Lo stress ossidativo è l’insieme delle alterazioni biochimiche che si producono nei tessuti, nelle cellule e nelle macromolecole biologiche quando queste sono esposte ad un eccesso di agenti antiossidanti: l’effetto è costituito da alterazioni metaboliche, danno e morte cellulare. Lo stress origina da uno sbilanciamento del rapporto tra la produzione di radicali liberi (sia delle specie reattive dell’ossigeno (ROS), sia di quelle dell’azoto (RNS)) e la relativa neutralizzazione metabolica. In condizioni fisiologiche, la produzione di radicali liberi (la quale avviene nei mitocondri) è fondamentale, infatti a basse concentrazioni i radicali liberi sono coinvolti nella trasmissione dei segnali metabolici e nella stimolazione della risposta immunitaria. I tessuti posseggono alcuni sistemi antiossidanti per contrastare questa produzione e bilanciare l’equilibrio riducendo la citotossicità di questi radicali liberi. Quando, però, la produzione di radicali liberi aumenta e supera la quantità di antiossidanti presenti, vi è un’alterazione di questo delicato equilibrio, causando danni ossidativi a DNA, lipidi e proteine. Diversi studi hanno dimostrato che l’obesità è strettamente associata ad alterazioni dello stato redox e al conseguente aumento del rischio metabolico. È importante, inoltre, sottolineare il ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi dell’obesità, il quale agisce alterando la raccolta di energia dell’ospite, l’insulino-resistenza, l’infiammazione e la deposizione di grasso. Può, inoltre, regolare il metabolismo, l’adiposità, l’omeostasi e l’equilibrio energetico, l’appetito centrale e la segnalazione della ricompensa alimentare, che insieme svolgono ruoli cruciali nello sviluppo di questa condizione patologica. È noto, al contrario, che la restrizione calorica e la conseguente riduzione ponderale in questi soggetti hanno come effetto la riduzione dei marcatori di ossidazione, l’aumento delle difese antiossidanti e il miglioramento del rischio metabolico e cardiovascolare.

Il ruolo dello stress ossidativo e del microbiota intestinale nella fisiopatologia dell'obesità

STRATI, ILENIA
2022/2023

Abstract

Lo stress ossidativo è l’insieme delle alterazioni biochimiche che si producono nei tessuti, nelle cellule e nelle macromolecole biologiche quando queste sono esposte ad un eccesso di agenti antiossidanti: l’effetto è costituito da alterazioni metaboliche, danno e morte cellulare. Lo stress origina da uno sbilanciamento del rapporto tra la produzione di radicali liberi (sia delle specie reattive dell’ossigeno (ROS), sia di quelle dell’azoto (RNS)) e la relativa neutralizzazione metabolica. In condizioni fisiologiche, la produzione di radicali liberi (la quale avviene nei mitocondri) è fondamentale, infatti a basse concentrazioni i radicali liberi sono coinvolti nella trasmissione dei segnali metabolici e nella stimolazione della risposta immunitaria. I tessuti posseggono alcuni sistemi antiossidanti per contrastare questa produzione e bilanciare l’equilibrio riducendo la citotossicità di questi radicali liberi. Quando, però, la produzione di radicali liberi aumenta e supera la quantità di antiossidanti presenti, vi è un’alterazione di questo delicato equilibrio, causando danni ossidativi a DNA, lipidi e proteine. Diversi studi hanno dimostrato che l’obesità è strettamente associata ad alterazioni dello stato redox e al conseguente aumento del rischio metabolico. È importante, inoltre, sottolineare il ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi dell’obesità, il quale agisce alterando la raccolta di energia dell’ospite, l’insulino-resistenza, l’infiammazione e la deposizione di grasso. Può, inoltre, regolare il metabolismo, l’adiposità, l’omeostasi e l’equilibrio energetico, l’appetito centrale e la segnalazione della ricompensa alimentare, che insieme svolgono ruoli cruciali nello sviluppo di questa condizione patologica. È noto, al contrario, che la restrizione calorica e la conseguente riduzione ponderale in questi soggetti hanno come effetto la riduzione dei marcatori di ossidazione, l’aumento delle difese antiossidanti e il miglioramento del rischio metabolico e cardiovascolare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/159845