En 1923, le ministre de l'éducation publique du gouvernement fasciste de Benito Mussolini a conçu et promulgué une réforme scolaire qui a encore des effets sur le système éducatif italien aujourd'hui. Ce ministre était Giovanni Gentile (1875-1944), un philosophe et homme politique italien qui a joué un rôle de premier plan pendant la période fasciste. Selon Mussolini, cette réforme était "la plus fasciste des réformes". La réforme était une réaction au contexte de tensions sociales et politiques : le Biennio Rosso. Et il peut être intéressant de comprendre le rôle de l'éducation dans ce type de contexte de tensions et de régime totalitaire qui commençait à opérer (avec l'arrivée de Mussolini au pouvoir) et notamment l'impact qu'il pouvait avoir sur la population. En France, le contexte est un peu différent, avec moins de tensions : il n'y a pas d'idée de "victoire mutilée" et de développement d'un régime totalitaire ; il peut donc être intéressant de se demander quel a été le traitement de la réforme des Gentils dans les journaux et magazines français. Nous essaierons de comprendre quels étaient les différents points de vue sur la réforme, en nous concentrant sur la période comprise entre 1923 (lorsque la réforme a été mise en œuvre) et 1929 (lorsque la réforme, en raison des nombreux changements, a été considérablement déformée). L'histoire de la presse française est également importante pour comprendre le contexte dans lequel la réforme Gentile est arrivée en France et les enjeux du traitement de l'information. Les recherches sur la presse française commencent principalement dans les années 1950 (Manevy, Bellanger, Kayser) et se sont concentrées sur le contenu des journaux. Dans les années 1950-60, l'objet de recherche a connu un succès important. Il intéresse les historiens car il permet de faire de l'histoire politique et de comprendre le fonctionnement des États contemporains pendant la période de la guerre froide. L'intérêt se porte surtout sur la première moitié du XXe siècle (Henri Michel s'intéressant au collaborationnisme et à la clandestinité). Dans les années 1980, on constate un désintérêt pour le sujet de la presse. Cependant, au début du XXIe siècle, la presse est redevenue un sujet intéressant pour les historiens français. La place de l'idéologie est également à interroger pour comprendre les enjeux de la réception de la réforme des Gentils. On peut citer René Rémond ou encore le chercheur le plus important dans ce domaine : Zeev Sternhell. Beaucoup d'historiens, de journalistes et d'hommes politiques n'ont pas apprécié la thèse de Zeev Sternhell selon laquelle l'idéologie fasciste était installée en France depuis longtemps. Enfin, on constate qu'il existe peu d'études sur la vision de la réforme en dehors de l'Italie. C'est pourquoi il est intéressant de s'interroger sur la vision de la presse et des journaux français à l'égard de la réforme Gentile.

Nel 1923, il ministro dell’Istruzione Pubblica del governo fascista di Benito Mussolini pensa e promulga una riforma scolastica che ha effetti ancora oggi nel sistema educativo italiano. Tale ministro era Giovanni Gentile (1875-1944), filosofo e uomo politico italiano con un ruolo di grande rilievo nel periodo fascista. La riforma era secondo Mussolini “la più fascista delle riforme”. La riforma era una reazione al contesto di tensioni sociali e politiche: il Biennio Rosso . E può essere interessante comprendere il ruolo dell’istruzione in questo tipo di contesto di tensioni e di regime totalitario che iniziava a funzionare (con l’arrivo di Mussolini al potere) e in particolare l’impatto che può avere sulla popolazione. In Francia, il contesto era in parte diverso, con meno tensioni: non c’era l’idea di “vittoria mutilata” e lo sviluppo di un regime totalitario; dunque, può essere interessante chiedersi quale fu il trattamento della riforma Gentile nei quotidiani e nelle riviste francesi. Si tratterà di comprendere quali erano i differenti punti di vista sulla riforma, concentrandosi sul periodo compreso tra il 1923 (data di attuazione della riforma) e il 1929 (momento a partire dal quale la riforma, a causa delle numerose modifiche, fu sostanzialmente snaturata). La storia della stampa francese è anche importante per capire in quale contesto la riforma Gentile arriva in Francia e le sfide del trattamento dell’informazione. La ricerca sulla stampa francese comincia principalmente negli anni 1950 (Manevy, Bellanger, Kayser) ed è incentrata sul contenuto dei giornali. Negli anni 1950-60 il soggetto di ricerca incontra un significativo successo. Era interessante per gli storici perché permetteva di fare della storia politica e di capire come funzionavano gli Stati contemporanei durante il periodo della Guerra Fredda. L’interesse si porta soprattutto sulla prima metà del XX secolo (Henri Michel che si interessa al collaborazionismo e alla clandestinità). Negli anni 1980, c’era un disinteresse per il soggetto della stampa. Tuttavia, all’inizio del XXI secolo la stampa torna a essere un tema interessante per gli storici francesi. Il posto dell’ideologia è anche da interrogare per capire le sfide della ricezione della riforma Gentile. Possiamo citare René Rémond o ancora il più importante ricercatore in questo campo: Zeev Sternhell. Numerosi storici, giornalisti e politici non apprezzarono la tesi di Zeev Sternhell secondo la quale l’ideologia fascista era installata in Francia da un lungo tempo. Infine, possiamo constatare che ci sono pochi studi sulla visione della riforma al di fuori dell’Italia. Per questo è interessante interrogarsi sulla visione della stampa e delle riviste francesi rispetto alla riforma Gentile.

Come la stampa e le riviste francesi degli anni Venti vedevano la Riforma Gentile del 1923?

