Nel primo capitolo è introdotto il concetto di discriminazione di genere, suddiviso in due varianti: discriminazione diretta e indiretta. La discriminazione diretta si verifica quando una persona, a causa del suo sesso, è trattata in modo meno favorevole rispetto a un’altra in una situazione analoga. La discriminazione indiretta, invece, si manifesta quando una disposizione, criterio o prassi apparentemente neutri pongono persone di un determinato sesso in una posizione di svantaggio rispetto ad altre. All'interno della tesi verrà analizzata anche la distinzione tra eguaglianza sostanziale e formale. Inizialmente, a livello internazionale, la disuguaglianza di genere era interpretata come una questione economica, affrontata tramite misure legate al mondo del lavoro. Tuttavia, il campo di applicazione delle norme è stato progressivamente ampliato fino a sancire che la parità di trattamento dovesse eliminare tutte le discriminazioni basate sul sesso, non solo quelle economiche. Nel secondo capitolo, si approfondiscono le politiche di genere. Viene fornita una definizione di queste politiche, analizzandone le principali componenti: rappresentanza politica, mercato del lavoro, contesto familiare, conciliazione tra vita privata e professionale. Saranno poi studiate le strategie adottate nel tempo, come la parità di trattamento formale, le azioni positive e il gender mainstreaming. A livello internazionale, si esamineranno i primi segnali di cambiamento, come l'articolo 119 del Trattato di Roma e il ruolo delle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. Saranno menzionate le quattro fasi nell’interpretazione della discriminazione di genere, le politiche adottate per combatterla e il cambiamento di paradigma avvenuto nell'arena europea, con particolare attenzione alla strategia del gender mainstreaming, il cui dibattito rimane tuttora aperto. Il terzo capitolo indaga la situazione delle donne nel mondo del lavoro in Italia, analizzando inizialmente le leggi che fondano le politiche di parità italiane: l'articolo 37 della Costituzione, la legge 903/1977 sul divieto di discriminazione nell’accesso al lavoro e la legge 125/1991 sulle azioni positive per l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne. Verrà esaminato il modello di welfare mediterraneo e l'influenza dei cambiamenti economico-sociali sulla sua organizzazione. Da questa analisi emergeranno le priorità di genere in Italia, con uno studio delle principali politiche di conciliazione e la loro valutazione d’impatto sulla discriminazione di genere. Il quarto capitolo motiva la scelta della Svezia come termine di paragone con l’Italia per analizzare le differenze nelle politiche di genere. Dopo una breve ricostruzione del contesto politico svedese, verranno esaminate le leggi costituzionali per la prevenzione della discriminazione di genere e il modello di welfare social-democratico, da cui emergono le priorità delle politiche di genere svedesi. Saranno esplorate le strategie adottate e i risultati conseguiti, con particolare attenzione alle politiche di conciliazione. L’ultimo capitolo si concentrerà sulla comparazione tra Italia e Svezia, evidenziando le differenze nel contesto storico-politico nazionale e valutando l’efficacia delle politiche di genere nel promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Si analizzerà infine il ruolo dell’Unione Europea, considerando il rapporto tra questa, l’Italia e la Svezia nella promozione di politiche di parità di genere.
Oltre le barriere di genere: Italia e Svezia a confronto
CORREALE, ANNE
2023/2024
Abstract
Nel primo capitolo è introdotto il concetto di discriminazione di genere, suddiviso in due varianti: discriminazione diretta e indiretta. La discriminazione diretta si verifica quando una persona, a causa del suo sesso, è trattata in modo meno favorevole rispetto a un’altra in una situazione analoga. La discriminazione indiretta, invece, si manifesta quando una disposizione, criterio o prassi apparentemente neutri pongono persone di un determinato sesso in una posizione di svantaggio rispetto ad altre. All'interno della tesi verrà analizzata anche la distinzione tra eguaglianza sostanziale e formale. Inizialmente, a livello internazionale, la disuguaglianza di genere era interpretata come una questione economica, affrontata tramite misure legate al mondo del lavoro. Tuttavia, il campo di applicazione delle norme è stato progressivamente ampliato fino a sancire che la parità di trattamento dovesse eliminare tutte le discriminazioni basate sul sesso, non solo quelle economiche. Nel secondo capitolo, si approfondiscono le politiche di genere. Viene fornita una definizione di queste politiche, analizzandone le principali componenti: rappresentanza politica, mercato del lavoro, contesto familiare, conciliazione tra vita privata e professionale. Saranno poi studiate le strategie adottate nel tempo, come la parità di trattamento formale, le azioni positive e il gender mainstreaming. A livello internazionale, si esamineranno i primi segnali di cambiamento, come l'articolo 119 del Trattato di Roma e il ruolo delle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. Saranno menzionate le quattro fasi nell’interpretazione della discriminazione di genere, le politiche adottate per combatterla e il cambiamento di paradigma avvenuto nell'arena europea, con particolare attenzione alla strategia del gender mainstreaming, il cui dibattito rimane tuttora aperto. Il terzo capitolo indaga la situazione delle donne nel mondo del lavoro in Italia, analizzando inizialmente le leggi che fondano le politiche di parità italiane: l'articolo 37 della Costituzione, la legge 903/1977 sul divieto di discriminazione nell’accesso al lavoro e la legge 125/1991 sulle azioni positive per l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne. Verrà esaminato il modello di welfare mediterraneo e l'influenza dei cambiamenti economico-sociali sulla sua organizzazione. Da questa analisi emergeranno le priorità di genere in Italia, con uno studio delle principali politiche di conciliazione e la loro valutazione d’impatto sulla discriminazione di genere. Il quarto capitolo motiva la scelta della Svezia come termine di paragone con l’Italia per analizzare le differenze nelle politiche di genere. Dopo una breve ricostruzione del contesto politico svedese, verranno esaminate le leggi costituzionali per la prevenzione della discriminazione di genere e il modello di welfare social-democratico, da cui emergono le priorità delle politiche di genere svedesi. Saranno esplorate le strategie adottate e i risultati conseguiti, con particolare attenzione alle politiche di conciliazione. L’ultimo capitolo si concentrerà sulla comparazione tra Italia e Svezia, evidenziando le differenze nel contesto storico-politico nazionale e valutando l’efficacia delle politiche di genere nel promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Si analizzerà infine il ruolo dell’Unione Europea, considerando il rapporto tra questa, l’Italia e la Svezia nella promozione di politiche di parità di genere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/158897