L'obiettivo di questo lavoro è stato di individuare il grado di conoscenze della patologia e dei bisogni informativi circa le terapie somministrate, poi prescritte in dimissione, ai pazienti degenti in Cardiologia per il primo episodio di Sindrome Coronarica Acuta (SCA). Parallelamente si è indagato il ruolo dell'infermiere nel costruire un'alleanza terapeutica.Sono stati arruolati consecutivamente 20 pazienti ricoverati con primo episodio di SCA presso il reparto di Cardiologia dell'Ospedale San Luigi nel periodo compreso tra marzo e maggio 2010. I pazienti dovevano essere autosufficienti, al primo evento di malattia coronarica , di età < 70 anni e non presentare comorbilità. Dopo 3 mesi è stato riproposto il medesimo questionario. Parallelamente ai pazienti, è stato distribuito un questionario anche agli infermieri della Cardiologia del San Luigi e degli Infermi di Rivoli. Questa indagine è servita per valutare il grado di coinvolgimento del personale infermieristico nell'educazione terapeutica (ETP).Sono stati arruolati 20 pazienti (18 maschi e 2 femmine), con età media di 60 anni (σ²= 7,79). 18 riferiscono un'adeguata percezione dell'evento acuto alla dimissione, il 70% è autonomo nella gestione dei farmaci, il 75% si dichiara soddisfatto delle informazioni ricevute, il 10% non le ritiene sufficienti. Per il 79% il linguaggio è ¿molto¿ chiaro, per il 5% non è comprensibile; il 50% non è stato in grado di elencare la terapia, il 90% non conosceva gli effetti collaterali. Dopo i 3 mesi, l'85% elenca i farmaci prescritti, ma il 90% non conosce gli effetti collaterali; l'89% dei pazienti è interessato a scopo, orario di somministrazione e dosaggio del farmaco, solo l'11% è interessato agli effetti collaterali/interazioni. Alla dimissione il 55% gestirà autonomamente la terapia, dopo 3 mesi i pazienti autonomi sono il 74%. Il 60% ritiene che le informazioni inerenti alla terapia possano essere date sia dal medico che dall'infermiere, il 5% indica l'infermiere come unico erogatore di informazioni. I contributi del personale infermieristico vengono indicati nel 90% inerenti allo scopo del farmaco e alla posologia, nel 10% per quanto riguarda gli effetti collaterali e nessuno dei pazienti riferisce di aver ricevuto stimoli all'autogestione. Per il 47% del personale infermieristico, medico ed infermiere danno informazioni inerenti la terapia, e per il 46% solo l'infermiere. Il 53% (n = 16) si sente comunque molto formato sull'ETP e il 47% (n =14 ) sentono ¿molto¿ il bisogno di informare quando somministrano la terapia. In relazione al quando, 15 infermieri su 30 la svolgono durante la somministrazione, ogni volta. I professionisti intervistati riferiscono di ricevere molte domande da parte dei pazienti (53%), che per l'82% si riferiscono a scopo, orario e dosaggio del farmaco, e per l'11% agli effetti collaterali; risulta inoltre che il linguaggio utilizzato è, per la maggioranza (17 infermieri su 30) molto chiaro. La maggior parte dei pazienti si sente in grado di gestire la propria terapia, e ritengono inoltre che le informazioni siano adeguate, rimane però un gruppo di pazienti non raggiunto dalle informazioni, perché secondo gli infermieri vi sono ostacoli quali: le difficoltà cognitive e culturali, il ricovero breve ed il carico di lavoro.
L'ADESIONE ALLE PRESCRIZIONI TERAPEUTICHE: IL RUOLO DELL'INFERMIERE NELLA COMUNICAZIONE E COSTRUZIONE DELL'ALLEANZA TERAPEUTICA
CANNIZZARO, MORENA
2009/2010
Abstract
L'obiettivo di questo lavoro è stato di individuare il grado di conoscenze della patologia e dei bisogni informativi circa le terapie somministrate, poi prescritte in dimissione, ai pazienti degenti in Cardiologia per il primo episodio di Sindrome Coronarica Acuta (SCA). Parallelamente si è indagato il ruolo dell'infermiere nel costruire un'alleanza terapeutica.Sono stati arruolati consecutivamente 20 pazienti ricoverati con primo episodio di SCA presso il reparto di Cardiologia dell'Ospedale San Luigi nel periodo compreso tra marzo e maggio 2010. I pazienti dovevano essere autosufficienti, al primo evento di malattia coronarica , di età < 70 anni e non presentare comorbilità. Dopo 3 mesi è stato riproposto il medesimo questionario. Parallelamente ai pazienti, è stato distribuito un questionario anche agli infermieri della Cardiologia del San Luigi e degli Infermi di Rivoli. Questa indagine è servita per valutare il grado di coinvolgimento del personale infermieristico nell'educazione terapeutica (ETP).Sono stati arruolati 20 pazienti (18 maschi e 2 femmine), con età media di 60 anni (σ²= 7,79). 18 riferiscono un'adeguata percezione dell'evento acuto alla dimissione, il 70% è autonomo nella gestione dei farmaci, il 75% si dichiara soddisfatto delle informazioni ricevute, il 10% non le ritiene sufficienti. Per il 79% il linguaggio è ¿molto¿ chiaro, per il 5% non è comprensibile; il 50% non è stato in grado di elencare la terapia, il 90% non conosceva gli effetti collaterali. Dopo i 3 mesi, l'85% elenca i farmaci prescritti, ma il 90% non conosce gli effetti collaterali; l'89% dei pazienti è interessato a scopo, orario di somministrazione e dosaggio del farmaco, solo l'11% è interessato agli effetti collaterali/interazioni. Alla dimissione il 55% gestirà autonomamente la terapia, dopo 3 mesi i pazienti autonomi sono il 74%. Il 60% ritiene che le informazioni inerenti alla terapia possano essere date sia dal medico che dall'infermiere, il 5% indica l'infermiere come unico erogatore di informazioni. I contributi del personale infermieristico vengono indicati nel 90% inerenti allo scopo del farmaco e alla posologia, nel 10% per quanto riguarda gli effetti collaterali e nessuno dei pazienti riferisce di aver ricevuto stimoli all'autogestione. Per il 47% del personale infermieristico, medico ed infermiere danno informazioni inerenti la terapia, e per il 46% solo l'infermiere. Il 53% (n = 16) si sente comunque molto formato sull'ETP e il 47% (n =14 ) sentono ¿molto¿ il bisogno di informare quando somministrano la terapia. In relazione al quando, 15 infermieri su 30 la svolgono durante la somministrazione, ogni volta. I professionisti intervistati riferiscono di ricevere molte domande da parte dei pazienti (53%), che per l'82% si riferiscono a scopo, orario e dosaggio del farmaco, e per l'11% agli effetti collaterali; risulta inoltre che il linguaggio utilizzato è, per la maggioranza (17 infermieri su 30) molto chiaro. La maggior parte dei pazienti si sente in grado di gestire la propria terapia, e ritengono inoltre che le informazioni siano adeguate, rimane però un gruppo di pazienti non raggiunto dalle informazioni, perché secondo gli infermieri vi sono ostacoli quali: le difficoltà cognitive e culturali, il ricovero breve ed il carico di lavoro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/16146