FATA, FLORA
2023/2024

Abstract

Nel 1923, il ministro dell’Istruzione Pubblica del governo fascista di Benito Mussolini pensa e promulga una riforma scolastica che ha effetti ancora oggi nel sistema educativo italiano. Tale ministro era Giovanni Gentile (1875-1944), filosofo e uomo politico italiano con un ruolo di grande rilievo nel periodo fascista. La riforma era secondo Mussolini “la più fascista delle riforme”. La riforma era una reazione al contesto di tensioni sociali e politiche: il Biennio Rosso . E può essere interessante comprendere il ruolo dell’istruzione in questo tipo di contesto di tensioni e di regime totalitario che iniziava a funzionare (con l’arrivo di Mussolini al potere) e in particolare l’impatto che può avere sulla popolazione. In Francia, il contesto era in parte diverso, con meno tensioni: non c’era l’idea di “vittoria mutilata” e lo sviluppo di un regime totalitario; dunque, può essere interessante chiedersi quale fu il trattamento della riforma Gentile nei quotidiani e nelle riviste francesi. Si tratterà di comprendere quali erano i differenti punti di vista sulla riforma, concentrandosi sul periodo compreso tra il 1923 (data di attuazione della riforma) e il 1929 (momento a partire dal quale la riforma, a causa delle numerose modifiche, fu sostanzialmente snaturata). La storia della stampa francese è anche importante per capire in quale contesto la riforma Gentile arriva in Francia e le sfide del trattamento dell’informazione. La ricerca sulla stampa francese comincia principalmente negli anni 1950 (Manevy, Bellanger, Kayser) ed è incentrata sul contenuto dei giornali. Negli anni 1950-60 il soggetto di ricerca incontra un significativo successo. Era interessante per gli storici perché permetteva di fare della storia politica e di capire come funzionavano gli Stati contemporanei durante il periodo della Guerra Fredda. L’interesse si porta soprattutto sulla prima metà del XX secolo (Henri Michel che si interessa al collaborazionismo e alla clandestinità). Negli anni 1980, c’era un disinteresse per il soggetto della stampa. Tuttavia, all’inizio del XXI secolo la stampa torna a essere un tema interessante per gli storici francesi. Il posto dell’ideologia è anche da interrogare per capire le sfide della ricezione della riforma Gentile. Possiamo citare René Rémond o ancora il più importante ricercatore in questo campo: Zeev Sternhell. Numerosi storici, giornalisti e politici non apprezzarono la tesi di Zeev Sternhell secondo la quale l’ideologia fascista era installata in Francia da un lungo tempo. Infine, possiamo constatare che ci sono pochi studi sulla visione della riforma al di fuori dell’Italia. Per questo è interessante interrogarsi sulla visione della stampa e delle riviste francesi rispetto alla riforma Gentile.
FRA
ITA
En 1923, le ministre de l'éducation publique du gouvernement fasciste de Benito Mussolini a conçu et promulgué une réforme scolaire qui a encore des effets sur le système éducatif italien aujourd'hui. Ce ministre était Giovanni Gentile (1875-1944), un philosophe et homme politique italien qui a joué un rôle de premier plan pendant la période fasciste. Selon Mussolini, cette réforme était "la plus fasciste des réformes". La réforme était une réaction au contexte de tensions sociales et politiques : le Biennio Rosso. Et il peut être intéressant de comprendre le rôle de l'éducation dans ce type de contexte de tensions et de régime totalitaire qui commençait à opérer (avec l'arrivée de Mussolini au pouvoir) et notamment l'impact qu'il pouvait avoir sur la population. En France, le contexte est un peu différent, avec moins de tensions : il n'y a pas d'idée de "victoire mutilée" et de développement d'un régime totalitaire ; il peut donc être intéressant de se demander quel a été le traitement de la réforme des Gentils dans les journaux et magazines français. Nous essaierons de comprendre quels étaient les différents points de vue sur la réforme, en nous concentrant sur la période comprise entre 1923 (lorsque la réforme a été mise en œuvre) et 1929 (lorsque la réforme, en raison des nombreux changements, a été considérablement déformée). L'histoire de la presse française est également importante pour comprendre le contexte dans lequel la réforme Gentile est arrivée en France et les enjeux du traitement de l'information. Les recherches sur la presse française commencent principalement dans les années 1950 (Manevy, Bellanger, Kayser) et se sont concentrées sur le contenu des journaux. Dans les années 1950-60, l'objet de recherche a connu un succès important. Il intéresse les historiens car il permet de faire de l'histoire politique et de comprendre le fonctionnement des États contemporains pendant la période de la guerre froide. L'intérêt se porte surtout sur la première moitié du XXe siècle (Henri Michel s'intéressant au collaborationnisme et à la clandestinité). Dans les années 1980, on constate un désintérêt pour le sujet de la presse. Cependant, au début du XXIe siècle, la presse est redevenue un sujet intéressant pour les historiens français. La place de l'idéologie est également à interroger pour comprendre les enjeux de la réception de la réforme des Gentils. On peut citer René Rémond ou encore le chercheur le plus important dans ce domaine : Zeev Sternhell. Beaucoup d'historiens, de journalistes et d'hommes politiques n'ont pas apprécié la thèse de Zeev Sternhell selon laquelle l'idéologie fasciste était installée en France depuis longtemps. Enfin, on constate qu'il existe peu d'études sur la vision de la réforme en dehors de l'Italie. C'est pourquoi il est intéressant de s'interroger sur la vision de la presse et des journaux français à l'égard de la réforme Gentile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/159177