The Panopticon, created by Jeremy Bentham in the 18th century, represented a revolutionary idea of a prison structure based on omnipresent surveillance. The term derives from Greek "pan" (all) and "opticon" (visible). This thesis explores the evolution of the concept, from the original design to the theoretical reinterpretation of Michel Foucault, up to the practical applications in contemporary society. Bentham, a well-known exponent of utilitarianism, designed the Panopticon to maximize the effectiveness of surveillance: a single guard could observe all the inmates without being seen, promoting self-regulation of behavior. In his book "Discipline and Punish", Foucault used the Panopticon as a metaphor to describe the transition from methods of public punishment to modern methods of social control. The Panopticon model has become a symbol of modern disciplinary institutions, such as prisons, schools and offices, where constant surveillance affects the psychology of the subjects. The thesis also examines the criticisms and rereadings of the panoptic model, highlighting its limits and implications in the current context.
Il Panopticon, ideato da Jeremy Bentham nel XVIII secolo, rappresentò un'idea rivoluzionaria di struttura carceraria basata sulla sorveglianza onnipresente. Il termine deriva dal greco "pan" (tutto) e "opticon" (visibile). Questa tesi esplora l'evoluzione del concetto, dalla progettazione originaria alla reinterpretazione teorica di Michel Foucault, fino alle applicazioni pratiche nella società contemporanea. Bentham, noto esponente dell’utilitarismo, progettò il Panopticon per massimizzare l'efficacia della sorveglianza: un singolo guardiano poteva osservare tutti i detenuti senza essere visto, promuovendo l'autoregolazione dei comportamenti. Nel suo libro "Sorvegliare e Punire", Foucault utilizzò il Panopticon come metafora per descrivere la transizione dai metodi di punizione pubblica ai moderni metodi di controllo sociale. Il modello del Panopticon è diventato simbolo delle istituzioni disciplinari moderne, come carceri, scuole e uffici, dove la sorveglianza costante influisce sulla psicologia dei soggetti. La tesi esamina inoltre le critiche e le riletture del modello panoptico, mettendone in luce limiti e implicazioni nel contesto attuale.
Il mito dell'autoregolazione: l'occhio invisibile del Panopticon e le sue applicazioni moderne
RABUANO, GIORGIA
2023/2024
Abstract
Il Panopticon, ideato da Jeremy Bentham nel XVIII secolo, rappresentò un'idea rivoluzionaria di struttura carceraria basata sulla sorveglianza onnipresente. Il termine deriva dal greco "pan" (tutto) e "opticon" (visibile). Questa tesi esplora l'evoluzione del concetto, dalla progettazione originaria alla reinterpretazione teorica di Michel Foucault, fino alle applicazioni pratiche nella società contemporanea. Bentham, noto esponente dell’utilitarismo, progettò il Panopticon per massimizzare l'efficacia della sorveglianza: un singolo guardiano poteva osservare tutti i detenuti senza essere visto, promuovendo l'autoregolazione dei comportamenti. Nel suo libro "Sorvegliare e Punire", Foucault utilizzò il Panopticon come metafora per descrivere la transizione dai metodi di punizione pubblica ai moderni metodi di controllo sociale. Il modello del Panopticon è diventato simbolo delle istituzioni disciplinari moderne, come carceri, scuole e uffici, dove la sorveglianza costante influisce sulla psicologia dei soggetti. La tesi esamina inoltre le critiche e le riletture del modello panoptico, mettendone in luce limiti e implicazioni nel contesto attuale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
FRONTESPIZIO TESI (1).pdf
non disponibili
Dimensione
1.56 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.56 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/161507