Few topics are as prone to dangerous misunderstandings as fundamentalisms, whose “Western-centric” perspective typically denies their political nature, reducing them to violent acts of religious origin. Far away from the sensationalist perspective of the arena of journalism, fundamentalisms are multilayered phenomena, which require an approach aimed at systematically unveiling the different layers of analysis. They aim to religiously orient a society by exploiting the return to the authenticity of the religious message, sincere response of the believer against the crisis of identity threatened by the uncertainties of modernization. Fundamentalisms reveal an ambivalent stance towards modernity, utilizing its tools while rejecting its premises. They often survive caught between two souls, united by the shared desire of reshaping society: from above through a violent approach, typical of the religious vanguards; from below by investing in social engagement, not excluding tactical alliances with political components willing to sacrifice the purity of their religious beliefs. Islamic fundamentalism fully embodies the dichotomy, caught between the bottom-up Islamist dimension and the top-down Salafist approach. The Salafist dimension is, therefore, only one layer of analysis and, in some respects, it is even secondary in importance compared to the social and political nature of the motivations that shaped the history of Arab and Islamic populations, from the Napoleonic occupation of Ottoman Egypt in 1798 to the more recent developments following the Arab Spring of 2011. Yet, ideology has always played a crucial role, providing perfect coverage for political activism and serving as a powerful tool for mass propaganda. The oversimplification of contemporary events and the “so, what’s the answer?” approach – typical of modern ideological nihilism – affect indeed young Muslims, who join politicized Islamic parties. Modernization and, later, globalization primarily spread Holy Ignorance: it is possible to argue that fundamentalist Islamic message has been artfully tailored to fit contingent political needs. The diffusion is far from harmless: in its most extreme manifestations, it is the root of a violent clash of “ignorances”, rather than a Clash of Civilizations. The dissertation moves in a twofold direction. On the one hand, it tries to explain how Salafism, in parallel with Islamism, has evolved throughout the history of Arab-Islamic societies. On the other hand, it examines how Salafism, embedded in the social discourse as a reaction to Western advance, contributed in a spectacular way to the political experience of Muslim states, with a specific focus on the case of Tunisia.

Pochi argomenti si prestano a pericolosi fraintendimenti come i fondamentalismi, a cui la visione “occidento-centrica” nega generalmente una natura politica, relegandoli a violenti atti di matrice religiosa. Lontano dalla prospettiva sensazionalistica dell’arena mediatica, i fondamentalismi sono fenomeni multistrato, che richiedono un approccio volto a rivelare sistematicamente i diversi livelli di indagine. Essi mirano a orientare religiosamente una società strumentalizzando il ritorno all’autenticità del messaggio religioso, risposta sincera del credente alla crisi di identità minacciata dalle incertezze della modernizzazione. I fondamentalismi si rivelano ambivalenti nei confronti della modernità, della quale usano gli strumenti ma rifiutano le premesse. Essi sopravvivono spesso intrappolati fra due anime, accomunate dalla volontà di modificare la società: dall’alto, con un approccio tipicamente violento proprio delle avanguardie religiose; dal basso investendo sul sociale, non escludendo alleanze tattiche con componenti politiche disponibili a sacrificare la purezza del proprio credo religioso. Il fondamentalismo islamico vive appieno questa dicotomia, intrappolato tra l’anima islamista dal basso e quella salafita dall’alto. L’anima salafita è pertanto solo uno dei livelli di indagine e, per certi versi, essa è persino secondaria in importanza rispetto alla natura sociale e politica delle motivazioni che hanno contraddistinto la storia delle popolazioni arabe e islamiche, dall’occupazione napoleonica dell’Egitto ottomano nel 1798 alle più recenti evoluzioni conseguenti alle Primavere arabe del 2011. E pur tuttavia, l’ideologia ha sempre svolto un ruolo cruciale, fornendo una perfetta copertura all’attivismo politico e agendo quale potente strumento di propaganda delle masse. L’eccessiva semplificazione dell’attualità e l’approccio del “quindi, qual è la risposta?” – tipico del nichilismo ideologico moderno – caratterizzano invero anche i giovani musulmani, che si uniscono ai partiti politicizzati in senso islamico. La modernizzazione e, successivamente, la globalizzazione hanno diffuso prima di tutto una santa ignoranza, che permette di sfumare il significato religioso per addivenire a un mero orizzonte di senso. È possibile sostenere che il messaggio islamico fondamentalista sia stato così artatamente modificato per attagliarlo alle necessità politiche contingenti. Tale diffusione non è inoffensiva: nella più estrema delle sue manifestazioni, essa è la causa del violento scontro di ignoranze, piuttosto che dello scontro di civiltà. L’elaborato si muove in una duplice direzione. Da un lato cerca di spiegare come il salafismo, in parallelo rispetto all’islamismo, si sia evoluto nella storia dei popoli arabo-islamici. Dall’altro analizza come esso, inserito nel discorso sociale in reazione all’avanzata occidentale, abbia contribuito in maniera spettacolare all’esperienza politica degli Stati musulmani, analizzando il caso della Tunisia.

