Within the contemporary political debate, feminism has assumed an increasingly prominent position, becoming a point of reference both for progressive claims and for criticisms from conservative and populist circles. Often at the centre of media attention following episodes of gender-based violence and discrimination, the feminist movement has been subject to growing delegitimization by right-wing parties, which have portrayed it as an "outdated ideology" with no concrete applications in the modern Western context. According to this narrative, feminism would have exhausted its historical function, having already achieved the main legal and social gains in Western countries. It would have transformed into a sterile movement, overly focused on symbolic and identity issues. This criticism is part of a broader process of redefining feminism within the neoliberal paradigm. If in previous decades feminist struggle was closely tied to a structural analysis of gender inequalities, in the modern context of neoliberal Western societies, it has progressively shifted toward a narrative centred on individual achievement. Feminism, in other words, has transitioned from being a collective force for social transformation to a model of personal empowerment, compatible with market logic and the valorization of competition and individual success. This shift has been accompanied by a change in the perception of the main challenges related to women's condition: whereas in the past the focus was on overcoming structural barriers and systemic oppression, today public discourse centres on women's ability to succeed in the labour market and attain positions of power, leaving broader dynamics of economic and social inequality in the background. The progressive assimilation of feminist discourse into neoliberal language has produced a series of profound contradictions. On the one hand, gender issues have become fully integrated into public and institutional agendas; on the other hand, this inclusion has occurred on the condition that feminism itself adapts to market principles, adopting a rhetoric that emphasizes merit, individual resilience, and the ability to adapt to a competitive context. This process has contributed to weakening feminism as a movement of social critique, transforming it into a tool for legitimizing the neoliberal economic order. This perspective translates into a gradual departure from the original feminism, which was based on a collective struggle for rights, and the spread of a model of emancipation that rewards women who succeed in competing within preexisting rules, without questioning their foundations. This thesis aims to critically analyze how neoliberal capitalism has redefined feminism, absorbing some of its elements and transforming them into tools functional to its survival. The main objective of the research is to investigate how feminist discourse has been progressively incorporated into neoliberal rhetoric, often losing its critical potential and becoming a narrative that emphasizes individual success and personal responsibility, at the expense of collective struggles and structural critique of systemic inequalities.

All’interno del dibattito politico contemporaneo, il femminismo ha assunto una posizione sempre più rilevante, diventando un punto di riferimento sia per le rivendicazioni progressi-ste sia per le critiche provenienti dagli ambienti conservatori e populisti. Spesso al centro dell’attenzione mediatica in seguito a episodi di violenza di genere e discriminazione, il movimento femminista è stato oggetto di una crescente delegittimazione da parte dei partiti di destra, che lo hanno dipinto come un’“ideologia” superata, priva di applicazioni concrete nel contesto occidentale moderno. Secondo questa narrazione, il femminismo avrebbe esaurito la sua funzione storica, avendo già ottenuto le principali conquiste legali e sociali nei Paesi occidentali, e si sarebbe trasformato in un movimento sterile, eccessivamente focalizzato su questioni simboliche e identitarie. Questa critica si inserisce in un più ampio processo di ridefinizione del femminismo all’interno del paradigma neoliberale. Se nei decenni precedenti la lotta femminista era strettamente legata a un’analisi strutturale delle disuguaglianze di gene-re, nel contesto moderno dell’Occidente neoliberale si è progressivamente spostata verso una narrativa incentrata sulla realizzazione individuale. Il femminismo, in altre parole, è passato dall’essere una forza collettiva di trasformazione sociale a un modello di empowerment per-sonale, compatibile con le logiche di mercato e con la valorizzazione della competizione e del successo individuale. Questo passaggio è stato accompagnato da un cambiamento nella percezione delle principali criticità legate alla condizione femminile: se in passato l’accento era posto sul superamento delle barriere strutturali e delle oppressioni sistemiche, oggi il discorso pubblico si concentra sulla capacità delle donne di emergere nel mercato del lavoro e di ottenere posizioni di potere, lasciando in secondo piano le dinamiche più ampie di disuguaglianze economica e sociale. La progressiva assimilazione del discorso femminista nel linguaggio neoliberale ha prodotto una serie di contraddizioni profonde. Da un lato, le tematiche di genere sono entrate a pieno titolo nell’agenda pubblica e istituzionale, dall’altro, questa inclusione è avvenuta a condizione che il femminismo stesso si adattasse ai principi del merca-to, adottando una retorica che enfatizza il merito, la resilienza individuale e la capacità di adattarsi a un contesto competitivo. Questo processo ha contribuito a depotenziare il femminismo come movimento di critica sociale, trasformandolo in uno strumento di legittimazione dell’ordine economico neoliberale. Questa prospettiva si traduce in un progressivo allontanamento dal femminismo delle origini, che si basava su una lotta collettiva per i diritti, e nella diffusione di un modello di emancipazione che premia le donne che riescono a competere con successo all’interno delle regole preesistenti, senza metterne in discussione i fondamenti. Questa tesi si propone di analizzare criticamente il modo in cui il capitalismo neoliberale ha ridefinito il femminismo, assorbendone alcuni elementi e trasformandoli in strumenti funzionali alla sua stessa sopravvivenza. L'obiettivo principale della ricerca è indagare le modalità attraverso cui il discorso femminista è stato progressivamente incorporato all'interno della retorica neoliberale, spesso perdendo il suo potenziale critico e trasformandosi in una narra-zione che enfatizza il successo individuale e la responsabilità personale, a scapito delle lotte collettive e della critica strutturale alle disuguaglianze sistemiche.

