This dissertation examines China’s distinctive approach to multilateralism through the lens of the Shanghai Cooperation Organisation (SCO), analyzing how Beijing has shaped the organization to reflect its vision of global governance. By integrating theoretical analysis with an empirical case study, this research assesses the extent to which China’s multilateral engagement within the SCO constitutes an alternative model to Western-led governance frameworks. The study is guided by two central questions: (1) How does China's participation in the SCO demonstrate its distinctive approach to multilateralism, incorporating specific Chinese characteristics? (2) In what ways does China's interpretation and practice of multilateralism differ from Western perspectives, and how does this contribute to shaping the current international order? The findings reveal that China has developed a multilateral framework that operates outside the Western-centric model, emphasizing sovereignty, non-interference, and economic pragmatism. Unlike Western institutions, which often condition cooperation on political and ideological alignment, the SCO provides a flexible platform for member states to collaborate while preserving their national autonomy. This approach aligns with China’s broader vision of a multipolar world order, promoting partnership over hierarchy and cooperation over confrontation. The research contributes to the academic debate by applying Ruggie’s concept of qualitative multilateralism to China’s engagement in the SCO, demonstrating how Beijing selectively incorporates diffuse reciprocity and shared principles while maintaining strategic flexibility. The case study further reveals that China’s multilateralism challenges traditional liberal institutionalist frameworks by prioritizing economic incentives over political conditionality, consensus over binding commitments, and regional stability over deep institutionalization. The expansion of the SCO, with Iran (2023) and Belarus (2024) joining as full members, indicates that China’s alternative multilateral model is gaining legitimacy among states seeking strategic autonomy from Western-led governance structures. However, internal challenges—such as Russia’s strategic calculations, India-Pakistan rivalries, and diverging priorities among member states—raise questions about the long-term stability of the organization. Ultimately, this dissertation argues that China’s engagement in multilateralism is not merely about participating in global institutions but actively shaping an alternative global governance system. China is positioning the organization as a blueprint for multilateralism with Chinese characteristics by embedding pragmatism, economic cooperation, and sovereignty-first principles within the SCO. The findings suggest that the SCO is not just an experiment but a precedent, one that will continue to reshape global governance dynamics in an era of rising multipolarity.

Questa tesi analizza il modello di multilateralismo con caratteristiche cinesi attraverso il caso della Shanghai Cooperation Organisation (SCO), esaminando come la Cina abbia plasmato l’organizzazione per riflettere la sua visione della governance globale. Integrando un’analisi teorica con un caso empirico, la ricerca valuta in che misura l’approccio cinese al multilateralismo rappresenti un modello alternativo rispetto ai quadri istituzionali occidentali. Lo studio si basa su due domande centrali: (1) In che modo la partecipazione della Cina alla SCO dimostra il suo approccio distintivo al multilateralismo, incorporando specifiche caratteristiche cinesi? (2) In che misura l’interpretazione e la pratica del multilateralismo da parte della Cina differiscono dalle prospettive occidentali e come questo contribuisce a ridefinire l’ordine internazionale attuale? I risultati mostrano che la Cina ha sviluppato un quadro multilaterale autonomo rispetto al modello occidentale, fondato su sovranità, non interferenza e pragmatismo economico. A differenza delle istituzioni occidentali, che spesso vincolano la cooperazione a criteri politici e ideologici, la SCO offre una piattaforma flessibile, in cui gli stati membri possono collaborare preservando la propria autonomia nazionale. Questo approccio si inserisce nella più ampia strategia cinese di promuovere un ordine mondiale multipolare, basato su partnership anziché gerarchia e cooperazione anziché confronto. Il contributo teorico della ricerca risiede nell’applicazione del concetto di multilateralismo qualitativo di Ruggie all’operato della Cina nella SCO. L’analisi dimostra come Pechino incorpori selettivamente principi di reciprocità diffusa e cooperazione basata su regole condivise, mantenendo al contempo una strategia flessibile. Il caso empirico evidenzia inoltre come il multilateralismo cinese sfidi i modelli liberal-internazionalisti, privilegiando incentivi economici rispetto a condizionalità politiche, consenso piuttosto che vincoli giuridici e stabilità regionale anziché profonda istituzionalizzazione. L’espansione della SCO, con l’ingresso di Iran (2023) e Bielorussia (2024) come membri a pieno titolo, dimostra che il modello multilaterale alternativo della Cina sta guadagnando legittimità, soprattutto tra gli stati che cercano maggiore autonomia strategica dalle istituzioni occidentali. Tuttavia, persistono sfide interne—le strategie della Russia, le rivalità tra India e Pakistan e le divergenze tra gli stati membri—che sollevano interrogativi sulla stabilità a lungo termine dell’organizzazione. In definitiva, questa tesi sostiene che l’approccio cinese al multilateralismo non si limita alla partecipazione alle istituzioni globali, ma mira a ridefinire attivamente il sistema di governance internazionale. Attraverso la SCO, Pechino sta promuovendo un modello multilaterale alternativo, basato su pragmatismo, cooperazione economica e primato della sovranità. I risultati suggeriscono che la SCO non è solo un esperimento, ma un precedente, destinato a ridefinire le dinamiche della governance globale in un contesto di crescente multipolarità.

