In questo studio si è voluto indagare l'attivazione di diverse mappe spaziali determinata dall'utilizzo di strumenti per lo svolgimento di compiti nello spazio intorno a noi. È noto infatti che la codifica dello spazio dipende, oltre che dall'effettiva distanza degli oggetti dal nostro corpo, anche dall'utilizzo di strumenti che ci permettano un'interazione con tali oggetti finalizzata al loro uso nei più svariati scopi. Il raggiungimento dello stimolo bersaglio generalmente attiva nel nostro cervello la mappa spaziale dello spazio vicino, mentre l'uso di uno strumento tipicamente usato nello spazio non direttamente raggiungibile determina l'attivazione dello spazio lontano. Questo sembra succedere indipendentemente dall'effettiva distanza dello stimolo bersaglio nello spazio, infatti lo spazio lontano può essere rimappato come vicino se uso uno strumento che mi permette di estendere la mia zona di raggiungimento, e viceversa lo spazio vicino può essere rimappato come lontano se uso uno strumento che mi impedisce il raggiungimento diretto dello stimolo. Ci siamo, quindi, chiesti se per avere l'attivazione di una mappa specifica correlata ad un determinato tipo di azione sia necessario eseguire effettivamente il movimento tenendo in mano lo strumento oppure basti guidare una seconda persona che sorregge lo strumento, avendo così una semplice percezione visiva dell'azione. A tale scopo, abbiamo utilizzato un compito di bisezione di linee nello spazio lontano e vicino svolto con una bacchetta o direttamente col dito del soggetto nella modalità di raggiungimento, oppure con un puntatore laser che elimina la continuità tra mano e linea-stimolo. Il compito è stato eseguito prima direttamente dal soggetto e poi, successivamente, dallo sperimentatore guidato dal soggetto. Nei soggetti sani si può riscontrare un errore verso sinistra più importante quando svolgono la bisezione con la modalità di reaching, sia nel compito eseguito direttamente dal soggetto sia quando egli guida lo sperimentatore. In quest'ultima condizione, inoltre, è presente maggiore pseudoneglect, soprattutto nello spazio vicino. Dato che, in generale, lo pseudoneglect è più evidente nello spazio vicino e la modalità di reaching è tipica di questo settore dello spazio, sembra che la mappa dello spazio vicino venga attivata anche se la persona non tiene fisicamente in mano lo strumento. Quindi per l'attivazione di una specifica mappa spaziale correlata ad un determinato tipo di azione, in accordo con i nostri risultati, sarebbe sufficiente una semplice percezione visiva dell'azione, senza che l'azione sia necessariamente visuo-motoria. Questo verrebbe anche confermato dal gruppo di pazienti affetti da neglect, nel quale c'è lo stesso pattern di prestazione sia nel compito visuo-motorio sia in quello solamente percettivo. Ulteriore conferma ci viene dal fatto che, di solito, l'eventuale dissociazione tra spazi che possiamo riscontrare in alcuni pazienti viene mantenuta anche quando essi non eseguono direttamente il compito ma devono invece guidare lo sperimentatore.

Codifica dello spazio: la mano di un'altra persona può essere usata come uno strumento?

TORRIANO, STEFANIA
2009/2010

Abstract

In questo studio si è voluto indagare l'attivazione di diverse mappe spaziali determinata dall'utilizzo di strumenti per lo svolgimento di compiti nello spazio intorno a noi. È noto infatti che la codifica dello spazio dipende, oltre che dall'effettiva distanza degli oggetti dal nostro corpo, anche dall'utilizzo di strumenti che ci permettano un'interazione con tali oggetti finalizzata al loro uso nei più svariati scopi. Il raggiungimento dello stimolo bersaglio generalmente attiva nel nostro cervello la mappa spaziale dello spazio vicino, mentre l'uso di uno strumento tipicamente usato nello spazio non direttamente raggiungibile determina l'attivazione dello spazio lontano. Questo sembra succedere indipendentemente dall'effettiva distanza dello stimolo bersaglio nello spazio, infatti lo spazio lontano può essere rimappato come vicino se uso uno strumento che mi permette di estendere la mia zona di raggiungimento, e viceversa lo spazio vicino può essere rimappato come lontano se uso uno strumento che mi impedisce il raggiungimento diretto dello stimolo. Ci siamo, quindi, chiesti se per avere l'attivazione di una mappa specifica correlata ad un determinato tipo di azione sia necessario eseguire effettivamente il movimento tenendo in mano lo strumento oppure basti guidare una seconda persona che sorregge lo strumento, avendo così una semplice percezione visiva dell'azione. A tale scopo, abbiamo utilizzato un compito di bisezione di linee nello spazio lontano e vicino svolto con una bacchetta o direttamente col dito del soggetto nella modalità di raggiungimento, oppure con un puntatore laser che elimina la continuità tra mano e linea-stimolo. Il compito è stato eseguito prima direttamente dal soggetto e poi, successivamente, dallo sperimentatore guidato dal soggetto. Nei soggetti sani si può riscontrare un errore verso sinistra più importante quando svolgono la bisezione con la modalità di reaching, sia nel compito eseguito direttamente dal soggetto sia quando egli guida lo sperimentatore. In quest'ultima condizione, inoltre, è presente maggiore pseudoneglect, soprattutto nello spazio vicino. Dato che, in generale, lo pseudoneglect è più evidente nello spazio vicino e la modalità di reaching è tipica di questo settore dello spazio, sembra che la mappa dello spazio vicino venga attivata anche se la persona non tiene fisicamente in mano lo strumento. Quindi per l'attivazione di una specifica mappa spaziale correlata ad un determinato tipo di azione, in accordo con i nostri risultati, sarebbe sufficiente una semplice percezione visiva dell'azione, senza che l'azione sia necessariamente visuo-motoria. Questo verrebbe anche confermato dal gruppo di pazienti affetti da neglect, nel quale c'è lo stesso pattern di prestazione sia nel compito visuo-motorio sia in quello solamente percettivo. Ulteriore conferma ci viene dal fatto che, di solito, l'eventuale dissociazione tra spazi che possiamo riscontrare in alcuni pazienti viene mantenuta anche quando essi non eseguono direttamente il compito ma devono invece guidare lo sperimentatore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/16235