How Has Masculinity Evolved, Along with Its Associated Values, in the 21st Century? How have social networks and their inhabitants influenced this process? Does this go hand in hand with new awareness and broader mindsets? This reflection aims to pose questions rather than provide answers, traversing a path of discovery and understanding of the phenomenon of metrosexuality through three macro sections in chronological order. The term's origin is credited to the articles by British journalist Mark Simpson, who coined it in the early 2000s, but its roots stretch back in time to the Irish poet Oscar Wilde and generally to the figure of the dandy. The phenomenon, specific to large metropolises and unrelated to an individual's sexual orientation, describes a trend wherein the Western and independent man has begun to adopt behaviors previously associated strictly with the feminine sphere. These behaviors have now become everyday realities, balancing the pleasure of being observed with the pleasure of observing, which has undergone various reversals. The first reversal is described in the first chapter, which presents the concept of the Great Male Renunciation, theorized by British psychoanalyst and scholar John Carl Flügel in his famous book "The Psychology of Clothes." He highlights how, already at the turn of the two world wars, there were underground movements within the male universe promoting the abandonment of the purely utilitarian conception of clothing in favor of a rediscovered elegance. This often saw an expansion of possibilities by occasionally exceeding into feminine style, rather than a lack of virility. The peak of egotism and narcissism is reached by those known as Lifestyle Influencers, web celebrities who have distinguished themselves by providing advice and suggestions on every aspect of daily life to their community. They highlight new conceptions of self-care, being a man, and relationships with the opposite sex. However, it is in this practice and its disproportionate success that a growing instability in our society is recognized. Our society is increasingly afflicted by an inability to relate and self-analyze, forced to rely on improvised "experts" for an understanding of oneself that can only be achieved by the individual. Where is the line drawn between toxic entertainment and the profusion of inherently positive concepts and ideals? Are we truly close to achieving a gender balance that will finally eliminate the labels and distinctions imposed on us? Can social media be a useful tool in pursuing this goal?

Come si è evoluta la mascolinità, con i valori ad essa legati, nel XXI secolo? Quanto i social networks e chi li abita hanno influenzato il processo? Questo va di pari passo con nuove consapevolezze e con mentalità di più ampio respiro? Una riflessione che tenta di proporre degli interrogativi e non delle risposte, percorrendo, nell’ambito di tre macro sezioni e in ordine cronologico, un sentiero che porta alla scoperta e al conoscimento del fenomeno della metrosessualità, il cui punto di origine viene riconosciuto negli articoli del giornalista britannico Mark Simpson, coniatore del termine nei primi anni 2000, ma le cui radici affondano nel tempo fino a giungere al poeta irlandese Oscar Wilde e a riconoscersi nella figura del dandy, più in generale. Il fenomeno, proprio delle grandi metropoli, e che nulla ha a che vedere con gli orientamenti sessuali dell’individuo, descrive una tendenza per la quale, l’uomo occidentale e indipendente, ha cominciato a far suoi comportamenti in precedenza accostati prettamente alla sfera femminile, ma ora realtà di tutti i giorni, in un equilibrio tra il piacere di essere guardati e il piacere di guardare che ha subito diversi rovesciamenti. Il primo di questi viene descritto nel primo capitolo, che espone il concetto di Grande Rinuncia, teorizzato dallo psicanalista e studioso britannico John Carl Flügel, all’interno del suo celebre volume Psicologia dell’abbigliamento e che evidenzia come, già a cavallo dei due conflitti mondiali, vi fossero dei moti sotterranei nell’universo maschile atti a promuovere l’abbandono della concezione unicamente utilitaristica del vestiario, in favore di una ritrovata eleganza, che vedeva nell’eccedere talvolta nello stile femminile un ampliamento di possibilità e non una mancanza di virilità. L’apice dell’egotismo e del narcisismo viene raggiunto da coloro che vengono conosciuti con il nome di Lifestyle Influencers, celebrità del web che si sono distinte nell’attività di fornire consigli e suggestioni, riguardanti qualsivoglia aspetto della quotidianità, alla propria community, evidenziando nuove concezioni della cura di sé, dell’essere uomo e del rapporto con l’altro sesso. È però in questa pratica e nel suo spropositato successo che si riconosce una crescente instabilità della nostra società, sempre più affetta dall’incapacità di relazione ed autoanalisi, costretta a demandare ad “esperti” improvvisati una comprensione di sé che non può essere operata se non dall’individuo stesso. Dove si delinea il confine tra (in)trattenimento tossico e profusione di concetti e ideali di per sé positivi? Siamo davvero prossimi al raggiungimento di un equilibrio tra i generi che porterà finalmente all’eliminazione delle etichette e delle distinzioni imposteci? I social media possono essere un mezzo utile a perseguire l’obiettivo?

