One of the least researched topics in the historiography dealing with Italian navies during the modern age seems to be the transformation of the small but combative Savoy fleet. From the bibliographical research carried out for this thesis, there are few texts that deal comprehensively, at least over the period of the modern age, with the history of the men and ships that served under the Savoy banner. Texts I have used to obtain information on this navy have been mainly two: the first is the text by Pierangelo Manuele, Il Piemonte sul Mare; la marina sabauda dal Medioevo all'unità d'Italia, published in 1997 by the publisher l'Arciere, while the second is the text by Emilio Prasca, La marina da Guerra di Casa Savoia dalle sue origini in poi, published in 1892 in the 'Rivista Marittima'. As can be seen from these dates, the studies on this subject are rather dated, while in the case of Emilio Prasca's text, the key to an interpretation ideally linked to dynastic exaltation is evident. From these authors and the information they report, it is clear that the Savoy fleet was particularly active both in small-scale operations, such as the defence of the few Savoy coastlines against pirates and corsairs, both Barbary and European, who infested the waters of the Tyrrhenian Sea, and in important battles such as the battle of Lepanto, a central moment in the clashes between Christians and Muslims in the Mediterranean Sea. Thus, starting with the few galleys that operated against the Genevans on Geneva Lake in the 13th century to subjugate the city to the rule of the House of Savoy, we arrive at the important date of 1388, the year in which the city of Nice signed the so-called 'Dedication' to Amadeus VII, an important moment in the history of the Savoy navy, which was then able to sail at sea, allowing the Counts of Savoy to defend that strip of Mediterranean coastline. Analysing the events that this fleet went through over the following centuries, the thesis will arrive at the beginning of the 19th century when, after the occupation and loss of continental territories in the Napoleonic era and following the Congress of Vienna, with the Restoration the Genoese ports were integrated into the Piedmontese territories. At the end of the concise exposition of the history of the navy, the thesis will illustrate a first-hand document, written in French and personally translated, undated and unsigned, kept in the Court section of the State Archives in Turin, from which it is clear that the functions of this type of fleet were not limited to a simple defence activity, but also the promotion of economic enterprises. The construction and commissioning in the navy of new frigates, ships with sail propulsion, would have given merchants greater advantages over galleys, allowing voyages across the ocean in the direction of even the American continent and to the Orient. With this thesis, therefore, I hope to be able to bring new elements of study and comparison, among others with the research group that has been working on these issues for years at the University of Genoa, a university that has set up a Maritime and Naval History Laboratory with a multi and interdisciplinary dimension.
Uno tra gli argomenti meno approfonditi dalla storiografia che si occupa delle marine italiane durante l’età moderna sembra essere la trasformazione della piccola ma combattiva flotta sabauda. Dalle ricerche bibliografiche effettuate per questa tesi risultano infatti pochi i testi che trattano in maniera completa, almeno lungo l’arco temporale dell’età moderna, la storia degli uomini e delle navi che servirono sotto il vessillo dei Savoia. I testi principali di cui mi sono servito per trarre informazioni su questa marina sono stati principalmente due: il primo è il testo di Pierangelo Manuele, Il Piemonte sul Mare; la marina sabauda dal Medioevo all’unità d’Italia, pubblicato nel 1997 dalla casa editrice l’Arciere, mentre il secondo è il testo di Emilio Prasca, La marina da Guerra di Casa Savoia dalle sue origini in poi, pubblicato nel 1892 sulla “Rivista Marittima”. Come si può notare da queste date, gli studi su tale argomento sono piuttosto datati, mentre nel caso di Emilio Prasca risulta evidente la chiave di lettura idealmente legata all’esaltazione dinastica. Da questi autori e dalle notizie che essi riportano si evince che la flotta sabauda fu particolarmente attiva sia in operazioni su scala ridotta, come potevano essere la difesa delle poche coste sabaude contro pirati e corsari, barbareschi ma anche europei, che infestavano le acque del mar Tirreno, sia in scontri importanti come la battaglia di Lepanto, momento centrale degli scontri tra cristiani e musulmani nel mar Mediterraneo. Partendo quindi dalle poche galere che nel XIII secolo sul lago Lemano operavano contro i ginevrini per sottomettere la città al governo dei Savoia, si giunge all’importante data del 1388, anno in cui la città di Nizza firmò la cosiddetta “dedizione” ad