In the last twenty years, political violence, its origins and its effects on society and democracy, have become a key issue in the analysis and management of public affairs. The complexity of such a phenomenon, which goes beyond the bloody events that correspond to its climax, comes from the fact that it involves in different ways elements pertaining to the political, social and cultural history of a territory or a population, to the economy of a region, to the administrative and governmental structure of a country, and to international geopolitical tensions. Within this multidisciplinary framework, the purpose of this dissertation is to contribute to the anthropological and historical analysis of recent local forms of political violence in Bangladesh by critically examining the accounts of a number of people who have been affected by them. Therefore, in the first Chapter I will discuss some of the main theoretical approaches to violence and political violence while considering their links to the political construction of oppositional and polarizing identities, to the characteristics of political parties and their role in national politics, to the administrative structure of the state, and to the rise of patronage. The second Chapter traces the political history of Bangladesh over the last thirty years to demonstrate how violence has continued to be one of its central features: indeed, a resurrected and much-hoped parliament democracy was replaced first by a two-party system characterized by a profound skepticism towards the ability of political opponents to follow the rules of the democratic system and to repudiate the use of political violence as a means to threaten or coerce opponents; then by a dominant party system in which a single party controls all state institutions, grants privileges and benefits to its supporters through networks of patronage, and employs legitimate and illegitimate forms of violence to silence, arrest, or exile its opponents. Finally, the third Chapter centers on the critical analysis of accounts and narratives regarding local forms of political violence in Bangladesh. These testimonies are the result of numerous conversations and semi-structured interviews with people from the Sylhet region, some of whom are now asylum seekers or refugees in Italy. The analysis of their stories is focused both on the effects of political violence on the biographical career of different individuals – which are influenced by it even before their first contact with the world of politics, and well after their decision to abandon it or to seek asylum and refuge abroad – and on the a posteriori construction of a coherent narrative of their political experience, which can also by influenced by subsequent considerations and feelings, new social contexts and the most recent political events in Bangladesh.

Nell’ultimo ventennio la violenza politica, considerata rispetto alle sue origini e ai suoi effetti sulla società e sulla democrazia, è divenuta una questione centrale nell’analisi e nella gestione della cosa pubblica. La complessità di tale fenomeno, irriducibile alla serie temporale di sanguinose insorgenze che ne costituiscono il culmine, deriva dal fatto che esso coinvolge in modo sempre diverso dinamiche afferenti alla storia politica, sociale e culturale di un territorio o di una popolazione, all’economia di una regione, all’assetto amministrativo e governativo di un Paese, e alle tensioni geopolitiche internazionali. Entro questa cornice multidisciplinare, si intende qui contribuire all’analisi antropologica e storica delle recenti forme locali di violenza politica in Bangladesh, esaminando criticamente le testimonianze di alcune persone che vi sono rimaste coinvolte. A tale scopo, nel primo Capitolo si discutono i principali contributi teorici sui fenomeni della violenza e della violenza politica, considerandone i legami con la costruzione politica di identità oppositive e polarizzanti, con le caratteristiche dei partiti politici e il loro ruolo nella vita politica nazionale, con la struttura amministrativa dello Stato e con l’ascesa del clientelismo. Il secondo Capitolo ripercorre la storia politica del Bangladesh nell’ultimo trentennio, mostrando come la violenza abbia continuato a permearne le dinamiche: infatti, a una risorta e a lungo attesa democrazia parlamentare ha fatto seguito prima un sistema bipartitico caratterizzato da una profonda sfiducia nella capacità degli avversari di sottostare alle regole del sistema democratico e di rinunciare all’impiego della violenza per scopi intimidatori o coercitivi; poi un sistema a partito dominante dove un solo partito detiene il controllo dell’amministrazione statale, concede favori e benefici ai propri sostenitori attraverso reti clientelari, e impiega la violenza legittima e illegittima per ridurre al silenzio, all’arresto o all’esilio gli avversari. Infine, il terzo Capitolo è dedicato all’analisi critica di alcune testimonianze riguardanti le forme locali di violenza politica in Bangladesh; esse sono state raccolte tramite dialoghi e interviste semi-strutturate con persone bengalesi, provenienti dalla regione di Sylhet, alcune delle quali sono oggi richiedenti-asilo o rifugiate in Italia. L’analisi dei loro contributi vuole esaminare sia gli effetti della violenza politica sulle carriere biografiche di diversi individui, che ne risultano permeate già prima dei loro iniziali contatti con il mondo della politica e ben dopo la loro decisione di abbandonarlo o cercare asilo e rifugio all’estero; sia la costruzione a posteriori di una narrazione coerente delle proprie esperienze politiche, che può anche essere influenzata da successive considerazioni ed emozioni, da nuovi contesti sociali e dalle più recenti vicende politiche del Bangladesh.

