The function of media in the protection of human rights in conflict contexts is a highly relevant topic, exploring how media, whether traditional or digital, can influence the defense of fundamental rights in scenarios of war and systematic violations. The history of mediated communication is the result of a long evolutionary process, which has seen the transition from simple rock engraving to the creation of interconnected digital communities. The importance of communication lies in its ability to influence emotions and behavior, triggering reactions that can turn into events relevant to the political and social life of a community. This transformative potential has made communication an object of control and manipulation, where technological innovation fuels progress while political and institutional forces seek to limit its impact. In conflict contexts, communication and, in particular, the media play a crucial role in human rights advocacy, profoundly influencing perceptions and social mobilization regarding violations of fundamental rights. This research explores how media can act both as instruments of power and control and as means of resistance in the defense of human rights, focusing on the historical evolution of communication and new techniques, including social media. The research is developed in three parts: the first provides a theoretical framework on human rights and media, tracing the evolution of conflict representation; the second part analyzes the role of media in the construction of conflict perception, including propaganda, disinformation and collective participation through social media. The concluding part presents a comparative analysis between two emblematic cases: the genocide in Rwanda and the Arab Springs. The comparison between the two cases highlights the double face of the media: on the one hand tools of incitement to hatred and violence, as in the case of radio in the Rwandan genocide, and on the other hand tools of mobilization and resistance against political and social oppression, such as social media during the Arab Springs. Both cases demonstrate how media can be manipulated to promote human rights violations, but also how they can be used to defend and disseminate basic rights in conflict contexts. In conclusion, media, whether traditional or digital, play a key role in human rights advocacy, but this role is ambivalent and depends on their use. While they can be powerful tools for raising awareness and mobilization, their ability to manipulate can undermine human rights themselves.

La funzione dei media nella tutela dei diritti umani in contesti di conflitto è un tema di grande rilevanza, che esplora come i media, siano essi tradizionali o digitali, possano influenzare la difesa dei diritti fondamentali in scenari di guerra e violazioni sistematiche. La storia della comunicazione mediata è il risultato di un lungo processo evolutivo, che ha visto il passaggio dalla semplice incisione su roccia alla creazione di comunità digitali interconnesse. L’importanza della comunicazione risiede nella sua capacità di influenzare emozioni e comportamenti, scatenando reazioni che possono trasformarsi in eventi rilevanti per la vita politica e sociale di una comunità. Questo potenziale trasformativo ha reso la comunicazione un oggetto di controllo e manipolazione, in cui l'innovazione tecnologica alimenta il progresso, mentre le forze politiche e istituzionali cercano di limitarne l'impatto. Nei contesti di conflitto, la comunicazione e, in particolare, i media giocano un ruolo cruciale nella difesa dei diritti umani, influenzando profondamente la percezione e la mobilitazione sociale riguardo alle violazioni dei diritti fondamentali. Questa ricerca esplora come i media possano agire sia come strumenti di potere e controllo che come mezzi di resistenza nella difesa dei diritti umani, focalizzandosi sull'evoluzione storica della comunicazione e sulle nuove tecniche, tra cui i social media. La ricerca si sviluppa in tre parti: la prima fornisce un quadro teorico sui diritti umani e dei media, tracciando l’evoluzione della rappresentazione dei conflitti; la seconda parte analizza il ruolo dei media nella costruzione della percezione dei conflitti, includendo la propaganda, la disinformazione e la partecipazione collettiva attraverso i social media. La parte conclusiva presenta un’analisi comparativa tra due casi emblematici: il genocidio in Ruanda e le Primavere Arabe. Il confronto tra i due casi evidenzia il doppio volto dei media: da un lato strumenti di incitamento all'odio e alla violenza, come nel caso della radio nel genocidio ruandese, dall’altro strumenti di mobilitazione e resistenza contro le oppressioni politiche e sociali, come i social media durante le Primavere Arabe. Entrambi i casi dimostrano come i media possano essere manipolati per promuovere violazioni dei diritti umani, ma anche come possano essere utilizzati per difendere e diffondere i diritti fondamentali in contesti di conflitto. In conclusione, i media, siano essi tradizionali o digitali, giocano un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti umani, ma questo ruolo è ambivalente e dipende dal loro utilizzo. Se da un lato possono essere strumenti potenti di sensibilizzazione e mobilitazione, dall'altro, la loro capacità di manipolazione può minare i diritti umani stessi.