Lifestyle Influencers - L'evoluzione della mascolinità tra Metrosessualità e Social Media

PERRONE, LUCA
2023/2024

Abstract

Come si è evoluta la mascolinità, con i valori ad essa legati, nel XXI secolo? Quanto i social networks e chi li abita hanno influenzato il processo? Questo va di pari passo con nuove consapevolezze e con mentalità di più ampio respiro? Una riflessione che tenta di proporre degli interrogativi e non delle risposte, percorrendo, nell’ambito di tre macro sezioni e in ordine cronologico, un sentiero che porta alla scoperta e al conoscimento del fenomeno della metrosessualità, il cui punto di origine viene riconosciuto negli articoli del giornalista britannico Mark Simpson, coniatore del termine nei primi anni 2000, ma le cui radici affondano nel tempo fino a giungere al poeta irlandese Oscar Wilde e a riconoscersi nella figura del dandy, più in generale. Il fenomeno, proprio delle grandi metropoli, e che nulla ha a che vedere con gli orientamenti sessuali dell’individuo, descrive una tendenza per la quale, l’uomo occidentale e indipendente, ha cominciato a far suoi comportamenti in precedenza accostati prettamente alla sfera femminile, ma ora realtà di tutti i giorni, in un equilibrio tra il piacere di essere guardati e il piacere di guardare che ha subito diversi rovesciamenti. Il primo di questi viene descritto nel primo capitolo, che espone il concetto di Grande Rinuncia, teorizzato dallo psicanalista e studioso britannico John Carl Flügel, all’interno del suo celebre volume Psicologia dell’abbigliamento e che evidenzia come, già a cavallo dei due conflitti mondiali, vi fossero dei moti sotterranei nell’universo maschile atti a promuovere l’abbandono della concezione unicamente utilitaristica del vestiario, in favore di una ritrovata eleganza, che vedeva nell’eccedere talvolta nello stile femminile un ampliamento di possibilità e non una mancanza di virilità. L’apice dell’egotismo e del narcisismo viene raggiunto da coloro che vengono conosciuti con il nome di Lifestyle Influencers, celebrità del web che si sono distinte nell’attività di fornire consigli e suggestioni, riguardanti qualsivoglia aspetto della quotidianità, alla propria community, evidenziando nuove concezioni della cura di sé, dell’essere uomo e del rapporto con l’altro sesso. È però in questa pratica e nel suo spropositato successo che si riconosce una crescente instabilità della nostra società, sempre più affetta dall’incapacità di relazione ed autoanalisi, costretta a demandare ad “esperti” improvvisati una comprensione di sé che non può essere operata se non dall’individuo stesso. Dove si delinea il confine tra (in)trattenimento tossico e profusione di concetti e ideali di per sé positivi? Siamo davvero prossimi al raggiungimento di un equilibrio tra i generi che porterà finalmente all’eliminazione delle etichette e delle distinzioni imposteci? I social media possono essere un mezzo utile a perseguire l’obiettivo?
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How Has Masculinity Evolved, Along with Its Associated Values, in the 21st Century? How have social networks and their inhabitants influenced this process? Does this go hand in hand with new awareness and broader mindsets? This reflection aims to pose questions rather than provide answers, traversing a path of discovery and understanding of the phenomenon of metrosexuality through three macro sections in chronological order. The term's origin is credited to the articles by British journalist Mark Simpson, who coined it in the early 2000s, but its roots stretch back in time to the Irish poet Oscar Wilde and generally to the figure of the dandy. The phenomenon, specific to large metropolises and unrelated to an individual's sexual orientation, describes a trend wherein the Western and independent man has begun to adopt behaviors previously associated strictly with the feminine sphere. These behaviors have now become everyday realities, balancing the pleasure of being observed with the pleasure of observing, which has undergone various reversals. The first reversal is described in the first chapter, which presents the concept of the Great Male Renunciation, theorized by British psychoanalyst and scholar John Carl Flügel in his famous book "The Psychology of Clothes." He highlights how, already at the turn of the two world wars, there were underground movements within the male universe promoting the abandonment of the purely utilitarian conception of clothing in favor of a rediscovered elegance. This often saw an expansion of possibilities by occasionally exceeding into feminine style, rather than a lack of virility. The peak of egotism and narcissism is reached by those known as Lifestyle Influencers, web celebrities who have distinguished themselves by providing advice and suggestions on every aspect of daily life to their community. They highlight new conceptions of self-care, being a man, and relationships with the opposite sex. However, it is in this practice and its disproportionate success that a growing instability in our society is recognized. Our society is increasingly afflicted by an inability to relate and self-analyze, forced to rely on improvised "experts" for an understanding of oneself that can only be achieved by the individual. Where is the line drawn between toxic entertainment and the profusion of inherently positive concepts and ideals? Are we truly close to achieving a gender balance that will finally eliminate the labels and distinctions imposed on us? Can social media be a useful tool in pursuing this goal?
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/159155