Throughout the twentieth century, Asian cinema stands out for its manifold heterogeneity, for its multifaceted nature, at the constant definition of a language and form of expression capable of capturing the smallest and most insubstantial nuances of the contemporary society. With the road marked by the nouvelles vagues of the 1960s, one arrives, in the 1990s and 2000s, at a cinematic reality that is anything but homogeneous, characterized by a prismatic and irregular structure, in which symbolism becomes the emblem of a figurative art capable of emerging outside the screen and dialoguing, silently, with the outside world. The main objective of this bachelor's thesis is to identify and investigate certain recurring characteristics in Far East cinema, specifically examining the case of Japan and South Korea, starting in the 1990s and leading up to contemporary cinema. Phenomena such as social difference, incommunicability between individuals, the paranormal, and violence – explicit or psychological – represent a vast field of investigation, allowing for a deep and articulate analysis of the inherent meanings present in the cinema of certain authors. The analysis of the research and data collected is mainly concerned with the filmographies of the various filmmakers present within the Japanese and South Korean film scene from the 1990s to the present: Kurosawa Kiyoshi, Nakata Hideo, Park Chan-wook, Bong Joon-ho, Miike Takashi, and Na Hong-jin are just a few of the directors worthy of an in-depth study in this type of project. Through films, books, interviews, and essays, recurring elements in the cinema of the filmmakers under consideration will be identified, while also providing an interpretive analysis of certain sequences, characters, or objects found in these works.

Nel corso di tutto il Novecento, il cinema asiatico si contraddistingue per la sua molteplice eterogeneità, per la sua natura poliedrica, alla costante definizione di un linguaggio e di una forma espressiva capace di cogliere le più piccole ed inconsistenti sfumature della coeva società. Con la strada segnata dalle nouvelles vagues degli anni Sessanta si giunge, negli anni novanta e duemila, a una realtà cinematografica tutt'altro che omogenea, caratterizzata da una struttura prismatica ed irregolare, in cui il simbolismo diventa l'emblema di un'arte figurativa capace di emergere al di fuori dello schermo e di dialogare, silenziosamente, con il mondo esterno. L'obiettivo principale di questa tesi di laurea triennale è quello di individuare e approfondire determinate caratteristiche ricorrenti nel cinema dell'Estremo Oriente, prendendo in esame nello specifico il caso del Giappone e della Corea del Sud, a partire dagli anni novanta fino ad arrivare al cinema contemporaneo. Fenomeni come la differenza e lo scontro sociale, l'incomunicabilità tra gli individui, il paranormale e la violenza – esplicita o psicologica – rappresentano un vasto campo di indagine, che permette un'analisi profonda e articolata sui significati intrinsechi presenti nel cinema di alcuni autori. L'analisi delle ricerche e dei dati raccolti riguarda prevalentemente le filmografie dei diversi cineasti presenti all'interno del panorama cinematografico giapponese e sudcoreano, dagli anni novanta a oggi: Kurosawa Kiyoshi, Nakata Hideo, Park Chan-wook, Bong Joon-ho, Miike Takashi, e Na Hong-jin sono solo alcuni tra i registi meritevoli di un approfondimento in questo tipo di progetto. Tramite film, libri, interviste e saggi saranno individuati gli elementi ricorrenti nel cinema degli autori presi in considerazione, fornendo anche un'analisi interpretativa di determinate sequenze, personaggi od oggetti presenti in queste opere.

Il simbolismo nel cinema asiatico: Giappone e Corea del Sud, tra violenza e incomunicabilità

SCIAMANNA, EMIDIO
2022/2023

Abstract

Nel corso di tutto il Novecento, il cinema asiatico si contraddistingue per la sua molteplice eterogeneità, per la sua natura poliedrica, alla costante definizione di un linguaggio e di una forma espressiva capace di cogliere le più piccole ed inconsistenti sfumature della coeva società. Con la strada segnata dalle nouvelles vagues degli anni Sessanta si giunge, negli anni novanta e duemila, a una realtà cinematografica tutt'altro che omogenea, caratterizzata da una struttura prismatica ed irregolare, in cui il simbolismo diventa l'emblema di un'arte figurativa capace di emergere al di fuori dello schermo e di dialogare, silenziosamente, con il mondo esterno. L'obiettivo principale di questa tesi di laurea triennale è quello di individuare e approfondire determinate caratteristiche ricorrenti nel cinema dell'Estremo Oriente, prendendo in esame nello specifico il caso del Giappone e della Corea del Sud, a partire dagli anni novanta fino ad arrivare al cinema contemporaneo. Fenomeni come la differenza e lo scontro sociale, l'incomunicabilità tra gli individui, il paranormale e la violenza – esplicita o psicologica – rappresentano un vasto campo di indagine, che permette un'analisi profonda e articolata sui significati intrinsechi presenti nel cinema di alcuni autori. L'analisi delle ricerche e dei dati raccolti riguarda prevalentemente le filmografie dei diversi cineasti presenti all'interno del panorama cinematografico giapponese e sudcoreano, dagli anni novanta a oggi: Kurosawa Kiyoshi, Nakata Hideo, Park Chan-wook, Bong Joon-ho, Miike Takashi, e Na Hong-jin sono solo alcuni tra i registi meritevoli di un approfondimento in questo tipo di progetto. Tramite film, libri, interviste e saggi saranno individuati gli elementi ricorrenti nel cinema degli autori presi in considerazione, fornendo anche un'analisi interpretativa di determinate sequenze, personaggi od oggetti presenti in queste opere.
ITA
Throughout the twentieth century, Asian cinema stands out for its manifold heterogeneity, for its multifaceted nature, at the constant definition of a language and form of expression capable of capturing the smallest and most insubstantial nuances of the contemporary society. With the road marked by the nouvelles vagues of the 1960s, one arrives, in the 1990s and 2000s, at a cinematic reality that is anything but homogeneous, characterized by a prismatic and irregular structure, in which symbolism becomes the emblem of a figurative art capable of emerging outside the screen and dialoguing, silently, with the outside world. The main objective of this bachelor's thesis is to identify and investigate certain recurring characteristics in Far East cinema, specifically examining the case of Japan and South Korea, starting in the 1990s and leading up to contemporary cinema. Phenomena such as social difference, incommunicability between individuals, the paranormal, and violence – explicit or psychological – represent a vast field of investigation, allowing for a deep and articulate analysis of the inherent meanings present in the cinema of certain authors. The analysis of the research and data collected is mainly concerned with the filmographies of the various filmmakers present within the Japanese and South Korean film scene from the 1990s to the present: Kurosawa Kiyoshi, Nakata Hideo, Park Chan-wook, Bong Joon-ho, Miike Takashi, and Na Hong-jin are just a few of the directors worthy of an in-depth study in this type of project. Through films, books, interviews, and essays, recurring elements in the cinema of the filmmakers under consideration will be identified, while also providing an interpretive analysis of certain sequences, characters, or objects found in these works.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/160129