Gender-based violence is a global phenomenon that knows no geographic, ethnic, or socioeconomic boundaries. Its consequences are not limited to the domestic context, but also extend to public and international spheres, profoundly affecting the lives and safety of millions of people around the world. Despite gender-sensitive international efforts to strengthen international forms of protection, women too often face significant barriers to obtaining Refugee status. The decision to address the difficulties women victims of gender-based violence face in the international protection process, and subsequently the discrimination experienced by LGBTIQA+ people, stems from a personal sensitivity to social injustices and a strong academic interest in the demands of feminist movements and human rights, which led me to want to give voice to those who too often remain in the shadows. Specifically, after outlining in the first chapter the figure of the Refugee and the requirements necessary to obtain such status under the 1951 Geneva Convention, the discussion will proceed with the second chapter in which the important contribution of feminist movements in relation to the gender issue will be highlighted and a comprehensive picture of the various forms that protracted gender-based violence toward women can take, exploring its cultural, social and structural roots. In the third part, through the recounting of specific cases of violence suffered by three women who are the subject of appeals to the European Court of Human Rights, it will be seen how, despite the fact that violence against them has been recognized as a form of persecution, it is actually very difficult for them to be recognized and thus protected. Finally, in the last chapter, it will be shown how, having overcome the male/female binarism, not only women can be victims of gender-based violence or discrimination, but also all those people whose sexual orientation or gender identity does not reflect what the widespread heteropatriarchal society imposes. As will be seen in the course of the paper, despite the efforts deployed both nationally and internationally, access to international protection, as a result of acts of violence, or because of the fear of being subjected to violence, is still extremely complex and difficult for women, as is overcoming the binary rigidity that patriarchal and heteropatriarchal society imposes from birth and that contributes to creating numerous limits to the personal freedoms of many people, who are still forced to flee their homelands.
La violenza di genere è un fenomeno globale che non conosce confini geografici, etnici o socioeconomici. Le sue conseguenze non si limitano al contesto domestico, ma si estendono anche alle sfere pubbliche e internazionali, influenzando profondamente la vita e la sicurezza di milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante gli sforzi internazionali sensibili al genere volti a rafforzare le forme di protezione internazionale, troppo spesso le donne si trovano a dover affrontare barriere significative per l'ottenimento dello status di Rifugiate. La decisione di affrontare il tema delle difficoltà che le donne vittime di violenza di genere incontrano nella procedura di protezione internazionale e, successivamente, le discriminazioni subite dalle persone LGBTIQA+, nasce da una sensibilità personale verso le ingiustizie sociali e da un forte interesse accademico per le istanze dei movimenti femministi e i diritti umani, che mi hanno portata a voler dar voce a coloro che troppo spesso rimangono nell’ombra. In particolare, dopo aver delineato nel primo capitolo la figura del Rifugiato e i requisiti necessari per l’ottenimento di tale status ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951, la trattazione procederà con il secondo capitolo in cui si provvederà a evidenziare l’importante contributo dei movimenti femministi in relazione alla questione di genere e a fornire un quadro completo delle varie forme che la violenza di genere protratta verso le donne può assumere, esplorando le sue radici culturali, sociali e strutturali. Nella terza parte, attraverso il racconto di casi specifici di violenza subita da tre donne, oggetto di ricorsi presentati alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, si vedrà quanto, nonostante la violenza contro di esse sia stata riconosciuta come forma di persecuzione, sia in realtà molto difficile per loro essere riconosciute e quindi protette. Infine, nell’ultimo capitolo, si mostrerà come, superato il binarismo maschile/femminile, non soltanto le donne possono essere vittime di violenza di genere o discriminazioni, ma anche tutte quelle persone che per il proprio orientamento sessuale o identità di genere non rispecchiano ciò che la diffusa società eteropatriarcale impone. Come si vedrà nel corso dell’elaborato, nonostante gli sforzi impiegati sia sul piano nazionale che internazionale, l’accesso alla protezione internazionale, a seguito di atti di violenza, o per il timore di subirne, risulta ancora estremamente complesso e difficile per le donne, così come il superamento della rigidità binaria che la società patriarcale ed eteropatriarcale impone fin dalla nascita e che contribuisce a creare numerosi limiti alle libertà personali di molte persone, costrette ancora oggi a fuggire dalla propria terra d’origine.
Donne, violenza e asilo. La sfida di riconoscere la violenza di genere come forma di persecuzione
TARASCONI, GRETA
2023/2024
Abstract
La violenza di genere è un fenomeno globale che non conosce confini geografici, etnici o socioeconomici. Le sue conseguenze non si limitano al contesto domestico, ma si estendono anche alle sfere pubbliche e internazionali, influenzando profondamente la vita e la sicurezza di milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante gli sforzi internazionali sensibili al genere volti a rafforzare le forme di protezione internazionale, troppo spesso le donne si trovano a dover affrontare barriere significative per l'ottenimento dello status di Rifugiate. La decisione di affrontare il tema delle difficoltà che le donne vittime di violenza di genere incontrano nella procedura di protezione internazionale e, successivamente, le discriminazioni subite dalle persone LGBTIQA+, nasce da una sensibilità personale verso le ingiustizie sociali e da un forte interesse accademico per le istanze dei movimenti femministi e i diritti umani, che mi hanno portata a voler dar voce a coloro che troppo spesso rimangono nell’ombra. In particolare, dopo aver delineato nel primo capitolo la figura del Rifugiato e i requisiti necessari per l’ottenimento di tale status ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951, la trattazione procederà con il secondo capitolo in cui si provvederà a evidenziare l’importante contributo dei movimenti femministi in relazione alla questione di genere e a fornire un quadro completo delle varie forme che la violenza di genere protratta verso le donne può assumere, esplorando le sue radici culturali, sociali e strutturali. Nella terza parte, attraverso il racconto di casi specifici di violenza subita da tre donne, oggetto di ricorsi presentati alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, si vedrà quanto, nonostante la violenza contro di esse sia stata riconosciuta come forma di persecuzione, sia in realtà molto difficile per loro essere riconosciute e quindi protette. Infine, nell’ultimo capitolo, si mostrerà come, superato il binarismo maschile/femminile, non soltanto le donne possono essere vittime di violenza di genere o discriminazioni, ma anche tutte quelle persone che per il proprio orientamento sessuale o identità di genere non rispecchiano ciò che la diffusa società eteropatriarcale impone. Come si vedrà nel corso dell’elaborato, nonostante gli sforzi impiegati sia sul piano nazionale che internazionale, l’accesso alla protezione internazionale, a seguito di atti di violenza, o per il timore di subirne, risulta ancora estremamente complesso e difficile per le donne, così come il superamento della rigidità binaria che la società patriarcale ed eteropatriarcale impone fin dalla nascita e che contribuisce a creare numerosi limiti alle libertà personali di molte persone, costrette ancora oggi a fuggire dalla propria terra d’origine.File | Dimensione | Formato | |
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