Le importazioni di legname, piante ornamentali e materiale di propagazione possono causare l’introduzione accidentale di specie esotiche in grado di provocare ingenti danni all’ambiente, all’economia e alla salute umana. Le misure di prevenzione non sempre risultano facilmente applicabili ed è per questo che, con l’intensificarsi del commercio e la globalizzazione, i casi di nuove segnalazioni di specie alloctone sono in continuo aumento. Gli insetti, per le loro dimensioni e cicli biologici, rappresentano gli organismi maggiormente introdotti tra gli animali invertebrati. In presenza di condizioni climatiche ottimali, piante ospiti e assenza di limitatori naturali, queste specie possono insediarsi in areali di nuova introduzione fino a diventare potenzialmente invasive. Le strategie di controllo per limitare la loro diffusione sono svariate e possono essere applicate sulla base della bio-etologia della specie target e del contesto ambientale in cui si deve intervenire. Il controllo biologico è una pratica che consiste nell’utilizzo di organismi biotici per contenere agenti dannosi e la tipologia classica (o propagativa) consiste nell'importazione e introduzione intenzionale di nemici naturali provenienti dall’area geografica originaria dell’organismo nocivo. Nella letteratura scientifica si annoverano diversi esempi di applicazione di tale strategia di lotta, tra cui uno dei più recenti è rappresentato dall’utilizzo di Torymus sinensis Kamijo per il controllo delle infestazioni provocate dal cinipide galligeno Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu. Dryocosmus kuriphilus è un insetto fitofago originario della Cina, segnalato in Italia nel 2002 a causa di importazioni di materiale vivaistico infestato. In Europa l’insetto compie il suo ciclo biologico a carico del castagno (Castanea sativa Miller) e ha causato un’ingente perdita di produzione inducendo la formazione di galle. Dato che le comuni strategie di lotta (meccanica, chimica) non sono risultati efficaci e/o fattibili per il controllo del fitofago e l’adattamento di parassitoidi nativi è stato scarso, si è ricorso all’utilizzo del controllo biologico classico. Torymus sinensis è un imenottero originario della Cina ed è attualmente conosciuto come l’unico parassitoide fenologicamente ben sincronizzato con il suo ospite D. kuriphilus. E’ stato rilasciato per la prima volta in Europa a partire dal 2005 in castagneti italiani infestati e negli anni successivi è stata osservata una riduzione netta e progressiva della presenza di D. kuriphilus, evidenziando un’ottima efficacia della lotta biologica classica. Tuttavia, alcuni studi hanno evidenziato recentemente un aumento del numero di galle in alcuni castagneti del nord Italia, legato allo sfasamento temporale tra lo sfarfallamento degli adulti di T. sinensis e la formazione delle galle sui castagni. Questo fenomeno, attualmente oggetto di studio, viene messo in relazione con l’aumento delle temperature nei mesi invernali, che determinano uno sfarfallamento anticipato degli individui di T. sinensis prima della formazione delle galle. Le oscillazioni delle popolazioni del fitofago e del suo parassitoide, pur essendo in linea in un’ottica di equilibrio biologico, dovranno quindi essere monitorate nel lungo periodo per poter contenere tempestivamente eventuali ricolonizzazioni del cinipide galligeno.
Efficacia della lotta biologica classica nel controllo del cinipide galligeno del castagno
GHITTINO, ANDREA
2023/2024
Abstract
Le importazioni di legname, piante ornamentali e materiale di propagazione possono causare l’introduzione accidentale di specie esotiche in grado di provocare ingenti danni all’ambiente, all’economia e alla salute umana. Le misure di prevenzione non sempre risultano facilmente applicabili ed è per questo che, con l’intensificarsi del commercio e la globalizzazione, i casi di nuove segnalazioni di specie alloctone sono in continuo aumento. Gli insetti, per le loro dimensioni e cicli biologici, rappresentano gli organismi maggiormente introdotti tra gli animali invertebrati. In presenza di condizioni climatiche ottimali, piante ospiti e assenza di limitatori naturali, queste specie possono insediarsi in areali di nuova introduzione fino a diventare potenzialmente invasive. Le strategie di controllo per limitare la loro diffusione sono svariate e possono essere applicate sulla base della bio-etologia della specie target e del contesto ambientale in cui si deve intervenire. Il controllo biologico è una pratica che consiste nell’utilizzo di organismi biotici per contenere agenti dannosi e la tipologia classica (o propagativa) consiste nell'importazione e introduzione intenzionale di nemici naturali provenienti dall’area geografica originaria dell’organismo nocivo. Nella letteratura scientifica si annoverano diversi esempi di applicazione di tale strategia di lotta, tra cui uno dei più recenti è rappresentato dall’utilizzo di Torymus sinensis Kamijo per il controllo delle infestazioni provocate dal cinipide galligeno Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu. Dryocosmus kuriphilus è un insetto fitofago originario della Cina, segnalato in Italia nel 2002 a causa di importazioni di materiale vivaistico infestato. In Europa l’insetto compie il suo ciclo biologico a carico del castagno (Castanea sativa Miller) e ha causato un’ingente perdita di produzione inducendo la formazione di galle. Dato che le comuni strategie di lotta (meccanica, chimica) non sono risultati efficaci e/o fattibili per il controllo del fitofago e l’adattamento di parassitoidi nativi è stato scarso, si è ricorso all’utilizzo del controllo biologico classico. Torymus sinensis è un imenottero originario della Cina ed è attualmente conosciuto come l’unico parassitoide fenologicamente ben sincronizzato con il suo ospite D. kuriphilus. E’ stato rilasciato per la prima volta in Europa a partire dal 2005 in castagneti italiani infestati e negli anni successivi è stata osservata una riduzione netta e progressiva della presenza di D. kuriphilus, evidenziando un’ottima efficacia della lotta biologica classica. Tuttavia, alcuni studi hanno evidenziato recentemente un aumento del numero di galle in alcuni castagneti del nord Italia, legato allo sfasamento temporale tra lo sfarfallamento degli adulti di T. sinensis e la formazione delle galle sui castagni. Questo fenomeno, attualmente oggetto di studio, viene messo in relazione con l’aumento delle temperature nei mesi invernali, che determinano uno sfarfallamento anticipato degli individui di T. sinensis prima della formazione delle galle. Le oscillazioni delle popolazioni del fitofago e del suo parassitoide, pur essendo in linea in un’ottica di equilibrio biologico, dovranno quindi essere monitorate nel lungo periodo per poter contenere tempestivamente eventuali ricolonizzazioni del cinipide galligeno.File | Dimensione | Formato | |
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