Blockchain e made in italy: un'indagine empirica

Il made in Italy, sin dalla sua comparsa dopo il dopoguerra, è da sempre stato un marchio riconosciuto in tutto il mondo per la sua qualità e raffinatezza, diffuso in tantissimi settori partendo dall’automotive fino ad arrivare al settore dell’agroalimentare. Nell’ultimo decennio, però, il marchio ha subito delle ricadute di immagine per vari motivi. Principalmente possiamo individuarne due: l’insediamento delle aziende manufatturiere cinesi nel distretto di Prato e la contraffazione. Nell’ultimo decennio abbiamo anche assistito all’incremento di popolarità di una nuova tecnologia, la blockchain. Nata nel 2008 con i Bitcoin è, ad oggi, applicata in numerosi ambiti come la finanza, la politica e il commercio. Grazie alle sue caratteristiche di decentralizzazione, condivisione e sicurezza ha la possibilità di aiutarci a risolvere il problema della contraffazione e del danno sull’immagine subito dal marchio Made in Italy. L’obiettivo della tesi è, dunque, verificare se applicando la tecnologia blockchain e certificando l’origine di un prodotto made in Italy aumenti l’intenzione di acquisto del consumatore per mezzo dell’aumento del lusso e dell’unicità percepita.