La maggioranza dei paesi del mondo è statisticamente linguisticamente plurale e questa etichetta di pluralità si applica all’Italia, sin dalle origini. Sotto al tetto della lingua nazionale convivono i vari dialetti e le varietà regionali di italiano, accompagnati da lingue di minoranza e parlate alloglotte, a cui si sommano le lingue straniere delle comunità migranti. In Italia sono censiti, in particolare, 1.3 milioni di minori stranieri; questi, inseriti nel sistema scolastico nazionale, sono portatori di una varietà di repertori linguistici che vanno ad unirsi ai repertori già naturalmente e storicamente plurali dei coetanei italiani. Lo studio si occupa, quindi, della raccolta e analisi di strumenti normativi europei e ministeriali in materia di educazione plurilingue, per comprendere quali siano gli obiettivi sociali e linguistici da perseguire in una scuola multiculturale. Si prosegue con l’esame di alcuni approcci e metodi didattici che si propongono di valorizzare i repertori e gli individui, nell’ottica di inclusione sociale e linguistica. Osservato come il cambiamento sociale si rifletta necessariamente nella scuola, la domanda che si pone la ricerca è la seguente: quanto è presente il plurilinguismo all’interno delle classi italiane, quali sono gli strumenti di cui la scuola dispone per far fronte alle nuove necessità sociali e linguistiche che ne derivano e come si integrano nella realtà scolastica? Per rispondere a questa domanda, lo studio è accompagnato dal case study dell’I.C. Alda Merini di Milano, nella Scuola Secondaria di Primo Grado, sede centrale. L’osservazione si è svolta nel corso di tre settimane, durante le quali si sono esaminate le ore di lingua italiana, storia, letteratura, lingua inglese e tedesca in una classe terza. Per ogni lezione sono state compilate schede di osservazione atte a rilevare l’uso delle lingue da parte di insegnante e studenti, modalità di insegnamento, capacità delle parti di farsi comprendere e utilizzare il proprio repertorio per una comunicazione efficace. Si sono registrate le lingue presenti nel repertorio linguistico della classe grazie a brevi colloqui con gli studenti, rappresentativi di undici nazionalità diverse e con storie e competenze linguistiche molto varie. Sulla base delle osservazioni sul campo, si è giunti alla conclusione che la presenza dell’italiano come lingua veicolare della scuola non sia da sottovalutare, ma sia, anzi, fondamentale per l’inclusione e l’eguaglianza degli studenti. L’italiano è stato lingua scelta nella maggioranza delle interazioni dagli alunni di tutte le provenienze, i quali, anche con difficoltà, lo prediligono come mezzo per costruire rapporti, porre domande, comunicare la propria storia ed esigenze. L’ambiente, d’altro canto, si è caratterizzato per l’apertura alla varietà linguistica, la disponibilità al compromesso, la prontezza nell’accogliere la specificità personale e culturale di ognuno. L’educazione plurilingue è apparsa realizzabile nella scuola pubblica italiana non tanto come ripensamento del curricolo, ma come approccio educativo-relazionale che valorizzi l’individuo, richiedendo agli insegnanti estrema adattabilità, professionalità nell’affrontare le difficoltà legate al multiculturalismo e continuo aggiornamento.
Il plurilinguismo a scuola: Il case study della Scuola Secondaria di Primo Grado nell'I.C. "Alda Merini" di Milano
ANGIOLINI, CARLOTTA
2023/2024
Abstract
La maggioranza dei paesi del mondo è statisticamente linguisticamente plurale e questa etichetta di pluralità si applica all’Italia, sin dalle origini. Sotto al tetto della lingua nazionale convivono i vari dialetti e le varietà regionali di italiano, accompagnati da lingue di minoranza e parlate alloglotte, a cui si sommano le lingue straniere delle comunità migranti. In Italia sono censiti, in particolare, 1.3 milioni di minori stranieri; questi, inseriti nel sistema scolastico nazionale, sono portatori di una varietà di repertori linguistici che vanno ad unirsi ai repertori già naturalmente e storicamente plurali dei coetanei italiani. Lo studio si occupa, quindi, della raccolta e analisi di strumenti normativi europei e ministeriali in materia di educazione plurilingue, per comprendere quali siano gli obiettivi sociali e linguistici da perseguire in una scuola multiculturale. Si prosegue con l’esame di alcuni approcci e metodi didattici che si propongono di valorizzare i repertori e gli individui, nell’ottica di inclusione sociale e linguistica. Osservato come il cambiamento sociale si rifletta necessariamente nella scuola, la domanda che si pone la ricerca è la seguente: quanto è presente il plurilinguismo all’interno delle classi italiane, quali sono gli strumenti di cui la scuola dispone per far fronte alle nuove necessità sociali e linguistiche che ne derivano e come si integrano nella realtà scolastica? Per rispondere a questa domanda, lo studio è accompagnato dal case study dell’I.C. Alda Merini di Milano, nella Scuola Secondaria di Primo Grado, sede centrale. L’osservazione si è svolta nel corso di tre settimane, durante le quali si sono esaminate le ore di lingua italiana, storia, letteratura, lingua inglese e tedesca in una classe terza. Per ogni lezione sono state compilate schede di osservazione atte a rilevare l’uso delle lingue da parte di insegnante e studenti, modalità di insegnamento, capacità delle parti di farsi comprendere e utilizzare il proprio repertorio per una comunicazione efficace. Si sono registrate le lingue presenti nel repertorio linguistico della classe grazie a brevi colloqui con gli studenti, rappresentativi di undici nazionalità diverse e con storie e competenze linguistiche molto varie. Sulla base delle osservazioni sul campo, si è giunti alla conclusione che la presenza dell’italiano come lingua veicolare della scuola non sia da sottovalutare, ma sia, anzi, fondamentale per l’inclusione e l’eguaglianza degli studenti. L’italiano è stato lingua scelta nella maggioranza delle interazioni dagli alunni di tutte le provenienze, i quali, anche con difficoltà, lo prediligono come mezzo per costruire rapporti, porre domande, comunicare la propria storia ed esigenze. L’ambiente, d’altro canto, si è caratterizzato per l’apertura alla varietà linguistica, la disponibilità al compromesso, la prontezza nell’accogliere la specificità personale e culturale di ognuno. L’educazione plurilingue è apparsa realizzabile nella scuola pubblica italiana non tanto come ripensamento del curricolo, ma come approccio educativo-relazionale che valorizzi l’individuo, richiedendo agli insegnanti estrema adattabilità, professionalità nell’affrontare le difficoltà legate al multiculturalismo e continuo aggiornamento.File | Dimensione | Formato | |
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