According to the current understanding, neuroethics has presented itself as a powerful interdisciplinary tool between neuroscience and moral discourse. It seems capable of being a new field in which a different approach from traditional rationalism can emerge. The history of neuroethics has had as main theoretical contributions several philosophers, neuroscientists and psychologists, such as: Laura Boella, Patricia Churchland, Michael Gazzaniga, but this paper will focus mainly on the study carried out by Antonio Damasio. His work focuses in particular on the process of homeostasis, characterizing even the earliest forms of life, such as the bacteria, and fundamental in the maintenance of vital values. It is also found in human beings, but evolution has allowed the birth, in pluricellular organisms, of nervous systems. This allowed the emergence of a mind, feelings and images representing the external world and its relations with the organism. More importantly, it enabled the envisionement of all the images inside of the organism, particularly relevant in establishing the ability to feel. These images accompanied by feelings would lead to the formation of subjectivity and therefore of consciousness, memory, reasoning and of language and creative intelligence. These human peculiarities are fundamental for the origin of the cultural mind as a strategy of response to homeostatic needs. The fundamental question will focus on the way human beings at times end up nullifying the cultural achievements made. Damasio believes that the biological mechanisms underlying the cultural mind can help us better understand this issue. There are several answers to this question, most of which are absolutely positive or absolutely negative. Damasio’s position is in the middle: the ability to create solutions is an immense privilege, but it is also prone to failure and has an high cost: the burden of freedom or knowledge. The constructive part concerns above all its conception with regard to education to altruism as a fundamental civilizing strategy. This has been made possible by the broadening of knowledge of the biological mechanisms underlying the cultural mind. The term altruism must surely be related to another term connected to it and often considered as a real synonym: empathy. The thesis proposed here aims to show how education to altruism in Damasio can be related to a layered theory of empathy, and be understood as a way by which, by eliminating the clear distinction between body and mind, reason and emotions, we can set an ethics that takes into account the dignity of human life as such.
Nel panorama attuale la neuroetica si è presentata come un potente strumento interdisciplinare fra le neuroscienze e il discorso morale, essa appare in grado di essere un nuovo campo entro il quale un approccio diverso dal tradizionale razionalismo possa emergere. La storia della neuroetica ha avuto come principali apporti teorici diversi filosofi, neuroscienziati e psicologi, come: Laura Boella, Patricia Churchland, Michael Gazzaniga, ma il presente scritto si concentrerà soprattutto sullo studio effettuato da Antonio Damasio. Il suo lavoro pone l’attenzione in particolar modo sul processo di omeostasi, presente fin dalle prime forme di vita, come i batteri, e fondamentale nel mantenimento dei valori vitali. Esso si trova anche negli esseri umani, ma l’evoluzione ha permesso la nascita, in organismi successivi e pluricellulari, di sistemi nervosi che resero possibile il sorgere di una mente, di sentimenti e di immagini che rappresentano il mondo esterno e le sue relazioni con l’organismo, ma soprattutto immagini del mondo interno all’organismo, particolarmente rilevanti per lo stesso sentire. Queste immagini accompagnate dai sentimenti avrebbero portato alla formazione della soggettività e dunque della coscienza, della memoria, del ragionamento e infine del linguaggio e dell’intelligenza creativa. Queste peculiarità umane sono fondamentali per l’origine della mente culturale come strategia di risposta ai bisogni omeostatici. La questione fondamentale che verrà presentata riguarderà il fatto che gli esseri umani di volta in volta finiscono per vanificare le conquiste culturali fatte, Damasio ritiene che i meccanismi biologici che soggiacciono alla mente culturale possano aiutarci a capire meglio il problema. Esistono diverse risposte a tale questione, la maggior parte delle quali sono assolutamente positive o assolutamente negative, la posizione di Damasio si trova nel mezzo: la capacità di creare soluzioni è un privilegio immenso, ma è anche incline al fallimento e ha un costo elevato, è il fardello della libertà o della conoscenza. La parte costruttiva riguarda soprattutto la sua concezione rispetto all’educazione all’altruismo come strategia civilizzatrice fondamentale, resa possibile dall’ampliarsi della conoscenza dei meccanismi biologici che sottostanno alla mente culturale. Il termine altruismo deve essere sicuramente messo in relazione con un altro termine ad esso connesso e spesso considerato come un vero e proprio sinonimo: l’empatia. La tesi qui proposta intende mostrare come l’educazione all’altruismo in Damasio possa essere messa in relazione con una teoria stratificata dell’empatia, ed essere intesa come un modo tramite il quale, eliminando la netta distinzione fra corpo e mente, ragione ed emozioni, si possa impostare un’etica che prenda in considerazione la dignità della vita umana in quanto tale.
Neuroetica del sentire umano. Sentimenti, altruismo, empatia
CIUCCIO, SABRINA
2022/2023
Abstract
Nel panorama attuale la neuroetica si è presentata come un potente strumento interdisciplinare fra le neuroscienze e il discorso morale, essa appare in grado di essere un nuovo campo entro il quale un approccio diverso dal tradizionale razionalismo possa emergere. La storia della neuroetica ha avuto come principali apporti teorici diversi filosofi, neuroscienziati e psicologi, come: Laura Boella, Patricia Churchland, Michael Gazzaniga, ma il presente scritto si concentrerà soprattutto sullo studio effettuato da Antonio Damasio. Il suo lavoro pone l’attenzione in particolar modo sul processo di omeostasi, presente fin dalle prime forme di vita, come i batteri, e fondamentale nel mantenimento dei valori vitali. Esso si trova anche negli esseri umani, ma l’evoluzione ha permesso la nascita, in organismi successivi e pluricellulari, di sistemi nervosi che resero possibile il sorgere di una mente, di sentimenti e di immagini che rappresentano il mondo esterno e le sue relazioni con l’organismo, ma soprattutto immagini del mondo interno all’organismo, particolarmente rilevanti per lo stesso sentire. Queste immagini accompagnate dai sentimenti avrebbero portato alla formazione della soggettività e dunque della coscienza, della memoria, del ragionamento e infine del linguaggio e dell’intelligenza creativa. Queste peculiarità umane sono fondamentali per l’origine della mente culturale come strategia di risposta ai bisogni omeostatici. La questione fondamentale che verrà presentata riguarderà il fatto che gli esseri umani di volta in volta finiscono per vanificare le conquiste culturali fatte, Damasio ritiene che i meccanismi biologici che soggiacciono alla mente culturale possano aiutarci a capire meglio il problema. Esistono diverse risposte a tale questione, la maggior parte delle quali sono assolutamente positive o assolutamente negative, la posizione di Damasio si trova nel mezzo: la capacità di creare soluzioni è un privilegio immenso, ma è anche incline al fallimento e ha un costo elevato, è il fardello della libertà o della conoscenza. La parte costruttiva riguarda soprattutto la sua concezione rispetto all’educazione all’altruismo come strategia civilizzatrice fondamentale, resa possibile dall’ampliarsi della conoscenza dei meccanismi biologici che sottostanno alla mente culturale. Il termine altruismo deve essere sicuramente messo in relazione con un altro termine ad esso connesso e spesso considerato come un vero e proprio sinonimo: l’empatia. La tesi qui proposta intende mostrare come l’educazione all’altruismo in Damasio possa essere messa in relazione con una teoria stratificata dell’empatia, ed essere intesa come un modo tramite il quale, eliminando la netta distinzione fra corpo e mente, ragione ed emozioni, si possa impostare un’etica che prenda in considerazione la dignità della vita umana in quanto tale.File | Dimensione | Formato | |
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