Nel periodo storico attuale, l’Europa deve far fronte ad una crisi energetica che colpisce cittadini ed imprese; i prezzi delle fonti di energia d’uso comune sono elevati e la loro reperibilità è sempre più difficoltosa. Relativamente al gas naturale di origine fossile, l’Europa dipende dall’importazione russa per circa il 40% del proprio fabbisogno. È risaputo come il settore energetico sia responsabile di gran parte delle emissioni di gas effetto serra, delle quali circa un terzo è attribuibile al settore dei trasporti. L’Unione Europea sta sempre più incentivando la produzione di energia da fonti rinnovabili, tra le quali si ricorda la produzione di biogas tramite digestione anaerobica. Il biometano è un gas contenente una percentuale di metano prossima al 98-99% ed è ottenuto attraverso un processo definito di upgrading. Il biometano può essere un buon sostituto del gas naturale di origine fossile, avendo caratteristiche energetiche analoghe, ma un impatto ambientale notevolmente inferiore. Inoltre, l’autoproduzione di gas rinnovabile sul territorio europeo e su quello nazionale consentirebbe di ridurre le importazioni e di contenere i costi di produzione dell’energia. Dall’analisi bibliografica condotta è emerso che il biometano può essere immesso in rete per utilizzo domestico, oppure utilizzato come carburante per autotrazione. Nella relazione finale è stata presa in esame quest’ultima destinazione d’uso del biometano, del quale sono stati analizzati i sistemi di distribuzione in Europa ed i vantaggi ambientali che consente di ottenere rispetto ai combustibili di origine fossile tradizionali. Nel primo caso studio (Prussi et al., 2021) preso in esame, è stato richiesto ai singoli stati membri dell’UE di fornire il numero dei punti di rifornimento di biometano presenti sul territorio e le prospettive di sviluppo della rete di distribuzione al 2030, così come il numero di veicoli attualmente circolanti e le previsioni future. È emerso che per paesi come Germania ed Austria, in quanto già strutturati, si prevede una crescita non particolarmente significativa. Al contrario, per l’Italia – sebbene si preveda un importante sviluppo del settore del biometano – attualmente il numero di veicoli circolanti non è adeguatamente supportato dal numero di stazioni di rifornimento disponibili sul territorio nazionale. Nel secondo caso studio (Ciula et al., 2019) è stata valutata la possibilità di convertire in biometano per autotrazione il biogas prodotto in eccesso da un impianto di digestione anaerobica polacco, alimentato con fanghi di depurazione delle acque reflue municipali. Secondo lo studio, sostituendo i veicoli pesanti circolanti nelle zone limitrofe (alimentati a diesel) con quelli a biometano, le emissioni di CO2 potrebbero essere abbattute circa del 80%. Infatti, la stima dei grammi di CO2 emessi per ogni km percorso dalle due tipologie di veicoli restituisce valori di 0,1 g per il diesel e di 0,015 g per il biometano. In conclusione, il biometano come carburante è da considerarsi come uno dei pilastri dell’innovazione energetica dei prossimi anni, essendo valorizzato dalla sua origine “pulita” che è rappresentata da prodotti organici e di scarto utilizzati per alimentare gli impianti di digestione anaerobica. In Italia saranno necessari importanti investimenti in infrastrutture e stazioni di rifornimento, che consentano in futuro di rendere questo combustibile rinnovabile più competitivo rispetto alla situazione attuale.

Il biometano come carburante alternativo per l'autotrazione

RIAUDO, DANIELE
2022/2023

Abstract

Nel periodo storico attuale, l’Europa deve far fronte ad una crisi energetica che colpisce cittadini ed imprese; i prezzi delle fonti di energia d’uso comune sono elevati e la loro reperibilità è sempre più difficoltosa. Relativamente al gas naturale di origine fossile, l’Europa dipende dall’importazione russa per circa il 40% del proprio fabbisogno. È risaputo come il settore energetico sia responsabile di gran parte delle emissioni di gas effetto serra, delle quali circa un terzo è attribuibile al settore dei trasporti. L’Unione Europea sta sempre più incentivando la produzione di energia da fonti rinnovabili, tra le quali si ricorda la produzione di biogas tramite digestione anaerobica. Il biometano è un gas contenente una percentuale di metano prossima al 98-99% ed è ottenuto attraverso un processo definito di upgrading. Il biometano può essere un buon sostituto del gas naturale di origine fossile, avendo caratteristiche energetiche analoghe, ma un impatto ambientale notevolmente inferiore. Inoltre, l’autoproduzione di gas rinnovabile sul territorio europeo e su quello nazionale consentirebbe di ridurre le importazioni e di contenere i costi di produzione dell’energia. Dall’analisi bibliografica condotta è emerso che il biometano può essere immesso in rete per utilizzo domestico, oppure utilizzato come carburante per autotrazione. Nella relazione finale è stata presa in esame quest’ultima destinazione d’uso del biometano, del quale sono stati analizzati i sistemi di distribuzione in Europa ed i vantaggi ambientali che consente di ottenere rispetto ai combustibili di origine fossile tradizionali. Nel primo caso studio (Prussi et al., 2021) preso in esame, è stato richiesto ai singoli stati membri dell’UE di fornire il numero dei punti di rifornimento di biometano presenti sul territorio e le prospettive di sviluppo della rete di distribuzione al 2030, così come il numero di veicoli attualmente circolanti e le previsioni future. È emerso che per paesi come Germania ed Austria, in quanto già strutturati, si prevede una crescita non particolarmente significativa. Al contrario, per l’Italia – sebbene si preveda un importante sviluppo del settore del biometano – attualmente il numero di veicoli circolanti non è adeguatamente supportato dal numero di stazioni di rifornimento disponibili sul territorio nazionale. Nel secondo caso studio (Ciula et al., 2019) è stata valutata la possibilità di convertire in biometano per autotrazione il biogas prodotto in eccesso da un impianto di digestione anaerobica polacco, alimentato con fanghi di depurazione delle acque reflue municipali. Secondo lo studio, sostituendo i veicoli pesanti circolanti nelle zone limitrofe (alimentati a diesel) con quelli a biometano, le emissioni di CO2 potrebbero essere abbattute circa del 80%. Infatti, la stima dei grammi di CO2 emessi per ogni km percorso dalle due tipologie di veicoli restituisce valori di 0,1 g per il diesel e di 0,015 g per il biometano. In conclusione, il biometano come carburante è da considerarsi come uno dei pilastri dell’innovazione energetica dei prossimi anni, essendo valorizzato dalla sua origine “pulita” che è rappresentata da prodotti organici e di scarto utilizzati per alimentare gli impianti di digestione anaerobica. In Italia saranno necessari importanti investimenti in infrastrutture e stazioni di rifornimento, che consentano in futuro di rendere questo combustibile rinnovabile più competitivo rispetto alla situazione attuale.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
920121_tesiriaudodaniele920121.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.71 MB
Formato Adobe PDF
1.71 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/161094