Newborn hearing screening is a milestone in the early diagnosis of congenital hearing loss, allowing early intervention and improving language and cognitive development. However, one of its main limitations is the presence of false positives, i.e., infants who do not pass the first level of screening but are found to be normoacusic at later stages. This retrospective study, conducted at the Martini Hospital in Turin on a sample of 2,352 newborns, analyses the incidence and characteristics of false positives, with a focus on associated risk factors. The infants were classified into four main categories: PASS-PASS (55.83%), PASS-REFER (3.54%), REFER-PASS (29.93%) and REFER-REFER (11.68%). 2.02% of the sample did not complete the diagnostic pathway (MISSING). The analysis revealed a high number of false positives (REFER-PASS), with a significant impact on the health resources and psychological well-being of families. Several factors may contribute to this phenomenon, including the high sensitivity of the first level test, the interference of caseous paint or ear effusions, and the role of non-specialised audiological health personnel. The analysis of risk factors showed that neonatal intensive care (27.26%) and prematurity (22.67%) were the most frequent conditions, followed by respiratory distress (16.92%). The role of congenital cytomegalovirus (CMV) was further investigated, showing variability in the proportion of infants with hearing loss, with a peak of 42.86% in 2017 and a minimum value of 10% in 2015. The development of false positives showed fluctuations over time, with an increase from 4.13% in 2014 to 11.11% in 2015, a later decrease and a new increase to 13.07% in 2023, with a slight decrease to 11.76% in 2024. These fluctuations suggest the need for constant monitoring of screening quality and improvement of diagnostic methodologies. Optimisation of protocols, combined with specific staff training, could reduce the number of false positives, ensuring more accurate diagnoses and more efficient use of healthcare resources.
Lo screening audiologico neonatale è un pilastro nella diagnosi precoce delle ipoacusie congenite, consentendo un intervento tempestivo e migliorando lo sviluppo linguistico e cognitivo. Tuttavia, uno dei limiti principali è la presenza di falsi positivi, ovvero neonati che non superano il primo livello di screening ma che, in fasi successive, risultano normoacusici. Questo studio retrospettivo, condotto presso l'Ospedale Martini di Torino su un campione di 2.352 neonati, analizza l'incidenza e le caratteristiche dei falsi positivi, con particolare attenzione ai fattori di rischio associati. I neonati sono stati classificati in quattro categorie principali: PASS-PASS (55,83%), PASS-REFER (3,54%), REFER-PASS (29,93%) e REFER-REFER (11,68%). Il 2,02% del campione non ha completato il percorso diagnostico (MISSING). L'analisi ha evidenziato un numero elevato di falsi positivi (REFER-PASS), con un impatto significativo sulle risorse sanitarie e sul benessere psicologico delle famiglie. Diversi fattori possono contribuire a questo fenomeno, tra cui l'alta sensibilità del test di primo livello, l'interferenza di vernice caseosa o versamenti auricolari e il ruolo del personale sanitario non specializzato in ambito audiologico. L'analisi dei fattori di rischio ha mostrato che la terapia intensiva neonatale (27,26%) e la prematurità (22,67%) sono le condizioni più frequenti, seguite dal distress respiratorio (16,92%). Il ruolo del citomegalovirus congenito (CMV) è stato approfondito, evidenziando una variabilità nella percentuale di neonati con ipoacusia, con un picco del 42,86% nel 2017 e un valore minimo del 10% nel 2015. L'andamento dei falsi positivi ha mostrato oscillazioni nel tempo, con un incremento dal 4,13% nel 2014 all'11,11% nel 2015, un calo successivo e un nuovo aumento fino al 13,07% nel 2023, con una lieve riduzione all'11,76% nel 2024. Queste fluttuazioni suggeriscono la necessità di un costante monitoraggio della qualità dello screening e un miglioramento delle metodologie diagnostiche. L'ottimizzazione dei protocolli, associata a una formazione specifica del personale, potrebbe ridurre il numero di falsi positivi, garantendo diagnosi più accurate e un uso più efficiente delle risorse sanitarie.
Studio retrospettivo sull'efficacia dello screening audiologico neonatale
TRIFFILETTI, ASIA
2023/2024
Abstract
Lo screening audiologico neonatale è un pilastro nella diagnosi precoce delle ipoacusie congenite, consentendo un intervento tempestivo e migliorando lo sviluppo linguistico e cognitivo. Tuttavia, uno dei limiti principali è la presenza di falsi positivi, ovvero neonati che non superano il primo livello di screening ma che, in fasi successive, risultano normoacusici. Questo studio retrospettivo, condotto presso l'Ospedale Martini di Torino su un campione di 2.352 neonati, analizza l'incidenza e le caratteristiche dei falsi positivi, con particolare attenzione ai fattori di rischio associati. I neonati sono stati classificati in quattro categorie principali: PASS-PASS (55,83%), PASS-REFER (3,54%), REFER-PASS (29,93%) e REFER-REFER (11,68%). Il 2,02% del campione non ha completato il percorso diagnostico (MISSING). L'analisi ha evidenziato un numero elevato di falsi positivi (REFER-PASS), con un impatto significativo sulle risorse sanitarie e sul benessere psicologico delle famiglie. Diversi fattori possono contribuire a questo fenomeno, tra cui l'alta sensibilità del test di primo livello, l'interferenza di vernice caseosa o versamenti auricolari e il ruolo del personale sanitario non specializzato in ambito audiologico. L'analisi dei fattori di rischio ha mostrato che la terapia intensiva neonatale (27,26%) e la prematurità (22,67%) sono le condizioni più frequenti, seguite dal distress respiratorio (16,92%). Il ruolo del citomegalovirus congenito (CMV) è stato approfondito, evidenziando una variabilità nella percentuale di neonati con ipoacusia, con un picco del 42,86% nel 2017 e un valore minimo del 10% nel 2015. L'andamento dei falsi positivi ha mostrato oscillazioni nel tempo, con un incremento dal 4,13% nel 2014 all'11,11% nel 2015, un calo successivo e un nuovo aumento fino al 13,07% nel 2023, con una lieve riduzione all'11,76% nel 2024. Queste fluttuazioni suggeriscono la necessità di un costante monitoraggio della qualità dello screening e un miglioramento delle metodologie diagnostiche. L'ottimizzazione dei protocolli, associata a una formazione specifica del personale, potrebbe ridurre il numero di falsi positivi, garantendo diagnosi più accurate e un uso più efficiente delle risorse sanitarie.File | Dimensione | Formato | |
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