La presente tesi si pone l’obiettivo di esplorare il contesto socio-economico e ambientale del Madagascar, uno dei paesi più poveri al mondo, al fine di approfondire la relazione di interdipendenza tra povertà, cambiamento climatico e sviluppo economico. Nonostante le ricchezze naturali e l’eccezionale biodiversità, la povertà, che colpisce la maggioranza della popolazione, le disuguaglianze e la vulnerabilità agli impatti climatici creano un “circolo vizioso” difficile da spezzare. Inizialmente, ci si sofferma sui dati relativi alla povertà e sulla sua distribuzione geografica osservando come questa, seppur ampiamente diffusa in tutto il paese, colpisca in misura maggiore le regioni meridionali e le comunità rurali, anche a causa della mancanza di infrastrutture, della minor attività economica (rispetto alle regioni settentrionali e alle aree urbane) e dell’elevata esposizione a disastri ambientali come siccità e cicloni. Si affronta anche il tema del limitato accesso all’istruzione, fondamentale per ridurre la povertà, e alle risorse essenziali. Viene in seguito fornito un quadro generale del contesto ambientale e in particolare agricolo del paese, in quanto l’agricoltura costituisce l’attività da cui dipende l’80% della popolazione malgascia. Il degrado ambientale, dovuto agli effetti del cambiamento climatico, è aggravato da pratiche poco sostenibili agli attuali tassi di sfruttamento, come l’agricoltura swidden e il disboscamento, le quali sono strettamente legate alla povertà che spinge la popolazione a sfruttare intensivamente le risorse naturali. Si analizza l’importanza delle pratiche culturali e delle istituzioni informali, come i fady, nella gestione sostenibile delle risorse naturali e nella conservazione della biodiversità. Esaminando poi il controverso fenomeno del land-grabbing, viene inoltre fornito un focus particolarmente interessante sul ruolo degli attori esteri rispetto alla gestione del territorio in Madagascar. Infine, ci si sofferma sulle strategie di intervento in tema di povertà, sviluppo, istruzione e ambiente. Il Madagascar ha dimostrato di poter raggiungere una crescita economica significativa durante periodi di stabilità politica, come avvenuto tra il 2003 e il 2008. Tuttavia, crisi politiche ricorrenti hanno frenato lo sviluppo e ridotto la fiducia degli investitori. Dal 2014, il ritorno alla stabilità costituzionale ha permesso di avviare riforme economiche sostenute da programmi internazionali, come quelli del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, volti a migliorare la resilienza economica e a promuovere una crescita inclusiva e sostenibile. Per superare il "circolo vizioso" della povertà, il Madagascar necessita di un impegno continuo verso la creazione di un quadro istituzionale stabile e trasparente che favorisca investimenti, concorrenza e accumulazione di capitale.
Il "circolo vizioso" della povertà e la resilienza ai ai cambiamenti climatici in Madagascar
PANDOLFI, TIZIANA SARAH
2023/2024
Abstract
La presente tesi si pone l’obiettivo di esplorare il contesto socio-economico e ambientale del Madagascar, uno dei paesi più poveri al mondo, al fine di approfondire la relazione di interdipendenza tra povertà, cambiamento climatico e sviluppo economico. Nonostante le ricchezze naturali e l’eccezionale biodiversità, la povertà, che colpisce la maggioranza della popolazione, le disuguaglianze e la vulnerabilità agli impatti climatici creano un “circolo vizioso” difficile da spezzare. Inizialmente, ci si sofferma sui dati relativi alla povertà e sulla sua distribuzione geografica osservando come questa, seppur ampiamente diffusa in tutto il paese, colpisca in misura maggiore le regioni meridionali e le comunità rurali, anche a causa della mancanza di infrastrutture, della minor attività economica (rispetto alle regioni settentrionali e alle aree urbane) e dell’elevata esposizione a disastri ambientali come siccità e cicloni. Si affronta anche il tema del limitato accesso all’istruzione, fondamentale per ridurre la povertà, e alle risorse essenziali. Viene in seguito fornito un quadro generale del contesto ambientale e in particolare agricolo del paese, in quanto l’agricoltura costituisce l’attività da cui dipende l’80% della popolazione malgascia. Il degrado ambientale, dovuto agli effetti del cambiamento climatico, è aggravato da pratiche poco sostenibili agli attuali tassi di sfruttamento, come l’agricoltura swidden e il disboscamento, le quali sono strettamente legate alla povertà che spinge la popolazione a sfruttare intensivamente le risorse naturali. Si analizza l’importanza delle pratiche culturali e delle istituzioni informali, come i fady, nella gestione sostenibile delle risorse naturali e nella conservazione della biodiversità. Esaminando poi il controverso fenomeno del land-grabbing, viene inoltre fornito un focus particolarmente interessante sul ruolo degli attori esteri rispetto alla gestione del territorio in Madagascar. Infine, ci si sofferma sulle strategie di intervento in tema di povertà, sviluppo, istruzione e ambiente. Il Madagascar ha dimostrato di poter raggiungere una crescita economica significativa durante periodi di stabilità politica, come avvenuto tra il 2003 e il 2008. Tuttavia, crisi politiche ricorrenti hanno frenato lo sviluppo e ridotto la fiducia degli investitori. Dal 2014, il ritorno alla stabilità costituzionale ha permesso di avviare riforme economiche sostenute da programmi internazionali, come quelli del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, volti a migliorare la resilienza economica e a promuovere una crescita inclusiva e sostenibile. Per superare il "circolo vizioso" della povertà, il Madagascar necessita di un impegno continuo verso la creazione di un quadro istituzionale stabile e trasparente che favorisca investimenti, concorrenza e accumulazione di capitale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
976002_tesipandolfi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
7.83 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.83 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/158892