Salafismo Politico: Un fondamentalismo alla conquista della Sfera Pubblica in Tunisia

CANNIZZARO, MATTIA
2023/2024

Abstract

Pochi argomenti si prestano a pericolosi fraintendimenti come i fondamentalismi, a cui la visione “occidento-centrica” nega generalmente una natura politica, relegandoli a violenti atti di matrice religiosa. Lontano dalla prospettiva sensazionalistica dell’arena mediatica, i fondamentalismi sono fenomeni multistrato, che richiedono un approccio volto a rivelare sistematicamente i diversi livelli di indagine. Essi mirano a orientare religiosamente una società strumentalizzando il ritorno all’autenticità del messaggio religioso, risposta sincera del credente alla crisi di identità minacciata dalle incertezze della modernizzazione. I fondamentalismi si rivelano ambivalenti nei confronti della modernità, della quale usano gli strumenti ma rifiutano le premesse. Essi sopravvivono spesso intrappolati fra due anime, accomunate dalla volontà di modificare la società: dall’alto, con un approccio tipicamente violento proprio delle avanguardie religiose; dal basso investendo sul sociale, non escludendo alleanze tattiche con componenti politiche disponibili a sacrificare la purezza del proprio credo religioso. Il fondamentalismo islamico vive appieno questa dicotomia, intrappolato tra l’anima islamista dal basso e quella salafita dall’alto. L’anima salafita è pertanto solo uno dei livelli di indagine e, per certi versi, essa è persino secondaria in importanza rispetto alla natura sociale e politica delle motivazioni che hanno contraddistinto la storia delle popolazioni arabe e islamiche, dall’occupazione napoleonica dell’Egitto ottomano nel 1798 alle più recenti evoluzioni conseguenti alle Primavere arabe del 2011. E pur tuttavia, l’ideologia ha sempre svolto un ruolo cruciale, fornendo una perfetta copertura all’attivismo politico e agendo quale potente strumento di propaganda delle masse. L’eccessiva semplificazione dell’attualità e l’approccio del “quindi, qual è la risposta?” – tipico del nichilismo ideologico moderno – caratterizzano invero anche i giovani musulmani, che si uniscono ai partiti politicizzati in senso islamico. La modernizzazione e, successivamente, la globalizzazione hanno diffuso prima di tutto una santa ignoranza, che permette di sfumare il significato religioso per addivenire a un mero orizzonte di senso. È possibile sostenere che il messaggio islamico fondamentalista sia stato così artatamente modificato per attagliarlo alle necessità politiche contingenti. Tale diffusione non è inoffensiva: nella più estrema delle sue manifestazioni, essa è la causa del violento scontro di ignoranze, piuttosto che dello scontro di civiltà. L’elaborato si muove in una duplice direzione. Da un lato cerca di spiegare come il salafismo, in parallelo rispetto all’islamismo, si sia evoluto nella storia dei popoli arabo-islamici. Dall’altro analizza come esso, inserito nel discorso sociale in reazione all’avanzata occidentale, abbia contribuito in maniera spettacolare all’esperienza politica degli Stati musulmani, analizzando il caso della Tunisia.
Political Salafism: A Fundamentalism conquering the Public Sphere in Tunisia
Few topics are as prone to dangerous misunderstandings as fundamentalisms, whose “Western-centric” perspective typically denies their political nature, reducing them to violent acts of religious origin. Far away from the sensationalist perspective of the arena of journalism, fundamentalisms are multilayered phenomena, which require an approach aimed at systematically unveiling the different layers of analysis. They aim to religiously orient a society by exploiting the return to the authenticity of the religious message, sincere response of the believer against the crisis of identity threatened by the uncertainties of modernization. Fundamentalisms reveal an ambivalent stance towards modernity, utilizing its tools while rejecting its premises. They often survive caught between two souls, united by the shared desire of reshaping society: from above through a violent approach, typical of the religious vanguards; from below by investing in social engagement, not excluding tactical alliances with political components willing to sacrifice the purity of their religious beliefs. Islamic fundamentalism fully embodies the dichotomy, caught between the bottom-up Islamist dimension and the top-down Salafist approach. The Salafist dimension is, therefore, only one layer of analysis and, in some respects, it is even secondary in importance compared to the social and political nature of the motivations that shaped the history of Arab and Islamic populations, from the Napoleonic occupation of Ottoman Egypt in 1798 to the more recent developments following the Arab Spring of 2011. Yet, ideology has always played a crucial role, providing perfect coverage for political activism and serving as a powerful tool for mass propaganda. The oversimplification of contemporary events and the “so, what’s the answer?” approach – typical of modern ideological nihilism – affect indeed young Muslims, who join politicized Islamic parties. Modernization and, later, globalization primarily spread Holy Ignorance: it is possible to argue that fundamentalist Islamic message has been artfully tailored to fit contingent political needs. The diffusion is far from harmless: in its most extreme manifestations, it is the root of a violent clash of “ignorances”, rather than a Clash of Civilizations. The dissertation moves in a twofold direction. On the one hand, it tries to explain how Salafism, in parallel with Islamism, has evolved throughout the history of Arab-Islamic societies. On the other hand, it examines how Salafism, embedded in the social discourse as a reaction to Western advance, contributed in a spectacular way to the political experience of Muslim states, with a specific focus on the case of Tunisia.
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Descrizione: Tesi di Laurea Magistrale. Mattia Cannizzaro matricola 875483
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/162625