This dissertation aims to trace the artistic career of actor-author-star Alberto Sordi, analyzing his most decisive films and roles with the goal of capturing the "sordian" invention behind the construction of each character. The unique comedy, with often violent and aggressive tones towards the viewer and the ability to highlight the vices and flaws of an entire population, allowed the "sordian" characters to be considered unique in the Italian film scene from the 1950s until the late 1960s. The text is divided into three chapters, within which we chose to delve into what seem to have been the focal points of his career and which allowed a profound growth of the actor in parallel with a refinement of the specificities of the "sordian" character. In fact, the latter would not seem to change from film to film, but rather evolve, remaining focused on the comic reversal of the stereotype of the average Italian from the postwar period to the height of the economic boom years, combined with the willingness to judge and reflect on reality, typical of the Commedia all'Italiana. In the first chapter, starting from his difficult debut, the analysis attempts to trace the actor's early experiences in show business: from his first roles as an extra and his fortune as a dubbing actor in the cinema, through the revue theater (to which he devoted himself fully during the war years and which he abandoned in 1952), to his famous radio sketches (resulting in 1951 in his first film, which, however, had very poor results). Subsequently, special attention is paid to the close friendship that bound Alberto Sordi and Federico Fellini for more than fifty years and led to the creation of two films and two characters that have remained well-known in the cinematic imagination of early Fellini, the first (Lo sceicco bianco) as a failure misunderstood by critics and audiences, destined, however, to a reappraisal in more recent times, and the second (I vitelloni) as a legitimization of the director's and actor's innovative abilities. The second chapter is instead entirely devoted to the character of Nando Mericoni, remembered today as the iconic "maccaroni" eater, a symbol of a certain Italian-ness. By retracing the stages of the character's birth and construction (Un giorno in pretura), consecration (Un americano a Roma) and nostalgic recuperation and reworking (Di che segno sei?), an attempt is made to provide a picture, as complete as possible, of what the young muscled Roman in love with America portrayed on the big screen, narrating a popular Italy subjugated by Americanization. In conclusion, the third chapter sets out to investigate the fruitful working relationship between actor Sordi (by then a celebrated star) and author-screenwriter Rodolfo Sonego. The close collaboration of the two generated about forty films and as many characters between 1954 (the year of the release of Il seduttore) and 1998 (the year of the release of Incontri Proibiti, Sordi's last film), who were able to narrate Italy through a meticulous, and in some ways cruel, typification of the common Italian, as suggested by the very titles of the most famous films (Il seduttore, Il Vedovo, Il Vigile...). With respect to this gallery of common "types," in the analysis we have chosen to delve into the most relevant ones in order to investigate the percentage of "sordian" authorship competing with the artistic contribution of the talented and ingenious Sonego.
Questo elaborato si propone di ripercorrere la carriera artistica dell’attore-autore-divo Alberto Sordi, analizzandone i film e i ruoli più determinanti con l’obiettivo di cogliere l’invenzione «sordiana» che si cela alle spalle della costruzione di ogni singolo personaggio. La singolare comicità, dai toni spesso violenti e aggressivi nei confronti dello spettatore e la capacità di evidenziare i vizi e difetti di una popolazione intera, hanno permesso ai personaggi «sordiani» di essere considerati un unicum nel panorama cinematografico italiano dagli anni 50 fino alla fine degli anni 60. L’elaborato si suddivide in tre capitoli, all’interno dei quali si è scelto di approfondire quelli che sembrano essere stati i punti focali della sua carriera e che hanno permesso una profonda crescita dell’attore in parallelo ad un perfezionamento delle specificità del personaggio «sordiano». Quest’ultimo infatti non sembrerebbe mutare di film in film, bensì evolversi, rimanendo focalizzato sul rovesciamento comico dello stereotipo dell’italiano medio a partire dal dopoguerra fino al pieno degli anni del boom economico, unito alla volontà di giudicare e riflettere sulla realtà, tipica della Commedia all’Italiana. Nel primo capitolo, partendo dal difficoltoso esordio, l’analisi tenta di ripercorrere le prime esperienze dell’attore nel mondo dello spettacolo: dai primi ruoli come comparsa e dalla fortuna come doppiatore nel cinema, passando per il teatro di rivista (al quale si dedica in pieno negli anni della guerra e che abbandona nel 1952), fino alle sue celebri macchiette radiofoniche (sfociate nel 1951 nel suo primo film, che ebbe però pessimi risultati). Successivamente viene posta particolare attenzione allo stretto rapporto di amicizia che ha legato Alberto Sordi e Federico Fellini per più di cinquant’anni e che ha portato alla creazione di due film e due personaggi rimasti conosciuti, nell’immaginario cinematografico del primo Fellini, il primo (Lo sceicco bianco) come un fiasco incompreso dalla critica e dal pubblico, destinato però ad una rivalutazione in tempi più recenti ed il secondo (I vitelloni) come legittimazione delle capacità innovative del regista e dell’attore. Il secondo capitolo è invece interamente dedicato al personaggio di Nando Mericoni, oggi ricordato come l’iconico mangiatore di «maccaroni», simbolo di una certa italianità. Ripercorrendo le tappe di nascita e costruzione del personaggio (Un giorno in pretura), di consacrazione (Un americano a Roma) e di recupero e rielaborazione nostalgica (Di che segno sei?) si tenta di fornire un quadro, il più possibile completo, di quello che il giovane prestante romano innamorato dell’America ha rappresentato sul grande schermo, narrando un’Italia popolare soggiogata dall’americanizzazione. In conclusione, il terzo capitolo si propone d’indagare la proficua relazione lavorativa tra l’attore Sordi (ai tempi ormai celebre divo) e l’autore-sceneggiatore Rodolfo Sonego. La stretta collaborazione dei due ha generato circa quaranta pellicole ed altrettanti personaggi tra il 1954 (anno di uscita de Il seduttore) e il 1998 (anno di uscita di Incontri Proibiti, ultimo film di Sordi), che hanno saputo raccontare l’Italia attraverso una minuziosa, e per certi versi crudele, tipizzazione dell’italiano comune, come suggerito dagli stessi titoli dei film più celebri (Il seduttore, Il Vedovo , Il Vigile…). Rispetto a questa galleria di «tipi» comuni, nell’analisi si è scelto di approfondire quelli maggiormente rilevanti al fine d’indagare la percentuale di autorialià «sordiana» in competizione con l’apporto artistico del talentoso e ingegnoso Sonego.