Minacciare, picchiare e corrompere: la violenza politica in Bangladesh e il suo impatto sulle vite e le storie di rifugiati e cittadini di Sylhet

TERZUOLO, PIETRO
2023/2024

Abstract

Nell’ultimo ventennio la violenza politica, considerata rispetto alle sue origini e ai suoi effetti sulla società e sulla democrazia, è divenuta una questione centrale nell’analisi e nella gestione della cosa pubblica. La complessità di tale fenomeno, irriducibile alla serie temporale di sanguinose insorgenze che ne costituiscono il culmine, deriva dal fatto che esso coinvolge in modo sempre diverso dinamiche afferenti alla storia politica, sociale e culturale di un territorio o di una popolazione, all’economia di una regione, all’assetto amministrativo e governativo di un Paese, e alle tensioni geopolitiche internazionali. Entro questa cornice multidisciplinare, si intende qui contribuire all’analisi antropologica e storica delle recenti forme locali di violenza politica in Bangladesh, esaminando criticamente le testimonianze di alcune persone che vi sono rimaste coinvolte. A tale scopo, nel primo Capitolo si discutono i principali contributi teorici sui fenomeni della violenza e della violenza politica, considerandone i legami con la costruzione politica di identità oppositive e polarizzanti, con le caratteristiche dei partiti politici e il loro ruolo nella vita politica nazionale, con la struttura amministrativa dello Stato e con l’ascesa del clientelismo. Il secondo Capitolo ripercorre la storia politica del Bangladesh nell’ultimo trentennio, mostrando come la violenza abbia continuato a permearne le dinamiche: infatti, a una risorta e a lungo attesa democrazia parlamentare ha fatto seguito prima un sistema bipartitico caratterizzato da una profonda sfiducia nella capacità degli avversari di sottostare alle regole del sistema democratico e di rinunciare all’impiego della violenza per scopi intimidatori o coercitivi; poi un sistema a partito dominante dove un solo partito detiene il controllo dell’amministrazione statale, concede favori e benefici ai propri sostenitori attraverso reti clientelari, e impiega la violenza legittima e illegittima per ridurre al silenzio, all’arresto o all’esilio gli avversari. Infine, il terzo Capitolo è dedicato all’analisi critica di alcune testimonianze riguardanti le forme locali di violenza politica in Bangladesh; esse sono state raccolte tramite dialoghi e interviste semi-strutturate con persone bengalesi, provenienti dalla regione di Sylhet, alcune delle quali sono oggi richiedenti-asilo o rifugiate in Italia. L’analisi dei loro contributi vuole esaminare sia gli effetti della violenza politica sulle carriere biografiche di diversi individui, che ne risultano permeate già prima dei loro iniziali contatti con il mondo della politica e ben dopo la loro decisione di abbandonarlo o cercare asilo e rifugio all’estero; sia la costruzione a posteriori di una narrazione coerente delle proprie esperienze politiche, che può anche essere influenzata da successive considerazioni ed emozioni, da nuovi contesti sociali e dalle più recenti vicende politiche del Bangladesh.
Threats, punches and bribes: political violence in Bangladesh and its impact on the lives and the stories of refugees and citizens from Sylhet
In the last twenty years, political violence, its origins and its effects on society and democracy, have become a key issue in the analysis and management of public affairs. The complexity of such a phenomenon, which goes beyond the bloody events that correspond to its climax, comes from the fact that it involves in different ways elements pertaining to the political, social and cultural history of a territory or a population, to the economy of a region, to the administrative and governmental structure of a country, and to international geopolitical tensions. Within this multidisciplinary framework, the purpose of this dissertation is to contribute to the anthropological and historical analysis of recent local forms of political violence in Bangladesh by critically examining the accounts of a number of people who have been affected by them. Therefore, in the first Chapter I will discuss some of the main theoretical approaches to violence and political violence while considering their links to the political construction of oppositional and polarizing identities, to the characteristics of political parties and their role in national politics, to the administrative structure of the state, and to the rise of patronage. The second Chapter traces the political history of Bangladesh over the last thirty years to demonstrate how violence has continued to be one of its central features: indeed, a resurrected and much-hoped parliament democracy was replaced first by a two-party system characterized by a profound skepticism towards the ability of political opponents to follow the rules of the democratic system and to repudiate the use of political violence as a means to threaten or coerce opponents; then by a dominant party system in which a single party controls all state institutions, grants privileges and benefits to its supporters through networks of patronage, and employs legitimate and illegitimate forms of violence to silence, arrest, or exile its opponents. Finally, the third Chapter centers on the critical analysis of accounts and narratives regarding local forms of political violence in Bangladesh. These testimonies are the result of numerous conversations and semi-structured interviews with people from the Sylhet region, some of whom are now asylum seekers or refugees in Italy. The analysis of their stories is focused both on the effects of political violence on the biographical career of different individuals – which are influenced by it even before their first contact with the world of politics, and well after their decision to abandon it or to seek asylum and refuge abroad – and on the a posteriori construction of a coherent narrative of their political experience, which can also by influenced by subsequent considerations and feelings, new social contexts and the most recent political events in Bangladesh.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/162054