The Alps are dominated by semi-natural ecosystems characterized by high biodiversity; in the last century the most important Alpine ecosystems changes were due to the abandonment of traditionally managed forests, pastures, meadows and cultivated fields. To observe these changes we analyzed the grassland patches of the upper Pesio Valley, in the Marguareis Natural Park, in the Southwestern Alps. To observe and analyze the effects of the reforestation on patch vegetation we considered three different levels of analysis. At landscape scale, from the 1954 to the current situation, soil cover changes were observed. A substantial reduction of grassland and an increase of forest were observed. This is a consequence of the abandonment of traditional land-use practices that favored the reforestation of grassland patches, which lead to the closure of these open areas. Furthermore an increase of the patch number was observed, probably due to the patch fragmentation, linked to the tree encroachment. At patch scale the relationships between species richness and the surrounding environmental conditions were analyzed; despite different site conditions of patches, the vegetation biodiversity emerged to be mainly influenced by ecological and topographical variables and by landscape variables only at a second stage. Furthermore some ecological factors, as light, were linked to grassland patch maintenance (absence of shrubs and trees). In the patches, which vegetation was mainly influenced by animal presence, the management variables were also important for species richness. At plant community scale the species richness of the ¿grassland patches¿ was surveyed and some management practices were proposed. High species richness can be favored and maintained by extensive and well-balanced management practices; with the abandonment or with the unsuitable application of pastoral resources a reduction of species richness was demonstrated. Thus, the number of species was mainly influenced by ecological and management variables. In conclusion the progressive abandonment in the last century caused a strong increase of the forest and a reduction of the grassland areas. Consequently, management practices had to be carried out and adapted to environmental context of grassland patches in order to preserve ecosystem and landscape variability.
Le Alpi sono dominate da ecosistemi semi-naturali, caratterizzati da un'elevata biodiversità; nell'ultimo secolo i cambiamenti più significativi di tali ecosistemi in ambiente montano sono legati all'abbandono delle tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali. Per osservare tali cambiamenti si sono analizzate le radure forestali dell'Alta Valle Pesio, ricadenti all'interno del Parco Naturale del Marguareis, che ben rappresentano il processo di abbandono avvenuto nel sud delle Alpi dal secondo dopoguerra ad oggi. Per osservare e analizzare il fenomeno della ricolonizzazione delle radure da parte della copertura forestale e la sua influenza sulla vegetazione di tali aree si è operato a tre diverse scale. A scala di paesaggio sono stati osservati i cambiamenti della copertura del suolo e il fenomeno della ricolonizzazione delle radure da parte della copertura forestale dal 1954 ad oggi. Si è osservata una consistente diminuzione delle superfici prato-pascolive a fronte di un notevole aumento delle superfici boscate; ciò è legato al progressivo abbandono delle tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali che hanno favorito l'ingresso di specie arboree all'interno delle radure con la progressiva chiusura di tali aree. Inoltre si è osservato un aumento del numero delle radure; ciò è dovuto principalmente all'invasione di specie arboree che hanno ridotto e frammentato le superfici prato-pascolive delle radure esistenti. A scala di radura si è osservata la diversità floristica in relazione all'ambiente; nonostante le differenti condizioni stazionali che caratterizzano le diverse radure osservate si può affermare che la biodiversità vegetale nelle radure è influenzata principalmente dalle variabili stazionali (ecologiche e topografiche) e solo in secondo luogo da variabili paesaggistiche come le shape index. Bisogna però tenere presente che alcuni fattori ecologici come la luminosità sono legati al grado di apertura delle radure e quindi all'assenza di invasione arborea ed arbustiva; sapendo che radure ancor oggi ben gestite si mantengono nel tempo si può dire che, per le radure a determinismo zoogeno, anche le variabili gestionali sono importanti per la diversità floristica. A scala di comunità fitopastorale si è osservata la diversità floristica delle specie che costituiscono i prato-pascoli dell'habitat radura, ipotizzando delle indicazioni sulla possibile gestione. Una maggiore diversità floristica può essere favorita e mantenuta con utilizzazioni estensive e razionali, che siano in grado di garantire un buon apporto di fertilità al suolo in equilibrio con il prelievo vegetale: con l'abbandono (formazioni preforestali) o con l'utilizzo eccessivo e non razionale (formazioni nitrofile) si assiste ad una riduzione della diversità floristica. Il numero di specie totali è infatti maggiormente influenzato da variabili ecologiche e gestionali. In conclusione si può osservare come il progressivo abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali avvenuto nell'ultimo secolo abbia causato un notevole aumento delle superfici forestali a fronte di una riduzione delle aree a prato-pascolo. Dal momento che il mantenimento delle radure e la vegetazione presente al loro interno sono influenzate da variabili ecologico-stazionali ma anche dalla tipologia di gestione, per la conservazione di gran parte delle radure attualmente presenti e dell'attuale mosaico paesaggistico si rende necessaria una corretta utilizzazione pastorale su tutto il territorio.