Femminismo in vendita: come il neoliberalismo ridefinisce le lotte femministe

CAMOIRANO, MATTEO
2023/2024

Abstract

All’interno del dibattito politico contemporaneo, il femminismo ha assunto una posizione sempre più rilevante, diventando un punto di riferimento sia per le rivendicazioni progressi-ste sia per le critiche provenienti dagli ambienti conservatori e populisti. Spesso al centro dell’attenzione mediatica in seguito a episodi di violenza di genere e discriminazione, il movimento femminista è stato oggetto di una crescente delegittimazione da parte dei partiti di destra, che lo hanno dipinto come un’“ideologia” superata, priva di applicazioni concrete nel contesto occidentale moderno. Secondo questa narrazione, il femminismo avrebbe esaurito la sua funzione storica, avendo già ottenuto le principali conquiste legali e sociali nei Paesi occidentali, e si sarebbe trasformato in un movimento sterile, eccessivamente focalizzato su questioni simboliche e identitarie. Questa critica si inserisce in un più ampio processo di ridefinizione del femminismo all’interno del paradigma neoliberale. Se nei decenni precedenti la lotta femminista era strettamente legata a un’analisi strutturale delle disuguaglianze di gene-re, nel contesto moderno dell’Occidente neoliberale si è progressivamente spostata verso una narrativa incentrata sulla realizzazione individuale. Il femminismo, in altre parole, è passato dall’essere una forza collettiva di trasformazione sociale a un modello di empowerment per-sonale, compatibile con le logiche di mercato e con la valorizzazione della competizione e del successo individuale. Questo passaggio è stato accompagnato da un cambiamento nella percezione delle principali criticità legate alla condizione femminile: se in passato l’accento era posto sul superamento delle barriere strutturali e delle oppressioni sistemiche, oggi il discorso pubblico si concentra sulla capacità delle donne di emergere nel mercato del lavoro e di ottenere posizioni di potere, lasciando in secondo piano le dinamiche più ampie di disuguaglianze economica e sociale. La progressiva assimilazione del discorso femminista nel linguaggio neoliberale ha prodotto una serie di contraddizioni profonde. Da un lato, le tematiche di genere sono entrate a pieno titolo nell’agenda pubblica e istituzionale, dall’altro, questa inclusione è avvenuta a condizione che il femminismo stesso si adattasse ai principi del merca-to, adottando una retorica che enfatizza il merito, la resilienza individuale e la capacità di adattarsi a un contesto competitivo. Questo processo ha contribuito a depotenziare il femminismo come movimento di critica sociale, trasformandolo in uno strumento di legittimazione dell’ordine economico neoliberale. Questa prospettiva si traduce in un progressivo allontanamento dal femminismo delle origini, che si basava su una lotta collettiva per i diritti, e nella diffusione di un modello di emancipazione che premia le donne che riescono a competere con successo all’interno delle regole preesistenti, senza metterne in discussione i fondamenti. Questa tesi si propone di analizzare criticamente il modo in cui il capitalismo neoliberale ha ridefinito il femminismo, assorbendone alcuni elementi e trasformandoli in strumenti funzionali alla sua stessa sopravvivenza. L'obiettivo principale della ricerca è indagare le modalità attraverso cui il discorso femminista è stato progressivamente incorporato all'interno della retorica neoliberale, spesso perdendo il suo potenziale critico e trasformandosi in una narra-zione che enfatizza il successo individuale e la responsabilità personale, a scapito delle lotte collettive e della critica strutturale alle disuguaglianze sistemiche.
Feminism for sale: how neoliberalism redefines feminist struggles
Within the contemporary political debate, feminism has assumed an increasingly prominent position, becoming a point of reference both for progressive claims and for criticisms from conservative and populist circles. Often at the centre of media attention following episodes of gender-based violence and discrimination, the feminist movement has been subject to growing delegitimization by right-wing parties, which have portrayed it as an "outdated ideology" with no concrete applications in the modern Western context. According to this narrative, feminism would have exhausted its historical function, having already achieved the main legal and social gains in Western countries. It would have transformed into a sterile movement, overly focused on symbolic and identity issues. This criticism is part of a broader process of redefining feminism within the neoliberal paradigm. If in previous decades feminist struggle was closely tied to a structural analysis of gender inequalities, in the modern context of neoliberal Western societies, it has progressively shifted toward a narrative centred on individual achievement. Feminism, in other words, has transitioned from being a collective force for social transformation to a model of personal empowerment, compatible with market logic and the valorization of competition and individual success. This shift has been accompanied by a change in the perception of the main challenges related to women's condition: whereas in the past the focus was on overcoming structural barriers and systemic oppression, today public discourse centres on women's ability to succeed in the labour market and attain positions of power, leaving broader dynamics of economic and social inequality in the background. The progressive assimilation of feminist discourse into neoliberal language has produced a series of profound contradictions. On the one hand, gender issues have become fully integrated into public and institutional agendas; on the other hand, this inclusion has occurred on the condition that feminism itself adapts to market principles, adopting a rhetoric that emphasizes merit, individual resilience, and the ability to adapt to a competitive context. This process has contributed to weakening feminism as a movement of social critique, transforming it into a tool for legitimizing the neoliberal economic order. This perspective translates into a gradual departure from the original feminism, which was based on a collective struggle for rights, and the spread of a model of emancipation that rewards women who succeed in competing within preexisting rules, without questioning their foundations. This thesis aims to critically analyze how neoliberal capitalism has redefined feminism, absorbing some of its elements and transforming them into tools functional to its survival. The main objective of the research is to investigate how feminist discourse has been progressively incorporated into neoliberal rhetoric, often losing its critical potential and becoming a narrative that emphasizes individual success and personal responsibility, at the expense of collective struggles and structural critique of systemic inequalities.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/161836