Il potere e le sue applicazioni nell'opera di Theodore John Kaczynski: "La società industriale e il suo futuro" (1995)

Even if the concept of power has been investigated many times over recent years, it remains a major issue in the current landscape. The focus of the study is the thought of Theodore John Kaczynski, an American anarchist who has dedicated a large part of his Manifesto “Industrial society and its future” (1995) to the process of power. Following a presentation of the author and his writing, the above concept is analysed starting from the thought of Kaczynski, comparing it to the reflections of Thomas Hobbes, Jean Jacques Rousseau and Pierre Clastres, who have questioned the origins of power and its applications over the years. A further study is dedicated to the concept of power within organizations, analyzing how this can spread and take over in organizational systems. From this reflection, a question arises spontaneously, to which we try to answer by comparing Kaczynski’s idea with the thought of Étienne de la Boétie, Stanley Cohen, Max Weber and Hannah Arendt: "why do people obey?". On this basis, the study concludes by describing the possible solutions proposed by Kaczynski, who attributes to technology the responsibility of the situation. According to the author, the society is placed in front of a fork without equal, so it is necessary to be active in order to give life to a revolution capable of overturning its fate. Otherwise, the system will collapse. It is in this framework that the thought of Shosanna Zuboff is introduced, who in “The Capitalism of Surveillance” (2019) questioned the condition of technology and its possible evolutions. However, neither Kaczynski nor Zuboff have been able to find a definitive solution. What is clear is that until people won’t take consciousness of the decline that the society is going through, there will be no alternative, except obedience.

Sebbene il concetto di potere sia stato spesso indagato nel corso degli anni, più o meno recenti, esso rimane una tematica di rilievo nel panorama attuale. Il fulcro dello studio è il pensiero di Theodore John Kaczynski, anarchico statunitense che ha dedicato una larga parte del suo Manifesto La società industriale e il suo futuro (1995) al processo di potere. In seguito ad una presentazione dell’autore e del suo scritto, il suddetto concetto viene affrontato partendo dal pensiero di Kaczynski, comparandolo alle riflessioni di Thomas Hobbes, Jean Jacques Rousseau e Pierre Clastres, i quali nel corso del tempo si sono interrogati sulle origini del potere e le sue applicazioni. Un approfondimento ulteriore è dedicato al concetto di potere all’interno delle organizzazioni, prendendo in esamine come questo possa diffondersi e prendere il sopravvento nei sistemi organizzativi. Da questa riflessione sorge spontanea una domanda, alla quale si tenta di rispondere confrontando l’idea di Kaczynski con il pensiero di Étienne de la Boétie, Stanley Cohen, Max Weber e Hannah Arendt: “perché le persone obbediscono?”. Su questa base, lo studio si conclude descrivendo le possibili soluzioni proposte da Kaczynski, il quale imputa alla tecnologia la responsabilità principale della situazione. La società è, infatti, secondo l’autore, posta di fronte ad un bivio senza eguali, per cui è necessario attivarsi al fine di dar vita ad una rivoluzione capace di ribaltarne le sorti. Diversamente, il sistema collasserà. È in questa cornice che viene introdotto il pensiero di Shosanna Zuboff, la quale ne Il capitalismo della sorveglianza (2019) si è interrogata sulla condizione della tecnologia e delle sue possibili evoluzioni. Ad ogni modo, né Kaczynski, né Zuboff hanno saputo individuare una soluzione definitiva. Ciò che è chiaro è che finché non si prenderà consapevolezza del declino a cui si sta andando incontro, non resteranno alternative all’infuori dell’obbedienza.