A Trial to Penitenciary Police Officers charged with Torture that sadly resembles a tragicomic pièce théâtrale. A court case in which the defendants are seen as morally blameless and the injured party is perceived as guilty. A ritual based on (non)credibility. A complex and layered literary genre. A courtroom packed with humans and imaginaries of violence that are very varied. In this work, I have tried to hold together the iridescent eidoscopic fragments of the imaginaries of violence that emerged in the courtroom, making them dialogue with anthropological reflections on the victim-tormentor dyad, the mythology of revenge, the state of exception and torture as a fabrication of the flesh. My fragmentary analysis is structured around attempts at epistemologies of violence and torture. I start with the words of the prosecution witnesses to make them clash and resonate, to listen to their short-circuits, absences and uncertainties. The words are symptoms from which representations of the world ooze. The details recounted are mute traces that, only when considered in their entirety, allow us to grasp the actual meaning of violence in its essence, which otherwise appears hopelessly smoky and elusive. Violence is complex, multifaceted and changeable. Violence is eidoscopic. Only by recognising this essential characteristic is it possible to attempt to understand it through a complex and comprehensive epistemic and exegetical reconstruction.

Un processo per tortura ad agenti di polizia penitenziaria che assomiglia tristemente a una pièce théâtrale tragicomica. Un caso giudiziario in cui gli imputati sono visti come moralmente irreprensibili e la parte lesa è percepita come colpevole. Un rito fondato sulla (non) credibilità. Un genere letterario complesso e stratificato. Un'aula di tribunale gremita di umani e immaginari sulla violenza molto variegati. In questo lavoro ho cercato di tenere insieme i frammenti eidoscopici cangianti degli immaginari sulla violenza emersi in aula, facendoli dialogare con riflessioni antropologiche riguardo alla diade vittima-carnefice, alla mitologia della vendetta, allo stato di eccezione e alla tortura come fabbricazione della carne. L'analisi frammentaria che ho elaborato si struttura intorno a tentativi di epistemologie della violenza e della tortura. Parto dalle parole dei testimoni dell'accusa per farle scontrare e risuonare, per ascoltarne i cortocircuiti, le assenze e le incertezze. Le parole sono sintomi da cui trasudano le rappresentazioni del mondo. I dettagli raccontati sono tracce mute che, solo quando vengono considerate nella loro totalità, permettono di cogliere nella sua essenza il senso effettivo della violenza che altrimenti appare irrimediabilmente fumosa e sfuggente. La violenza è una questione complessa, sfaccettata e mutevole. La violenza è eidoscopica. Solo riconoscendo questa sua caratteristica essenziale è possibile tentare di comprenderla attraverso una ricostruzione epistemica ed esegetica complessa e complessiva.

Eidoscopi. Frammenti di immaginari e epistemologie della violenza in un processo per tortura ad agenti di polizia penitenziaria.

LOMBARDI, MATILDE
2023/2024

Abstract

Un processo per tortura ad agenti di polizia penitenziaria che assomiglia tristemente a una pièce théâtrale tragicomica. Un caso giudiziario in cui gli imputati sono visti come moralmente irreprensibili e la parte lesa è percepita come colpevole. Un rito fondato sulla (non) credibilità. Un genere letterario complesso e stratificato. Un'aula di tribunale gremita di umani e immaginari sulla violenza molto variegati. In questo lavoro ho cercato di tenere insieme i frammenti eidoscopici cangianti degli immaginari sulla violenza emersi in aula, facendoli dialogare con riflessioni antropologiche riguardo alla diade vittima-carnefice, alla mitologia della vendetta, allo stato di eccezione e alla tortura come fabbricazione della carne. L'analisi frammentaria che ho elaborato si struttura intorno a tentativi di epistemologie della violenza e della tortura. Parto dalle parole dei testimoni dell'accusa per farle scontrare e risuonare, per ascoltarne i cortocircuiti, le assenze e le incertezze. Le parole sono sintomi da cui trasudano le rappresentazioni del mondo. I dettagli raccontati sono tracce mute che, solo quando vengono considerate nella loro totalità, permettono di cogliere nella sua essenza il senso effettivo della violenza che altrimenti appare irrimediabilmente fumosa e sfuggente. La violenza è una questione complessa, sfaccettata e mutevole. La violenza è eidoscopica. Solo riconoscendo questa sua caratteristica essenziale è possibile tentare di comprenderla attraverso una ricostruzione epistemica ed esegetica complessa e complessiva.
Eidoscopes. Fragments of Imageries and Epistemologies of Violence in a Trial to Penitenciary Police Officers Charged with Torture.
A Trial to Penitenciary Police Officers charged with Torture that sadly resembles a tragicomic pièce théâtrale. A court case in which the defendants are seen as morally blameless and the injured party is perceived as guilty. A ritual based on (non)credibility. A complex and layered literary genre. A courtroom packed with humans and imaginaries of violence that are very varied. In this work, I have tried to hold together the iridescent eidoscopic fragments of the imaginaries of violence that emerged in the courtroom, making them dialogue with anthropological reflections on the victim-tormentor dyad, the mythology of revenge, the state of exception and torture as a fabrication of the flesh. My fragmentary analysis is structured around attempts at epistemologies of violence and torture. I start with the words of the prosecution witnesses to make them clash and resonate, to listen to their short-circuits, absences and uncertainties. The words are symptoms from which representations of the world ooze. The details recounted are mute traces that, only when considered in their entirety, allow us to grasp the actual meaning of violence in its essence, which otherwise appears hopelessly smoky and elusive. Violence is complex, multifaceted and changeable. Violence is eidoscopic. Only by recognising this essential characteristic is it possible to attempt to understand it through a complex and comprehensive epistemic and exegetical reconstruction.
QUAGLIUOLO, MARTA
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