L’invenzione di Alberto Sordi: i personaggi «sordiani» tra autorialità e attorialità
LANZAVECCHIA, SILVIA
2022/2023
Abstract
Questo elaborato si propone di ripercorrere la carriera artistica dell’attore-autore-divo Alberto Sordi, analizzandone i film e i ruoli più determinanti con l’obiettivo di cogliere l’invenzione «sordiana» che si cela alle spalle della costruzione di ogni singolo personaggio. La singolare comicità, dai toni spesso violenti e aggressivi nei confronti dello spettatore e la capacità di evidenziare i vizi e difetti di una popolazione intera, hanno permesso ai personaggi «sordiani» di essere considerati un unicum nel panorama cinematografico italiano dagli anni 50 fino alla fine degli anni 60. L’elaborato si suddivide in tre capitoli, all’interno dei quali si è scelto di approfondire quelli che sembrano essere stati i punti focali della sua carriera e che hanno permesso una profonda crescita dell’attore in parallelo ad un perfezionamento delle specificità del personaggio «sordiano». Quest’ultimo infatti non sembrerebbe mutare di film in film, bensì evolversi, rimanendo focalizzato sul rovesciamento comico dello stereotipo dell’italiano medio a partire dal dopoguerra fino al pieno degli anni del boom economico, unito alla volontà di giudicare e riflettere sulla realtà, tipica della Commedia all’Italiana. Nel primo capitolo, partendo dal difficoltoso esordio, l’analisi tenta di ripercorrere le prime esperienze dell’attore nel mondo dello spettacolo: dai primi ruoli come comparsa e dalla fortuna come doppiatore nel cinema, passando per il teatro di rivista (al quale si dedica in pieno negli anni della guerra e che abbandona nel 1952), fino alle sue celebri macchiette radiofoniche (sfociate nel 1951 nel suo primo film, che ebbe però pessimi risultati). Successivamente viene posta particolare attenzione allo stretto rapporto di amicizia che ha legato Alberto Sordi e Federico Fellini per più di cinquant’anni e che ha portato alla creazione di due film e due personaggi rimasti conosciuti, nell’immaginario cinematografico del primo Fellini, il primo (Lo sceicco bianco) come un fiasco incompreso dalla critica e dal pubblico, destinato però ad una rivalutazione in tempi più recenti ed il secondo (I vitelloni) come legittimazione delle capacità innovative del regista e dell’attore. Il secondo capitolo è invece interamente dedicato al personaggio di Nando Mericoni, oggi ricordato come l’iconico mangiatore di «maccaroni», simbolo di una certa italianità. Ripercorrendo le tappe di nascita e costruzione del personaggio (Un giorno in pretura), di consacrazione (Un americano a Roma) e di recupero e rielaborazione nostalgica (Di che segno sei?) si tenta di fornire un quadro, il più possibile completo, di quello che il giovane prestante romano innamorato dell’America ha rappresentato sul grande schermo, narrando un’Italia popolare soggiogata dall’americanizzazione. In conclusione, il terzo capitolo si propone d’indagare la proficua relazione lavorativa tra l’attore Sordi (ai tempi ormai celebre divo) e l’autore-sceneggiatore Rodolfo Sonego. La stretta collaborazione dei due ha generato circa quaranta pellicole ed altrettanti personaggi tra il 1954 (anno di uscita de Il seduttore) e il 1998 (anno di uscita di Incontri Proibiti, ultimo film di Sordi), che hanno saputo raccontare l’Italia attraverso una minuziosa, e per certi versi crudele, tipizzazione dell’italiano comune, come suggerito dagli stessi titoli dei film più celebri (Il seduttore, Il Vedovo , Il Vigile…). Rispetto a questa galleria di «tipi» comuni, nell’analisi si è scelto di approfondire quelli maggiormente rilevanti al fine d’indagare la percentuale di autorialià «sordiana» in competizione con l’apporto artistico del talentoso e ingegnoso Sonego.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
952651_tesilanzavecchiasilvia.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
193.29 MB
Formato
Adobe PDF
|
193.29 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/161144