Intimate Partner Violence (IPV) is a serious human rights violation and a public health issue with a significant impact on health, opportunities, and well-being throughout life. Although men can also be affected, women remain the primary victims of this form of violence, which includes physical, sexual, psychological, and economic abuse. According to the Italian National Institute of Statistics, in 2014, over 13% of women aged 16 to 70 reported experiencing physical or sexual violence within their relationship, while 26.4% reported episodes of psychological violence. Historically rooted in patriarchal structures, IPV continues to represent a global challenge with repercussions that extend far beyond the private sphere. In addition to compromising the physical and psychological well-being of victims, it also affects their economic stability, significantly impacting their professional lives. In particular, experiencing violence can reduce victims' ability to seek employment, a fundamental step in achieving financial independence and breaking the cycle of abuse. Job searching is a complex and dynamic process, closely linked to psychological factors such as self-regulation, motivation, self-efficacy, and self-esteem, as well as behavioral variables such as effort and commitment in pursuing employment goals. The experience of violence can compromise these factors, decreasing the intention to seek a job. This thesis preliminarily explores the relationship between psychological violence and the intention to seek employment, analyzing the mediating role of attitudes, subjective norms, and perceived behavioral control, which are key concepts in Ajzen's Theory of Planned Behavior (TPB), adopted as the theoretical framework. The empirical research conducted highlights that certain forms of abuse, particularly denigration, can reduce perceived control over the job search process, reinforcing economic dependence on the abuser. However, in some cases, forms of abuse such as restrictive engulfment seem to encourage greater determination to find a job, suggesting that financial independence may be perceived as a means of escaping violence. The research findings provide valuable insights, although further studies with larger samples are needed to confirm them. The analysis highlights the importance of interventions that go beyond protection and psychological support to include pathways for workforce empowerment and professional reintegration, providing victims with concrete tools to escape dependence on the abuser. This thesis emphasizes that employment is not only a resource but also a key means of freedom and self-determination for victims of violence.
L’Intimate Partner Violence (IPV) è una grave violazione dei diritti umani e un problema di salute pubblica che ha un impatto significativo sulla salute, sulle opportunità e sul benessere lungo tutto l’arco della vita. Sebbene possa colpire anche gli uomini, le donne restano le principali vittime di questa forma di violenza, che comprende abusi fisici, sessuali, psicologici ed economici. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica Italiano, nel 2014, oltre il 13% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha dichiarato di aver subito violenza fisica o sessuale all’interno della propria relazione, mentre il 26,4% ha riportato episodi di violenza psicologica. Storicamente radicata nelle strutture patriarcali, l’IPV continua a rappresentare una sfida globale, con ripercussioni che si estendono ben oltre la sfera privata. Oltre a compromettere il benessere fisico e psicologico delle vittime, essa incide anche sulla loro stabilità economica, influenzando significativamente la sfera lavorativa. In particolare, la violenza subita può ridurre la capacità delle vittime di cercare un impiego, percorso fondamentale per il raggiungimento dell’indipendenza economica e l’interruzione del ciclo di abuso. La ricerca di un lavoro è un processo complesso e dinamico, strettamente legato a variabili psicologiche, quali autoregolazione, motivazione, autoefficacia e autostima, e a variabili comportamentali, come l’impegno e lo sforzo nel perseguire l’obiettivo lavorativo. L’esperienza della violenza può compromettere questi fattori, riducendo l’intenzione di cercare un impiego. Questa tesi esplora, in via preliminare, la relazione tra la violenza psicologica subita e l’intenzione di cercare lavoro, analizzando il ruolo mediatore di atteggiamenti, norma soggettiva e controllo comportamentale percepito, concetti chiave della Teoria del Comportamento Pianificato (TPB) di Ajzen, adottata come quadro teorico di riferimento. La ricerca empirica condotta ha evidenziato che alcune forme di abuso, in particolare la denigration, possono ridurre la percezione di controllo sulla ricerca di lavoro, rafforzando la dipendenza economica dall’abusante. Tuttavia, in alcuni casi, forme di abuso come il restrictive engulfment sembrano incentivare una maggiore determinazione a trovare un impiego, suggerendo che l’indipendenza economica possa essere percepita come una via di fuga dalla violenza. I risultati della ricerca offrono degli spunti preziosi anche se necessitano di ulteriori studi con campioni più ampi per essere confermati. L’analisi evidenzia l’importanza di interventi che non si limitino alla protezione e al supporto psicologico, ma che includano percorsi di empowerment lavorativo e reinserimento professionale, offrendo alle vittime strumenti concreti per sottrarsi alla dipendenza dall’abusante. Questa tesi sottolinea come il lavoro possa rappresentare non solo una risorsa, ma un mezzo essenziale per la libertà e l’autodeterminazione delle vittime di violenza.