Amedeo VII, momento importante per la storia della marina sabauda, che poté da allora navigare in mare permettendo ai conti di Savoia di difendere quel lembo di costa mediterranea. Analizzate le vicende che attraversò tale flotta nel corso dei secoli successivi, la tesi arriverà all’inizio del XIX quando, dopo l’occupazione e la perdita dei territori continentali in epoca napoleonica e a seguito del Congresso di Vienna, con la Restaurazione i porti genovesi furono integrati ai territori piemontesi. Al termine dell’esposizione sintetica della storia della marina, la tesi illustrerà un documento di prima mano, scritto in francese e personalmente tradotto, non datato né firmato, conservato presso la sezione Corte dell’Archivio di Stato di Torino, da cui risulta evidente che le funzioni di questo tipo di flotta non si limitavano a una semplice attività di difesa, ma anche alla promozione di imprese economiche. La costruzione e la messa in servizio nella marina di nuove fregate, navi a propulsione velica, avrebbero permesso maggiori vantaggi ai commercianti rispetto alle galere, consentendo di effettuare viaggi attraverso l’oceano in direzione anche del continente Americano e verso l’Oriente. Con questa tesi spero quindi di riuscire a portare nuovi elementi di studio e di confronto, fra gli altri con il gruppo di ricerca che da anni sta lavorando su questi temi presso l’Università di Genova, ateneo che ha costituito un Laboratorio di Storia Marittima e Navale di dimensione multi e interdisciplinare
Le trasformazioni della marina sabauda in età moderna
CAPO, EDOARDO
2022/2023
Abstract
Uno tra gli argomenti meno approfonditi dalla storiografia che si occupa delle marine italiane durante l’età moderna sembra essere la trasformazione della piccola ma combattiva flotta sabauda. Dalle ricerche bibliografiche effettuate per questa tesi risultano infatti pochi i testi che trattano in maniera completa, almeno lungo l’arco temporale dell’età moderna, la storia degli uomini e delle navi che servirono sotto il vessillo dei Savoia. I testi principali di cui mi sono servito per trarre informazioni su questa marina sono stati principalmente due: il primo è il testo di Pierangelo Manuele, Il Piemonte sul Mare; la marina sabauda dal Medioevo all’unità d’Italia, pubblicato nel 1997 dalla casa editrice l’Arciere, mentre il secondo è il testo di Emilio Prasca, La marina da Guerra di Casa Savoia dalle sue origini in poi, pubblicato nel 1892 sulla “Rivista Marittima”. Come si può notare da queste date, gli studi su tale argomento sono piuttosto datati, mentre nel caso di Emilio Prasca risulta evidente la chiave di lettura idealmente legata all’esaltazione dinastica. Da questi autori e dalle notizie che essi riportano si evince che la flotta sabauda fu particolarmente attiva sia in operazioni su scala ridotta, come potevano essere la difesa delle poche coste sabaude contro pirati e corsari, barbareschi ma anche europei, che infestavano le acque del mar Tirreno, sia in scontri importanti come la battaglia di Lepanto, momento centrale degli scontri tra cristiani e musulmani nel mar Mediterraneo. Partendo quindi dalle poche galere che nel XIII secolo sul lago Lemano operavano contro i ginevrini per sottomettere la città al governo dei Savoia, si giunge all’importante data del 1388, anno in cui la città di Nizza firmò la cosiddetta “dedizione” ad Amedeo VII, momento importante per la storia della marina sabauda, che poté da allora navigare in mare permettendo ai conti di Savoia di difendere quel lembo di costa mediterranea. Analizzate le vicende che attraversò tale flotta nel corso dei secoli successivi, la tesi arriverà all’inizio del XIX quando, dopo l’occupazione e la perdita dei territori continentali in epoca napoleonica e a seguito del Congresso di Vienna, con la Restaurazione i porti genovesi furono integrati ai territori piemontesi. Al termine dell’esposizione sintetica della storia della marina, la tesi illustrerà un documento di prima mano, scritto in francese e personalmente tradotto, non datato né firmato, conservato presso la sezione Corte dell’Archivio di Stato di Torino, da cui risulta evidente che le funzioni di questo tipo di flotta non si limitavano a una semplice attività di difesa, ma anche alla promozione di imprese economiche. La costruzione e la messa in servizio nella marina di nuove fregate, navi a propulsione velica, avrebbero permesso maggiori vantaggi ai commercianti rispetto alle galere, consentendo di effettuare viaggi attraverso l’oceano in direzione anche del continente Americano e verso l’Oriente. Con questa tesi spero quindi di riuscire a portare nuovi elementi di studio e di confronto, fra gli altri con il gruppo di ricerca che da anni sta lavorando su questi temi presso l’Università di Genova, ateneo che ha costituito un Laboratorio di Storia Marittima e Navale di dimensione multi e interdisciplinareFile | Dimensione | Formato | |
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