La tesi parte dall’analisi letteraria di tre testi di hijas de genocidas: "Il sale del ricordo" di Malena Scunio; "No lo perdono. El testimonio de Erika Lederer, hija de un médico obstetra genocida" di Erika Lederer, scritto da Guillermo Lipis; e infine "Llevaré su nombre. La hija desobediente de un genocida" di Analía Kalinec.   
L’obiettivo della tesi è innanzitutto trasmettere queste storie poco conosciute, arricchendo gli studi sui testi di hijos desobedientes attraverso gli strumenti appresi durante il corso della Professoressa Emilia Perassi, ponendosi così nei panni della figura del testimone che si inserisce e collabora alla memoria transnazionale. 
In secondo luogo, si presenta l’occasione di dimostrare come essere una hija de represor sia un percorso di vita che nasce dall’infanzia e si protrae nel corso del tempo.  
Questi testi si inseriscono nello stesso corpus letterario delle opere di ex desaparecidos e hijos de desaparecidos, ossia delle ficciones testimoniales. Dunque, si affrontano i punti di vista di questa generazione di hijos e hijas de perpetradores, con focus su chi si è distaccato dal proprio padre, e sulla figura del padre represor. Si considerano le seguenti questioni: le diverse rappresentazioni che proiettano sui propri padri (monstruos, genocidas, perejiles, salvadores, etc.); le proprie esperienze durante l’infanzia vissuta all’interno di una familia militar; il momento di rivelazione dell’identità del proprio padre come represor accostato al difficile processo di accettazione della verità e di rottura con il vincolo famigliare; e il modo in cui questi hijos hanno articolato finalmente una propria posizione politica, una pratica militante e/o una produzione testuale e visuale.  
Si tratta dunque di hijos/as che vengono denominati generalmente come desobedientes poiché si ribellano alle leggi imposte dalla propria famiglia, escono dall’individualismo ed entrano nella comunità per narrare le proprie storie affinché la verità non rimanga occulta, partecipando così al ciclo di memoria collettiva per non cadere nell’oblio.

Dittatura Argentina e Racconti dell'Infanzia. Testimonianze delle "Hijas Desobedientes".

CONTADIN, LIVIA
2022/2023

Abstract

La tesi parte dall’analisi letteraria di tre testi di hijas de genocidas: "Il sale del ricordo" di Malena Scunio; "No lo perdono. El testimonio de Erika Lederer, hija de un médico obstetra genocida" di Erika Lederer, scritto da Guillermo Lipis; e infine "Llevaré su nombre. La hija desobediente de un genocida" di Analía Kalinec.   
L’obiettivo della tesi è innanzitutto trasmettere queste storie poco conosciute, arricchendo gli studi sui testi di hijos desobedientes attraverso gli strumenti appresi durante il corso della Professoressa Emilia Perassi, ponendosi così nei panni della figura del testimone che si inserisce e collabora alla memoria transnazionale. 
In secondo luogo, si presenta l’occasione di dimostrare come essere una hija de represor sia un percorso di vita che nasce dall’infanzia e si protrae nel corso del tempo.  
Questi testi si inseriscono nello stesso corpus letterario delle opere di ex desaparecidos e hijos de desaparecidos, ossia delle ficciones testimoniales. Dunque, si affrontano i punti di vista di questa generazione di hijos e hijas de perpetradores, con focus su chi si è distaccato dal proprio padre, e sulla figura del padre represor. Si considerano le seguenti questioni: le diverse rappresentazioni che proiettano sui propri padri (monstruos, genocidas, perejiles, salvadores, etc.); le proprie esperienze durante l’infanzia vissuta all’interno di una familia militar; il momento di rivelazione dell’identità del proprio padre come represor accostato al difficile processo di accettazione della verità e di rottura con il vincolo famigliare; e il modo in cui questi hijos hanno articolato finalmente una propria posizione politica, una pratica militante e/o una produzione testuale e visuale.  
Si tratta dunque di hijos/as che vengono denominati generalmente come desobedientes poiché si ribellano alle leggi imposte dalla propria famiglia, escono dall’individualismo ed entrano nella comunità per narrare le proprie storie affinché la verità non rimanga occulta, partecipando così al ciclo di memoria collettiva per non cadere nell’oblio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/159581