of life, and the issue of ethnic and territorial stigma affecting the inhabitants of these settlements. Following this contextualization, with a close look at daily life, the study examines the organizational processes and political practices “from below” adopted by some Qom women in order to resist and respond to the marginalization and oppression they experience. These practices are rooted in an identity mobilisation that positions them as Indigenous women and residents of popular neighborhoods. Through a constant dialogue between their cosmovision and indigenist policies, these women reclaim their traditional role as protectors and "cuidadoras," reinterpreting it and politically mobilizing. This process has led to a transcendence of the domestic sphere and a gradual entry into public and political spaces, where these women advocate for community and collective issues. Special attention is given to the leadership trajectories of certain Qom leaders and the creation of community spaces such as "comedores," "merenderos," and after-school programs, which serve as collective forms of resistance to structural deficiencies. Finally, the research investigates how many of these claims and organizational processes stem from a politicization of their socio-economic condition, offering analytical insights aligned with the paradigms of the right to the city and the right to housing. In conclusion, the research highlights how Qom women in the Rosario context contribute to expanding the concept of "the political" through forms of community action and innovative positioning. Their experiences provide significant insights into understanding politics “from below” and claims for the right to the city, demonstrating the transformative potential of everyday resistance practices.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/162657