Il Museo Egizio di Torino conserva al suo interno un'ampia collezione di tessuti ¿copti¿, la cui produzione risale al periodo cristiano compreso tra il III ed il XII sec d.C., cioè nel periodo della dominazione romana e della conquista islamica. Questi tessuti sono stati studiati sia dal punto di vista archeologico, attraverso una tesi del dipartimento di studi storici, sia da quello scientifico, al fine di identificare i coloranti naturali e le materie prime utilizzate per la tintura. In particolare, in questa tesi, si sono considerati 34 frammenti di tessuto, che sono stati analizzati mediante cromatografia liquida ad alta pressione accoppiata con rivelatore spettrofotometrico e spettrometro di massa (HPLC-DAD-MS). Questo lavoro ha seguito, approfondendone i risultati, un precedente lavoro di tesi dedicato all'analisi dei coloranti con tecniche non invasive (spettrometria di riflettenza con fibre ottiche e fluorimetria). Si è proceduto osservando al microscopio ottico le fibre prelevate dai tessuti, per poi selezionare qualche milligrammo di campione e sottoporlo ad un protocollo estrattivo condotto in laboratorio utilizzando in sequenza vari estraenti (in particolare dimetilsolfossido, miscela acido formico/metanolo/EDTA, miscela acido cloridrico/metanolo). Gli estratti ottenuti sono stati successivamente analizzati mediante HPLC-DAD-MS, che ha permesso la separazione e il riconoscimento delle molecole coloranti precedentemente estratte dalla fibra. Le informazioni hanno consentito di risalire alle materie prime utilizzate, anche in miscela, per la tintura. I coloranti presenti sono stati divisi in rossi, arancioni, gialli, porpora, bruni. Ne è emerso che le principali materie prime utilizzate per la tintura nel set considerato sono le seguenti: - rossi e bruni: robbia (Rubia tinctorum L.), le cui principali molecole coloranti sono l'alizarina e la purpurina; coccidi (lacca indiana), caratterizzati dalla presenza di acidi laccaici. - arancioni: miscela di reseda e robbia. - gialli: reseda (Reseda luteola L.), riconoscibile dalla presenza di molecole come luteolina e apigenina. - porpora: miscela di robbia e indaco (Indigofera tinctoria L.) o guado (Isatis tinctoria L.), le cui molecole coloranti principali sono l'indigotina e l'indirubina. Le informazioni ottenute attraverso la tecnica cromatografica hanno generalmente confermato e approfondito quelle precedentemente derivate da analisi non invasive (spettrometria di riflettenza con fibre ottiche e fluorimetria), evidenziandone alcuni limiti che sono probabilmente da imputare alla generale complessità del sistema.

IDENTIFICAZIONE DI COLORANTI NATURALI IN TESSUTI "COPTI" DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO MEDIANTE TECNICA MICRO-INVASIVA

CARRILLO, MANUELA
2014/2015

Abstract

Il Museo Egizio di Torino conserva al suo interno un'ampia collezione di tessuti ¿copti¿, la cui produzione risale al periodo cristiano compreso tra il III ed il XII sec d.C., cioè nel periodo della dominazione romana e della conquista islamica. Questi tessuti sono stati studiati sia dal punto di vista archeologico, attraverso una tesi del dipartimento di studi storici, sia da quello scientifico, al fine di identificare i coloranti naturali e le materie prime utilizzate per la tintura. In particolare, in questa tesi, si sono considerati 34 frammenti di tessuto, che sono stati analizzati mediante cromatografia liquida ad alta pressione accoppiata con rivelatore spettrofotometrico e spettrometro di massa (HPLC-DAD-MS). Questo lavoro ha seguito, approfondendone i risultati, un precedente lavoro di tesi dedicato all'analisi dei coloranti con tecniche non invasive (spettrometria di riflettenza con fibre ottiche e fluorimetria). Si è proceduto osservando al microscopio ottico le fibre prelevate dai tessuti, per poi selezionare qualche milligrammo di campione e sottoporlo ad un protocollo estrattivo condotto in laboratorio utilizzando in sequenza vari estraenti (in particolare dimetilsolfossido, miscela acido formico/metanolo/EDTA, miscela acido cloridrico/metanolo). Gli estratti ottenuti sono stati successivamente analizzati mediante HPLC-DAD-MS, che ha permesso la separazione e il riconoscimento delle molecole coloranti precedentemente estratte dalla fibra. Le informazioni hanno consentito di risalire alle materie prime utilizzate, anche in miscela, per la tintura. I coloranti presenti sono stati divisi in rossi, arancioni, gialli, porpora, bruni. Ne è emerso che le principali materie prime utilizzate per la tintura nel set considerato sono le seguenti: - rossi e bruni: robbia (Rubia tinctorum L.), le cui principali molecole coloranti sono l'alizarina e la purpurina; coccidi (lacca indiana), caratterizzati dalla presenza di acidi laccaici. - arancioni: miscela di reseda e robbia. - gialli: reseda (Reseda luteola L.), riconoscibile dalla presenza di molecole come luteolina e apigenina. - porpora: miscela di robbia e indaco (Indigofera tinctoria L.) o guado (Isatis tinctoria L.), le cui molecole coloranti principali sono l'indigotina e l'indirubina. Le informazioni ottenute attraverso la tecnica cromatografica hanno generalmente confermato e approfondito quelle precedentemente derivate da analisi non invasive (spettrometria di riflettenza con fibre ottiche e fluorimetria), evidenziandone alcuni limiti che sono probabilmente da imputare alla generale complessità del sistema.
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