Nei giorni in cui dovevo decidere l'oggetto della mia tesi, in quegli stessi giorni di Gennaio, avveniva l'attentato terroristico alla redazione parigina della nota rivista satirica francese, Charlie Hebdo. Mentre tutte le testate giornalistiche mondiali dibattevano sul reale significato che ha la satira nella società moderna, io trovavo l'argomento che svilupperò in queste pagine. L'oggetto dei miei studi sarà l'analisi dell'umorismo politico, del disegno satirico e canzonatorio, e dell'editoria umoristica. Il discorso iniziale e le conclusioni saranno incentrati poi sulla spinosa questione riguardante l'ammissibilità o meno del Diritto di Satira, come vero e proprio diritto riconosciuto e inalienabile. Il nucleo centrale invece darà delle nozioni di carattere storiografico e storico, dove le sorti della stampa satirica s'intrecciano e si scontrano con la storia del paese. Non potendo trattare la storia mondiale della stampa umoristica, ho dovuto restringere il campo d'indagine. Lo studio sarà quindi circoscritto a un determinato periodo storico e a una determinata nazione. Ho così deciso di trattare dell'Italia, durante un periodo storico poco conosciuto, o comunque poco analizzato che inizia col Risorgimento e che si conclude con l'affermarsi del Fascismo, in pratica le sorti dei periodici satirici durante il Regno D'Italia dei Savoia. In questa sede, così, saranno citate decine di testate giornalistiche dalle alterne fortune, nonché un folto nugolo di scrittori e disegnatori, spesso dimenticati. Questi uomini, tramite le loro opere, hanno concorso alla creazione del senso critico italiano, e meritano di essere menzionati, ricordati e riscoperti. Il vero oggetto centrale della mia tesi però, sarà il rapporto tra le istituzioni e il mondo dell'editoria satirica, in che modo si sono comportati i regnanti e la classe dirigente verso chi li deridevano e li metteva alla berlina. Il rapporto tra potere e popolo andrà quindi scandagliato, tramite le azioni di censura, di violenza ma anche da impensabili azioni volte a salvaguardare il diritto a essere dissidenti (vedi Cavour e Radetzky.) Oltre al rapporto tra il potere e satira, approfondirò il modo in cui la società civile del tempo ha accolto lo sberleffo, nel duplice atteggiamento di condivisione e di opposizione a esso. Questi fatti, infine, mi serviranno per commentare l'attuale situazione nazionale e internazionale. La prima vede il nostro paese sguarnito di una qualsiasi protezione verso chi cerca di deridere i potenti, la seconda invece tratterà della situazione internazionale e cercherà di aprire nuovi orizzonti, cercando quindi di pronosticare quali saranno i futuri sviluppi del rapporto tra satira, pubblico e istituzioni.
Dagli albori della stampa satirica in Italia al Diritto di Satira
PANTÒ, MASSIMO
2014/2015
Abstract
Nei giorni in cui dovevo decidere l'oggetto della mia tesi, in quegli stessi giorni di Gennaio, avveniva l'attentato terroristico alla redazione parigina della nota rivista satirica francese, Charlie Hebdo. Mentre tutte le testate giornalistiche mondiali dibattevano sul reale significato che ha la satira nella società moderna, io trovavo l'argomento che svilupperò in queste pagine. L'oggetto dei miei studi sarà l'analisi dell'umorismo politico, del disegno satirico e canzonatorio, e dell'editoria umoristica. Il discorso iniziale e le conclusioni saranno incentrati poi sulla spinosa questione riguardante l'ammissibilità o meno del Diritto di Satira, come vero e proprio diritto riconosciuto e inalienabile. Il nucleo centrale invece darà delle nozioni di carattere storiografico e storico, dove le sorti della stampa satirica s'intrecciano e si scontrano con la storia del paese. Non potendo trattare la storia mondiale della stampa umoristica, ho dovuto restringere il campo d'indagine. Lo studio sarà quindi circoscritto a un determinato periodo storico e a una determinata nazione. Ho così deciso di trattare dell'Italia, durante un periodo storico poco conosciuto, o comunque poco analizzato che inizia col Risorgimento e che si conclude con l'affermarsi del Fascismo, in pratica le sorti dei periodici satirici durante il Regno D'Italia dei Savoia. In questa sede, così, saranno citate decine di testate giornalistiche dalle alterne fortune, nonché un folto nugolo di scrittori e disegnatori, spesso dimenticati. Questi uomini, tramite le loro opere, hanno concorso alla creazione del senso critico italiano, e meritano di essere menzionati, ricordati e riscoperti. Il vero oggetto centrale della mia tesi però, sarà il rapporto tra le istituzioni e il mondo dell'editoria satirica, in che modo si sono comportati i regnanti e la classe dirigente verso chi li deridevano e li metteva alla berlina. Il rapporto tra potere e popolo andrà quindi scandagliato, tramite le azioni di censura, di violenza ma anche da impensabili azioni volte a salvaguardare il diritto a essere dissidenti (vedi Cavour e Radetzky.) Oltre al rapporto tra il potere e satira, approfondirò il modo in cui la società civile del tempo ha accolto lo sberleffo, nel duplice atteggiamento di condivisione e di opposizione a esso. Questi fatti, infine, mi serviranno per commentare l'attuale situazione nazionale e internazionale. La prima vede il nostro paese sguarnito di una qualsiasi protezione verso chi cerca di deridere i potenti, la seconda invece tratterà della situazione internazionale e cercherà di aprire nuovi orizzonti, cercando quindi di pronosticare quali saranno i futuri sviluppi del rapporto tra satira, pubblico e istituzioni.File | Dimensione | Formato | |
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