Tra dipendenza e indipendenza: un’indagine preliminare sulla relazione tra violenza psicologica da partner intimo e intenzione nella ricerca di un lavoro.
MERCATI, LUDOVICA
2023/2024
Abstract
L’Intimate Partner Violence (IPV) è una grave violazione dei diritti umani e un problema di salute pubblica che ha un impatto significativo sulla salute, sulle opportunità e sul benessere lungo tutto l’arco della vita. Sebbene possa colpire anche gli uomini, le donne restano le principali vittime di questa forma di violenza, che comprende abusi fisici, sessuali, psicologici ed economici. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica Italiano, nel 2014, oltre il 13% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha dichiarato di aver subito violenza fisica o sessuale all’interno della propria relazione, mentre il 26,4% ha riportato episodi di violenza psicologica. Storicamente radicata nelle strutture patriarcali, l’IPV continua a rappresentare una sfida globale, con ripercussioni che si estendono ben oltre la sfera privata. Oltre a compromettere il benessere fisico e psicologico delle vittime, essa incide anche sulla loro stabilità economica, influenzando significativamente la sfera lavorativa. In particolare, la violenza subita può ridurre la capacità delle vittime di cercare un impiego, percorso fondamentale per il raggiungimento dell’indipendenza economica e l’interruzione del ciclo di abuso. La ricerca di un lavoro è un processo complesso e dinamico, strettamente legato a variabili psicologiche, quali autoregolazione, motivazione, autoefficacia e autostima, e a variabili comportamentali, come l’impegno e lo sforzo nel perseguire l’obiettivo lavorativo. L’esperienza della violenza può compromettere questi fattori, riducendo l’intenzione di cercare un impiego. Questa tesi esplora, in via preliminare, la relazione tra la violenza psicologica subita e l’intenzione di cercare lavoro, analizzando il ruolo mediatore di atteggiamenti, norma soggettiva e controllo comportamentale percepito, concetti chiave della Teoria del Comportamento Pianificato (TPB) di Ajzen, adottata come quadro teorico di riferimento. La ricerca empirica condotta ha evidenziato che alcune forme di abuso, in particolare la denigration, possono ridurre la percezione di controllo sulla ricerca di lavoro, rafforzando la dipendenza economica dall’abusante. Tuttavia, in alcuni casi, forme di abuso come il restrictive engulfment sembrano incentivare una maggiore determinazione a trovare un impiego, suggerendo che l’indipendenza economica possa essere percepita come una via di fuga dalla violenza. I risultati della ricerca offrono degli spunti preziosi anche se necessitano di ulteriori studi con campioni più ampi per essere confermati. L’analisi evidenzia l’importanza di interventi che non si limitino alla protezione e al supporto psicologico, ma che includano percorsi di empowerment lavorativo e reinserimento professionale, offrendo alle vittime strumenti concreti per sottrarsi alla dipendenza dall’abusante. Questa tesi sottolinea come il lavoro possa rappresentare non solo una risorsa, ma un mezzo essenziale per la libertà e l’autodeterminazione delle vittime di violenza.File | Dimensione | Formato | |
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