Hip-hop culture has long been studied as a powerful means for social expression, empowering marginalized groups worldwide to challenge systemic inequalities and advocate for change by providing alternative narratives. This study draws on concepts of everyday resistance and urban poor agency, as well as contestation of territorial stigmatization and struggles over access to public space under punitive regulatory regimes that exacerbate discrimination. Over a four-month period, we carried out qualitative action-research employing photovoice with male participants aged 20–30 from the rap collective BT Crew. The group belongs to the Qom Indigenous community residing in Barrio Toba Oeste, an ethnically segregated neighbourhood in Rosario, Argentina. The research, culminating in a photovoice exhibition presented to the neighbourhood’s community and local institutions, explores the transformative role of rap in generating spaces of resistance among marginalised urban youth by redefining collective identity and reclaiming freedom of movement within public spaces, undermined by violence and racial discrimination. I argue that protest rap represents a form of cultural and social resistance, intersecting with identity renegotiation, social justice, and urban environment access. Their narratives and performances transform stigmatized urban areas into sites of cultural production by asserting residents’ creative agency.
La cultura hip-hop è stata a lungo studiata come un potente mezzo di espressione sociale che consente ai gruppi emarginati di tutto il mondo di sfidare le disuguaglianze sistemiche e di sostenere il cambiamento attraverso narrazioni alternative. Questo studio si basa sui concetti di resistenza quotidiana e di agency della popolazione povera urbana nonché sulla contestazione della stigmatizzazione territoriale e sulle lotte per l'accesso allo spazio pubblico sotto regimi normativi che aggravano la discriminazione. Per un periodo di quattro mesi, abbiamo condotto una ricerca-azione utilizzando il photovoice con partecipanti di età compresa tra i 20 e i 30 anni, membri del collettivo rap BT Crew. Il gruppo appartiene alla comunità indigena Qom che risiede nel Barrio Toba Oeste, un quartiere etnicamente segregato di Rosario, in Argentina. La ricerca, conclusasi con una mostra fotografica presentata alla comunità del quartiere e alle istituzioni locali, esplora il ruolo trasformativo del rap nel generare spazi di resistenza tra i giovani urbani emarginati, ridefinendo la loro identità collettiva e rivendicando il diritto di muoversi liberamente negli spazi pubblici, minacciati dalla violenza e dalla discriminazione razziale. Sostengo che il rap di protesta rappresenti una forma di resistenza culturale e sociale che si interseca con la rinegoziazione dell'identità, la giustizia sociale e l'accesso all'ambiente urbano. Le loro narrazioni e performance trasformano le aree urbane stigmatizzate in luoghi di produzione culturale, affermando il ruolo creativo dei residenti.
"Somos pueblo, somos arte": Rap as Space of Resistance in an Ethnically Segregated Neighbourhood in Rosario, Argentina
CICCARELLA, GERI
2024/2025
Abstract
La cultura hip-hop è stata a lungo studiata come un potente mezzo di espressione sociale che consente ai gruppi emarginati di tutto il mondo di sfidare le disuguaglianze sistemiche e di sostenere il cambiamento attraverso narrazioni alternative. Questo studio si basa sui concetti di resistenza quotidiana e di agency della popolazione povera urbana nonché sulla contestazione della stigmatizzazione territoriale e sulle lotte per l'accesso allo spazio pubblico sotto regimi normativi che aggravano la discriminazione. Per un periodo di quattro mesi, abbiamo condotto una ricerca-azione utilizzando il photovoice con partecipanti di età compresa tra i 20 e i 30 anni, membri del collettivo rap BT Crew. Il gruppo appartiene alla comunità indigena Qom che risiede nel Barrio Toba Oeste, un quartiere etnicamente segregato di Rosario, in Argentina. La ricerca, conclusasi con una mostra fotografica presentata alla comunità del quartiere e alle istituzioni locali, esplora il ruolo trasformativo del rap nel generare spazi di resistenza tra i giovani urbani emarginati, ridefinendo la loro identità collettiva e rivendicando il diritto di muoversi liberamente negli spazi pubblici, minacciati dalla violenza e dalla discriminazione razziale. Sostengo che il rap di protesta rappresenti una forma di resistenza culturale e sociale che si interseca con la rinegoziazione dell'identità, la giustizia sociale e l'accesso all'ambiente urbano. Le loro narrazioni e performance trasformano le aree urbane stigmatizzate in luoghi di produzione culturale, affermando il ruolo creativo dei residenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/161728