Dinamiche del paesaggio e della vegetazione pastorale delle radure dell'Alta Valle Pesio
TREVES, ELISA
2014/2015
Abstract
Le Alpi sono dominate da ecosistemi semi-naturali, caratterizzati da un'elevata biodiversità; nell'ultimo secolo i cambiamenti più significativi di tali ecosistemi in ambiente montano sono legati all'abbandono delle tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali. Per osservare tali cambiamenti si sono analizzate le radure forestali dell'Alta Valle Pesio, ricadenti all'interno del Parco Naturale del Marguareis, che ben rappresentano il processo di abbandono avvenuto nel sud delle Alpi dal secondo dopoguerra ad oggi. Per osservare e analizzare il fenomeno della ricolonizzazione delle radure da parte della copertura forestale e la sua influenza sulla vegetazione di tali aree si è operato a tre diverse scale. A scala di paesaggio sono stati osservati i cambiamenti della copertura del suolo e il fenomeno della ricolonizzazione delle radure da parte della copertura forestale dal 1954 ad oggi. Si è osservata una consistente diminuzione delle superfici prato-pascolive a fronte di un notevole aumento delle superfici boscate; ciò è legato al progressivo abbandono delle tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali che hanno favorito l'ingresso di specie arboree all'interno delle radure con la progressiva chiusura di tali aree. Inoltre si è osservato un aumento del numero delle radure; ciò è dovuto principalmente all'invasione di specie arboree che hanno ridotto e frammentato le superfici prato-pascolive delle radure esistenti. A scala di radura si è osservata la diversità floristica in relazione all'ambiente; nonostante le differenti condizioni stazionali che caratterizzano le diverse radure osservate si può affermare che la biodiversità vegetale nelle radure è influenzata principalmente dalle variabili stazionali (ecologiche e topografiche) e solo in secondo luogo da variabili paesaggistiche come le shape index. Bisogna però tenere presente che alcuni fattori ecologici come la luminosità sono legati al grado di apertura delle radure e quindi all'assenza di invasione arborea ed arbustiva; sapendo che radure ancor oggi ben gestite si mantengono nel tempo si può dire che, per le radure a determinismo zoogeno, anche le variabili gestionali sono importanti per la diversità floristica. A scala di comunità fitopastorale si è osservata la diversità floristica delle specie che costituiscono i prato-pascoli dell'habitat radura, ipotizzando delle indicazioni sulla possibile gestione. Una maggiore diversità floristica può essere favorita e mantenuta con utilizzazioni estensive e razionali, che siano in grado di garantire un buon apporto di fertilità al suolo in equilibrio con il prelievo vegetale: con l'abbandono (formazioni preforestali) o con l'utilizzo eccessivo e non razionale (formazioni nitrofile) si assiste ad una riduzione della diversità floristica. Il numero di specie totali è infatti maggiormente influenzato da variabili ecologiche e gestionali. In conclusione si può osservare come il progressivo abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali avvenuto nell'ultimo secolo abbia causato un notevole aumento delle superfici forestali a fronte di una riduzione delle aree a prato-pascolo. Dal momento che il mantenimento delle radure e la vegetazione presente al loro interno sono influenzate da variabili ecologico-stazionali ma anche dalla tipologia di gestione, per la conservazione di gran parte delle radure attualmente presenti e dell'attuale mosaico paesaggistico si rende necessaria una corretta utilizzazione pastorale su tutto il territorio.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
731631_tesi_elisa_treves.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
13.65 MB
Formato
Adobe PDF
|
13.65 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/160873