La funzione dei media nella difesa dei diritti umani in contesti di conflitto

PERUZZO CORNETTO, CLARISSA
2023/2024

Abstract

La funzione dei media nella tutela dei diritti umani in contesti di conflitto è un tema di grande rilevanza, che esplora come i media, siano essi tradizionali o digitali, possano influenzare la difesa dei diritti fondamentali in scenari di guerra e violazioni sistematiche. La storia della comunicazione mediata è il risultato di un lungo processo evolutivo, che ha visto il passaggio dalla semplice incisione su roccia alla creazione di comunità digitali interconnesse. L’importanza della comunicazione risiede nella sua capacità di influenzare emozioni e comportamenti, scatenando reazioni che possono trasformarsi in eventi rilevanti per la vita politica e sociale di una comunità. Questo potenziale trasformativo ha reso la comunicazione un oggetto di controllo e manipolazione, in cui l'innovazione tecnologica alimenta il progresso, mentre le forze politiche e istituzionali cercano di limitarne l'impatto. Nei contesti di conflitto, la comunicazione e, in particolare, i media giocano un ruolo cruciale nella difesa dei diritti umani, influenzando profondamente la percezione e la mobilitazione sociale riguardo alle violazioni dei diritti fondamentali. Questa ricerca esplora come i media possano agire sia come strumenti di potere e controllo che come mezzi di resistenza nella difesa dei diritti umani, focalizzandosi sull'evoluzione storica della comunicazione e sulle nuove tecniche, tra cui i social media. La ricerca si sviluppa in tre parti: la prima fornisce un quadro teorico sui diritti umani e dei media, tracciando l’evoluzione della rappresentazione dei conflitti; la seconda parte analizza il ruolo dei media nella costruzione della percezione dei conflitti, includendo la propaganda, la disinformazione e la partecipazione collettiva attraverso i social media. La parte conclusiva presenta un’analisi comparativa tra due casi emblematici: il genocidio in Ruanda e le Primavere Arabe. Il confronto tra i due casi evidenzia il doppio volto dei media: da un lato strumenti di incitamento all'odio e alla violenza, come nel caso della radio nel genocidio ruandese, dall’altro strumenti di mobilitazione e resistenza contro le oppressioni politiche e sociali, come i social media durante le Primavere Arabe. Entrambi i casi dimostrano come i media possano essere manipolati per promuovere violazioni dei diritti umani, ma anche come possano essere utilizzati per difendere e diffondere i diritti fondamentali in contesti di conflitto. In conclusione, i media, siano essi tradizionali o digitali, giocano un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti umani, ma questo ruolo è ambivalente e dipende dal loro utilizzo. Se da un lato possono essere strumenti potenti di sensibilizzazione e mobilitazione, dall'altro, la loro capacità di manipolazione può minare i diritti umani stessi.
The function of the media in the defense of human rights in conflict contexts
The function of media in the protection of human rights in conflict contexts is a highly relevant topic, exploring how media, whether traditional or digital, can influence the defense of fundamental rights in scenarios of war and systematic violations. The history of mediated communication is the result of a long evolutionary process, which has seen the transition from simple rock engraving to the creation of interconnected digital communities. The importance of communication lies in its ability to influence emotions and behavior, triggering reactions that can turn into events relevant to the political and social life of a community. This transformative potential has made communication an object of control and manipulation, where technological innovation fuels progress while political and institutional forces seek to limit its impact. In conflict contexts, communication and, in particular, the media play a crucial role in human rights advocacy, profoundly influencing perceptions and social mobilization regarding violations of fundamental rights. This research explores how media can act both as instruments of power and control and as means of resistance in the defense of human rights, focusing on the historical evolution of communication and new techniques, including social media. The research is developed in three parts: the first provides a theoretical framework on human rights and media, tracing the evolution of conflict representation; the second part analyzes the role of media in the construction of conflict perception, including propaganda, disinformation and collective participation through social media. The concluding part presents a comparative analysis between two emblematic cases: the genocide in Rwanda and the Arab Springs. The comparison between the two cases highlights the double face of the media: on the one hand tools of incitement to hatred and violence, as in the case of radio in the Rwandan genocide, and on the other hand tools of mobilization and resistance against political and social oppression, such as social media during the Arab Springs. Both cases demonstrate how media can be manipulated to promote human rights violations, but also how they can be used to defend and disseminate basic rights in conflict contexts. In conclusion, media, whether traditional or digital, play a key role in human rights advocacy, but this role is ambivalent and depends on their use. While they can be powerful tools for raising awareness and mobilization, their ability to manipulate can undermine human rights themselves.
Autorizzo consultazione esterna dell'elaborato
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi Peruzzo_.pdf

non disponibili

Dimensione 1.02 MB
Formato Adobe PDF
1.02 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/162189