Dalla Shoah alle dittature del Cono Sur i sopravvissuti non hanno mai smesso di testimoniare. In Argentina la memoria come esercizio collettivo, attraverso diverse pratiche testimoniali, letterarie e non, come la fotografia o il cinema testimoniale, ha permesso la costruzione di una memoria collettiva e condivisa, l’unica forma di resistenza all’oblio, per evitare che la logica del potere desaparecedor si riproduca, si rinnovi e resusciti dalle sue stesse ceneri. Attraverso la sua testimonianza cinematografica Marco Bechis, regista italo-cileno sopravvissuto alla dittatura argentina (1976-1983), ha testimoniato non solo della propria vicenda traumatica, ma anche di altre tragedie. Come lui stesso ha raccontato la catastrofe vissuta ha condizionato la sua intera esistenza, persino il suo lavoro. Dopo quell’esperienza traumatica ha dedicato tutta la sua vita all’esercizio della memoria. Anche se con Garage Olimpo (1999), la sua prima testimonianza cinematografica, aveva tentato di chiudere quella vicenda così dolorosa, aveva capito che il destino di un sopravvissuto era quello di raccontare all’infinito la propria storia. Per questo, dopo aver girato Hijos/Figli (2001), La terra degli uomini rossi-Birdwatchers (2008) e Il rumore della memoria (2015), nel 2021 ha pubblicato La solitudine del sovversivo, un libro in cui, per la prima volta, è riuscito a raccontare, in prima persona, la catastrofe personale. Il cinema e la scrittura gli hanno permesso di superare la propria condizione di superstes e di diventare quello che Wieviorka ha definito un “testimone del testimone”, aprendo così una nuova strada alla sua testimonianza che lo ha portato dall’essere un testimone al divenire un testimone.
Dall'essere testimone al divenire testimone: Marco Bechis fra cinema e letteratura.
RIGHETTI, GIULIA
2023/2024
Abstract
Dalla Shoah alle dittature del Cono Sur i sopravvissuti non hanno mai smesso di testimoniare. In Argentina la memoria come esercizio collettivo, attraverso diverse pratiche testimoniali, letterarie e non, come la fotografia o il cinema testimoniale, ha permesso la costruzione di una memoria collettiva e condivisa, l’unica forma di resistenza all’oblio, per evitare che la logica del potere desaparecedor si riproduca, si rinnovi e resusciti dalle sue stesse ceneri. Attraverso la sua testimonianza cinematografica Marco Bechis, regista italo-cileno sopravvissuto alla dittatura argentina (1976-1983), ha testimoniato non solo della propria vicenda traumatica, ma anche di altre tragedie. Come lui stesso ha raccontato la catastrofe vissuta ha condizionato la sua intera esistenza, persino il suo lavoro. Dopo quell’esperienza traumatica ha dedicato tutta la sua vita all’esercizio della memoria. Anche se con Garage Olimpo (1999), la sua prima testimonianza cinematografica, aveva tentato di chiudere quella vicenda così dolorosa, aveva capito che il destino di un sopravvissuto era quello di raccontare all’infinito la propria storia. Per questo, dopo aver girato Hijos/Figli (2001), La terra degli uomini rossi-Birdwatchers (2008) e Il rumore della memoria (2015), nel 2021 ha pubblicato La solitudine del sovversivo, un libro in cui, per la prima volta, è riuscito a raccontare, in prima persona, la catastrofe personale. Il cinema e la scrittura gli hanno permesso di superare la propria condizione di superstes e di diventare quello che Wieviorka ha definito un “testimone del testimone”, aprendo così una nuova strada alla sua testimonianza che lo ha portato dall’essere un testimone al divenire un testimone.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/160033