Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è una condizione neurobiologica caratterizzata da disattenzione, iperattività e impulsività, che influisce sui domini cognitivi e comportamentali dall'infanzia all'età adulta. Questo disturbo impatta significativamente la vita quotidiana, le interazioni sociali, l'istruzione e l'occupazione. La prevalenza globale dell'ADHD è circa dell'8%, con tassi più elevati nei bambini rispetto agli adulti e una distribuzione variabile tra i sessi. Nei bambini la prevalenza è del 7,6%, negli adolescenti del 5,6% e negli adulti del 2,5%. L'ADHD è più comune nei maschi, con una prevalenza doppia rispetto alle femmine. L'eziologia dell'ADHD è multifattoriale, coinvolgendo fattori genetici, neurobiologici e ambientali. Gli studi di neuroimaging rivelano anomalie strutturali e funzionali nel cervello, mentre la ricerca genetica sottolinea l'ereditarietà e le interazioni gene-ambiente. I fattori ambientali, come l'esposizione a tossine, i comportamenti materni durante la gravidanza e il parto, e l'ambiente di vita del bambino, sono cruciali nello sviluppo del disturbo. È stato dimostrato che molti individui continuano a mostrare sintomi di ADHD nell'età adulta, influenzando lo sviluppo. Inoltre i sintomi possono evolversi o cambiare con il tempo. Le comorbilità sono comuni, con una prevalenza elevata di disturbi dell'umore, ansia, disturbi da uso di sostanze, disturbi comportamentali, disturbi dell'apprendimento e disturbi dello spettro autistico. Circa il 50% dei bambini con ADHD ha almeno un disturbo del neurosviluppo concomitante, mentre nell'età adulta, la comorbilità raggiunge l'85%, con disturbi dell'umore e ansia tra i più frequenti. Gli interventi multimodali sono considerati i più efficaci. Le terapie farmacologiche sono ampiamente utilizzate. La psicoeducazione e le terapie cognitivo-comportamentali migliorano la gestione del disturbo attraverso strategie di coping adattive. Ci sono inoltre trattamenti emergenti come il neurofeedback e la mindfulness che offrono un ulteriore supporto. In conclusione, l'ADHD è un disturbo diffuso che richiede una diagnosi accurata e trattamenti multimodali per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone affette.

Disturbo da Deficit di Attenzione/iperattività (ADHD) e l'impatto sullo sviluppo

CRUZ, MAYA
2023/2024

Abstract

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è una condizione neurobiologica caratterizzata da disattenzione, iperattività e impulsività, che influisce sui domini cognitivi e comportamentali dall'infanzia all'età adulta. Questo disturbo impatta significativamente la vita quotidiana, le interazioni sociali, l'istruzione e l'occupazione. La prevalenza globale dell'ADHD è circa dell'8%, con tassi più elevati nei bambini rispetto agli adulti e una distribuzione variabile tra i sessi. Nei bambini la prevalenza è del 7,6%, negli adolescenti del 5,6% e negli adulti del 2,5%. L'ADHD è più comune nei maschi, con una prevalenza doppia rispetto alle femmine. L'eziologia dell'ADHD è multifattoriale, coinvolgendo fattori genetici, neurobiologici e ambientali. Gli studi di neuroimaging rivelano anomalie strutturali e funzionali nel cervello, mentre la ricerca genetica sottolinea l'ereditarietà e le interazioni gene-ambiente. I fattori ambientali, come l'esposizione a tossine, i comportamenti materni durante la gravidanza e il parto, e l'ambiente di vita del bambino, sono cruciali nello sviluppo del disturbo. È stato dimostrato che molti individui continuano a mostrare sintomi di ADHD nell'età adulta, influenzando lo sviluppo. Inoltre i sintomi possono evolversi o cambiare con il tempo. Le comorbilità sono comuni, con una prevalenza elevata di disturbi dell'umore, ansia, disturbi da uso di sostanze, disturbi comportamentali, disturbi dell'apprendimento e disturbi dello spettro autistico. Circa il 50% dei bambini con ADHD ha almeno un disturbo del neurosviluppo concomitante, mentre nell'età adulta, la comorbilità raggiunge l'85%, con disturbi dell'umore e ansia tra i più frequenti. Gli interventi multimodali sono considerati i più efficaci. Le terapie farmacologiche sono ampiamente utilizzate. La psicoeducazione e le terapie cognitivo-comportamentali migliorano la gestione del disturbo attraverso strategie di coping adattive. Ci sono inoltre trattamenti emergenti come il neurofeedback e la mindfulness che offrono un ulteriore supporto. In conclusione, l'ADHD è un disturbo diffuso che richiede una diagnosi accurata e trattamenti multimodali per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone affette.
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