Multilateralism with “Chinese Characteristics”: a Case Study of the Shanghai Cooperation Organisation

VECCHIO, GIULIA
2023/2024

Abstract

Questa tesi analizza il modello di multilateralismo con caratteristiche cinesi attraverso il caso della Shanghai Cooperation Organisation (SCO), esaminando come la Cina abbia plasmato l’organizzazione per riflettere la sua visione della governance globale. Integrando un’analisi teorica con un caso empirico, la ricerca valuta in che misura l’approccio cinese al multilateralismo rappresenti un modello alternativo rispetto ai quadri istituzionali occidentali. Lo studio si basa su due domande centrali: (1) In che modo la partecipazione della Cina alla SCO dimostra il suo approccio distintivo al multilateralismo, incorporando specifiche caratteristiche cinesi? (2) In che misura l’interpretazione e la pratica del multilateralismo da parte della Cina differiscono dalle prospettive occidentali e come questo contribuisce a ridefinire l’ordine internazionale attuale? I risultati mostrano che la Cina ha sviluppato un quadro multilaterale autonomo rispetto al modello occidentale, fondato su sovranità, non interferenza e pragmatismo economico. A differenza delle istituzioni occidentali, che spesso vincolano la cooperazione a criteri politici e ideologici, la SCO offre una piattaforma flessibile, in cui gli stati membri possono collaborare preservando la propria autonomia nazionale. Questo approccio si inserisce nella più ampia strategia cinese di promuovere un ordine mondiale multipolare, basato su partnership anziché gerarchia e cooperazione anziché confronto. Il contributo teorico della ricerca risiede nell’applicazione del concetto di multilateralismo qualitativo di Ruggie all’operato della Cina nella SCO. L’analisi dimostra come Pechino incorpori selettivamente principi di reciprocità diffusa e cooperazione basata su regole condivise, mantenendo al contempo una strategia flessibile. Il caso empirico evidenzia inoltre come il multilateralismo cinese sfidi i modelli liberal-internazionalisti, privilegiando incentivi economici rispetto a condizionalità politiche, consenso piuttosto che vincoli giuridici e stabilità regionale anziché profonda istituzionalizzazione. L’espansione della SCO, con l’ingresso di Iran (2023) e Bielorussia (2024) come membri a pieno titolo, dimostra che il modello multilaterale alternativo della Cina sta guadagnando legittimità, soprattutto tra gli stati che cercano maggiore autonomia strategica dalle istituzioni occidentali. Tuttavia, persistono sfide interne—le strategie della Russia, le rivalità tra India e Pakistan e le divergenze tra gli stati membri—che sollevano interrogativi sulla stabilità a lungo termine dell’organizzazione. In definitiva, questa tesi sostiene che l’approccio cinese al multilateralismo non si limita alla partecipazione alle istituzioni globali, ma mira a ridefinire attivamente il sistema di governance internazionale. Attraverso la SCO, Pechino sta promuovendo un modello multilaterale alternativo, basato su pragmatismo, cooperazione economica e primato della sovranità. I risultati suggeriscono che la SCO non è solo un esperimento, ma un precedente, destinato a ridefinire le dinamiche della governance globale in un contesto di crescente multipolarità.
Multilateralism with “Chinese Characteristics”: a Case Study of the Shanghai Cooperation Organisation
This dissertation examines China’s distinctive approach to multilateralism through the lens of the Shanghai Cooperation Organisation (SCO), analyzing how Beijing has shaped the organization to reflect its vision of global governance. By integrating theoretical analysis with an empirical case study, this research assesses the extent to which China’s multilateral engagement within the SCO constitutes an alternative model to Western-led governance frameworks. The study is guided by two central questions: (1) How does China's participation in the SCO demonstrate its distinctive approach to multilateralism, incorporating specific Chinese characteristics? (2) In what ways does China's interpretation and practice of multilateralism differ from Western perspectives, and how does this contribute to shaping the current international order? The findings reveal that China has developed a multilateral framework that operates outside the Western-centric model, emphasizing sovereignty, non-interference, and economic pragmatism. Unlike Western institutions, which often condition cooperation on political and ideological alignment, the SCO provides a flexible platform for member states to collaborate while preserving their national autonomy. This approach aligns with China’s broader vision of a multipolar world order, promoting partnership over hierarchy and cooperation over confrontation. The research contributes to the academic debate by applying Ruggie’s concept of qualitative multilateralism to China’s engagement in the SCO, demonstrating how Beijing selectively incorporates diffuse reciprocity and shared principles while maintaining strategic flexibility. The case study further reveals that China’s multilateralism challenges traditional liberal institutionalist frameworks by prioritizing economic incentives over political conditionality, consensus over binding commitments, and regional stability over deep institutionalization. The expansion of the SCO, with Iran (2023) and Belarus (2024) joining as full members, indicates that China’s alternative multilateral model is gaining legitimacy among states seeking strategic autonomy from Western-led governance structures. However, internal challenges—such as Russia’s strategic calculations, India-Pakistan rivalries, and diverging priorities among member states—raise questions about the long-term stability of the organization. Ultimately, this dissertation argues that China’s engagement in multilateralism is not merely about participating in global institutions but actively shaping an alternative global governance system. China is positioning the organization as a blueprint for multilateralism with Chinese characteristics by embedding pragmatism, economic cooperation, and sovereignty-first principles within the SCO. The findings suggest that the SCO is not just an experiment but a precedent, one that will continue to reshape global governance dynamics in an era of rising multipolarity.
Autorizzo consultazione esterna dell'elaborato
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Giulia Vecchio 1055747.pdf

non disponibili

Dimensione 2.61 MB
Formato Adobe PDF
2.61 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/162542