La linguistica cognitiva è rappresentativa di un approccio innovativo allo studio del linguaggio, che si basa sull’idea che le strutture linguistiche siano strettamente legate ai processi cognitivi umani. In tale contesto, si giunge alla fine di un lungo processo di riflessione sul valore conoscitivo della metafora. Fondamentale, in questo campo, è stato il contributo fornito da George Lakoff e Mark Johnson nello sviluppo di una concezione alternativa di questa come un aspetto intrinseco del pensiero umano e non solo un fenomeno formale del linguaggio. Le metafore concettuali giocano, dunque, un ruolo importante nella nostra quotidianità, grazie alla loro natura cognitiva che, regolando la comprensione e l’elaborazione delle informazioni, ci fornisce degli strumenti fondamentali in grado di modellare il nostro pensiero e di guidare la nostra comunicazione. La tesi si pone come obbiettivo quello di presentare il contributo che i vari studiosi hanno fornito nello studio della metafora concettuale e il ruolo che questa assume nella traduzione, ambito in cui la trasposizione dei significati va ben oltre la semplice sostituzione di parole. Il primo capitolo tratterà lo studio sulla metafora, nel secondo verranno presentate la storia e le teorie di traduzione, infine, il terzo unirà tutte le nozioni presentate per fornire le basi di un processo traduttivo della metafora concettuale. Il percorso parte dalle fondamenta teoriche proposte dal filosofo Aristotele, che nella sua “Poetica” e “Retorica” ha delineato i principi della metafora come figura retorica e strumento di persuasione, per poi proseguire nelle evoluzioni moderne della linguistica cognitiva. I testi e gli autori di maggiore rilevanza che verranno considerati nel corso di questa tesi sono Paul Ricœur, che nella sua opera “La Métaphore Vive” ha ridefinito il concetto di metafora come veicolo di innovazione semantica e le ricerche di George Lakoff e Mark Johnson, che con il loro testo “Metaphors We Live By” hanno evidenziato come le metafore strutturino il nostro pensiero e la nostra esperienza del mondo. Verrà, inoltre, affrontato il tema della categorizzazione delle varie tipologie di metafore proposte da Lakoff e Johnson e quella di Newmark. Successivamente verranno presentati i Translation Studies, di cui si discuteranno i diversi approcci e le tecniche da applicare nella pratica della traduzione che nel terzo capitolo troveranno la loro applicazione pratica nell’analisi di una serie di esempi estrapolati dal libro “1984” di George Orwell. La duplice natura di questa tesi porta con sé delle domande fondamentali: se la metafora è così dipendente dal lessico della lingua appartenenza ed è altrettanto radicata all’interno di una specifica cultura, può quest’ultima essere trasferita in un’altra lingua? Se sì, è possibile effettuare una traduzione efficace senza necessariamente dover ricorrere alla sua eliminazione? La ricerca si occuperà di rispondere a queste domande proponendo argomenti riguardo la funzione delle metafore come strumento di arricchimento del linguaggio ma allo stesso tempo come elementi capaci di complicare in maniera significativa il processo traduttivo, dato il loro legame culturale e linguistico con la lingua di partenza. L’analisi di esempi pratici e il confronto tra le teorie succitate fornirà un contributo a favore della comprensione del ruolo fondamentale che le metafore giocano nella comunicazione interculturale.

METAFORE CONCETTUALI E TRADUZIONE DALL’INGLESE ALL’ITALIANO

ALBERTINO, EMANUELA
2023/2024

Abstract

La linguistica cognitiva è rappresentativa di un approccio innovativo allo studio del linguaggio, che si basa sull’idea che le strutture linguistiche siano strettamente legate ai processi cognitivi umani. In tale contesto, si giunge alla fine di un lungo processo di riflessione sul valore conoscitivo della metafora. Fondamentale, in questo campo, è stato il contributo fornito da George Lakoff e Mark Johnson nello sviluppo di una concezione alternativa di questa come un aspetto intrinseco del pensiero umano e non solo un fenomeno formale del linguaggio. Le metafore concettuali giocano, dunque, un ruolo importante nella nostra quotidianità, grazie alla loro natura cognitiva che, regolando la comprensione e l’elaborazione delle informazioni, ci fornisce degli strumenti fondamentali in grado di modellare il nostro pensiero e di guidare la nostra comunicazione. La tesi si pone come obbiettivo quello di presentare il contributo che i vari studiosi hanno fornito nello studio della metafora concettuale e il ruolo che questa assume nella traduzione, ambito in cui la trasposizione dei significati va ben oltre la semplice sostituzione di parole. Il primo capitolo tratterà lo studio sulla metafora, nel secondo verranno presentate la storia e le teorie di traduzione, infine, il terzo unirà tutte le nozioni presentate per fornire le basi di un processo traduttivo della metafora concettuale. Il percorso parte dalle fondamenta teoriche proposte dal filosofo Aristotele, che nella sua “Poetica” e “Retorica” ha delineato i principi della metafora come figura retorica e strumento di persuasione, per poi proseguire nelle evoluzioni moderne della linguistica cognitiva. I testi e gli autori di maggiore rilevanza che verranno considerati nel corso di questa tesi sono Paul Ricœur, che nella sua opera “La Métaphore Vive” ha ridefinito il concetto di metafora come veicolo di innovazione semantica e le ricerche di George Lakoff e Mark Johnson, che con il loro testo “Metaphors We Live By” hanno evidenziato come le metafore strutturino il nostro pensiero e la nostra esperienza del mondo. Verrà, inoltre, affrontato il tema della categorizzazione delle varie tipologie di metafore proposte da Lakoff e Johnson e quella di Newmark. Successivamente verranno presentati i Translation Studies, di cui si discuteranno i diversi approcci e le tecniche da applicare nella pratica della traduzione che nel terzo capitolo troveranno la loro applicazione pratica nell’analisi di una serie di esempi estrapolati dal libro “1984” di George Orwell. La duplice natura di questa tesi porta con sé delle domande fondamentali: se la metafora è così dipendente dal lessico della lingua appartenenza ed è altrettanto radicata all’interno di una specifica cultura, può quest’ultima essere trasferita in un’altra lingua? Se sì, è possibile effettuare una traduzione efficace senza necessariamente dover ricorrere alla sua eliminazione? La ricerca si occuperà di rispondere a queste domande proponendo argomenti riguardo la funzione delle metafore come strumento di arricchimento del linguaggio ma allo stesso tempo come elementi capaci di complicare in maniera significativa il processo traduttivo, dato il loro legame culturale e linguistico con la lingua di partenza. L’analisi di esempi pratici e il confronto tra le teorie succitate fornirà un contributo a favore della comprensione del ruolo fondamentale che le metafore giocano nella comunicazione interculturale.
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