The following paper explores from an anthropological perspective the worlds of comedy and particularly stand-up comedy conducted by racialized people. Joking about what is different from a constructed “We” is a natural tendency of human beings, who have always created stereotypes to describe and create images of the “Other.” Nonetheless, it also involves the risk of generalizing such representation onto the group, often considered internally homogeneous. This process is particularly relevant in cases where these human groups are considered minorities and composed of racialized people, who may be subjected to an often erroneous and denigrating media and popular representation. The starting questions that this research aims to answer concern the role of comedy in the transmission of content about racism and xenophobia: can laughing at stereotypes about the “Other” benefit their deconstruction or is it a way of perpetuating negative images about minorities? Are there specific comedic techniques that allow for the effective overturning of stereotypes? What are they? Beginning with the biological analysis of laughter and a study of humor as a communicative style of discourse and performance, the following thesis aims to explore the social implications and comic techniques of humor conducted by minority people. A consideration of the concept of ethnicity and the expression “Ethnic Humor” is proposed: even though the term is now unused, it is of relevance in theoretical research on humor generated in contexts of systemic inequality. The world of stand-up comedy, with its history and special techniques, is then explored, before addressing the current Italian case of Nathan Kiboba. This performer, who emigrated from the Congo and is now a popular comedian in Italy, proves to be an interesting example for this research: through the analysis of several of his jokes, it is shown that making comedy about one's own experiences of racialization is not always effective, because it is necessary not only to laugh at the falsity of stereotypes, but it is essential to reverse their function and show the plurality of the community represented.
Il seguente elaborato esplora in chiave antropologica i mondi della comicità e in particolare della stand-up comedy condotte da persone razzializzate. Scherzare su ciò che è diverso da un “Noi” costruito è una tendenza naturale degli essere umani, che da sempre hanno creato stereotipi per descrivere e creare immagini dell’”Altro”. Ciononostante, essa implica anche il rischio di generalizzare tale rappresentazione sull’interità del gruppo spesso considerato internamente omogeneo. Questo processo è particolarmente rilevante nei casi in cui questi gruppi umani sono considerati minoranze e composti da persone razzializzate, che possono subire una rappresentazione mediatica e popolare spesso erronea e denigrante. Gli interrogativi di partenza a cui questa ricerca si propone di rispondere riguardano il ruolo della comicità nella trasmissione di contenuti sul razzismo e sulla xenofobia: ridere degli stereotipi sull’”Altro” può favorire la loro decostruzione o rappresenta un metodo per perpetuare immagini negative sulle minoranze? Esistono delle tecniche comiche specifiche che permettono un efficace ribaltamento degli stereotipi? Quali sono? A partire dall’analisi biologica della risata e da uno studio sullo humor in quanto stile comunicativo di discorso e di performance, la seguente tesi si propone di approfondire le implicazioni sociali e le tecniche comiche dell’umorismo condotto da persone che appartengono a una minoranza. Si propone una riflessione sul concetto di etnia e sull’espressione “Ethnic Humor”, ormai non più utilizzata ma di rilevanza nella ricerca teorica sull’umorismo generato in contesti di disparità sistemica. Viene poi approfondito il mondo della stand-up comedy, con la sua storia e le sue tecniche speciali, prima di affrontare il caso italiano di Nathan Kiboba. Questo performer, emigrato dal Congo e ora popolare comico in Italia, si rivela un interessante esempio per questa ricerca: attraverso l’analisi di varie sue battute, si dimostra che fare comicità sulle proprie esperienze di razzializzazione non è sempre efficace, perché risulta necessario non solo ridere della falsità degli stereotipi, ma è soprattutto fondamentale invertirne la funzione e mostrare la pluralità della comunità rappresentata.
COMICITÀ RAZZISTA? Un'analisi antropologica sulla Stand Up Comedy delle persone razzializzate in Italia
MANFREDINI, EMMA
2023/2024
Abstract
Il seguente elaborato esplora in chiave antropologica i mondi della comicità e in particolare della stand-up comedy condotte da persone razzializzate. Scherzare su ciò che è diverso da un “Noi” costruito è una tendenza naturale degli essere umani, che da sempre hanno creato stereotipi per descrivere e creare immagini dell’”Altro”. Ciononostante, essa implica anche il rischio di generalizzare tale rappresentazione sull’interità del gruppo spesso considerato internamente omogeneo. Questo processo è particolarmente rilevante nei casi in cui questi gruppi umani sono considerati minoranze e composti da persone razzializzate, che possono subire una rappresentazione mediatica e popolare spesso erronea e denigrante. Gli interrogativi di partenza a cui questa ricerca si propone di rispondere riguardano il ruolo della comicità nella trasmissione di contenuti sul razzismo e sulla xenofobia: ridere degli stereotipi sull’”Altro” può favorire la loro decostruzione o rappresenta un metodo per perpetuare immagini negative sulle minoranze? Esistono delle tecniche comiche specifiche che permettono un efficace ribaltamento degli stereotipi? Quali sono? A partire dall’analisi biologica della risata e da uno studio sullo humor in quanto stile comunicativo di discorso e di performance, la seguente tesi si propone di approfondire le implicazioni sociali e le tecniche comiche dell’umorismo condotto da persone che appartengono a una minoranza. Si propone una riflessione sul concetto di etnia e sull’espressione “Ethnic Humor”, ormai non più utilizzata ma di rilevanza nella ricerca teorica sull’umorismo generato in contesti di disparità sistemica. Viene poi approfondito il mondo della stand-up comedy, con la sua storia e le sue tecniche speciali, prima di affrontare il caso italiano di Nathan Kiboba. Questo performer, emigrato dal Congo e ora popolare comico in Italia, si rivela un interessante esempio per questa ricerca: attraverso l’analisi di varie sue battute, si dimostra che fare comicità sulle proprie esperienze di razzializzazione non è sempre efficace, perché risulta necessario non solo ridere della falsità degli stereotipi, ma è soprattutto fondamentale invertirne la funzione e mostrare la pluralità della comunità rappresentata.File | Dimensione | Formato | |
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