L'estrema precarietà delle condizioni di vita degli immigrati impedisce, o rende più difficile, la comunicazione. Per la maggior parte di noi, è più semplice avere rapporti con persone che vivono in condizioni più simili alle nostre. Questa parte della popolazione che vive alla giornata suscita sospetti e paure, anche infondati, e con essi il senso di fallimento che, nonostante sia celato, ognuno porta dentro di sé. Solo grazie al dialogo si possono trovare attinenze tra le varie culture e valorizzarne le indiscutibili differenze. In certi casi l'immigrato è accolto ma generalmente non è accettato come persona portatrice di una cultura diversa. Possiamo anche decidere, razionalmente, di assumere una data forma d'agire, ma poi, di fronte alla diversità, possono emergere in noi pensieri che ostacolano un buon scambio. Oltre ai pregiudizi e agli stereotipi nei confronti della mentalità, dell'intelligenza, dei modi affettivi o delle pratiche di vita quotidiana dell'altro, possono scaturire in noi atteggiamenti che rivelano la necessità di difendere il nostro territorio, dal momento che l'altrui presenza, nei nostri spazi di vita e di lavoro, costituisce una minaccia per gli equilibri del nostro ecosistema e per i privilegi che questo ci permette di avere. In ultimo ma di estrema importanza, può nascere in noi la paura per la possibile perdita delle nostre convinzioni, o valori, che riteniamo costituiscano capisaldi per la nostra sopravvivenza e l'integrità personale. Lo straniero è evocatore di perdita e cambiamento, per questo, le difese nei suoi confronti possono facilmente diventare offese.

IMMIGRAZIONE STRANIERA ED ETNOPSICHIATRIA:QUALE RUOLO PER L'EDUCATORE PROFESSOINALE

TRUCCO, SONIA
2009/2010

Abstract

L'estrema precarietà delle condizioni di vita degli immigrati impedisce, o rende più difficile, la comunicazione. Per la maggior parte di noi, è più semplice avere rapporti con persone che vivono in condizioni più simili alle nostre. Questa parte della popolazione che vive alla giornata suscita sospetti e paure, anche infondati, e con essi il senso di fallimento che, nonostante sia celato, ognuno porta dentro di sé. Solo grazie al dialogo si possono trovare attinenze tra le varie culture e valorizzarne le indiscutibili differenze. In certi casi l'immigrato è accolto ma generalmente non è accettato come persona portatrice di una cultura diversa. Possiamo anche decidere, razionalmente, di assumere una data forma d'agire, ma poi, di fronte alla diversità, possono emergere in noi pensieri che ostacolano un buon scambio. Oltre ai pregiudizi e agli stereotipi nei confronti della mentalità, dell'intelligenza, dei modi affettivi o delle pratiche di vita quotidiana dell'altro, possono scaturire in noi atteggiamenti che rivelano la necessità di difendere il nostro territorio, dal momento che l'altrui presenza, nei nostri spazi di vita e di lavoro, costituisce una minaccia per gli equilibri del nostro ecosistema e per i privilegi che questo ci permette di avere. In ultimo ma di estrema importanza, può nascere in noi la paura per la possibile perdita delle nostre convinzioni, o valori, che riteniamo costituiscano capisaldi per la nostra sopravvivenza e l'integrità personale. Lo straniero è evocatore di perdita e cambiamento, per questo, le difese nei suoi confronti possono facilmente diventare offese.
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