Nel presente studio andremo ad analizzare il tema dell’odio. Un argomento che negli ultimi anni si sta ricreando uno spazio sempre più importante a livello di studio, di dibattito pubblico e di regolamentazione. È un tema che sempre ha caratterizzato la nostra società: studiato, interpretato e definito in maniere differenti nel corso della nostra storia. Al giorno d’oggi, visto le forme sempre più ricorrenti di interconnessione anche negli spazi virtuali e digitali, emerge la necessità di regolamentarlo creando delle linee guida per tutti i fruitori dei social network e anche per sviluppare una sensibilità condivisa sul tema, in modo da contrastare e limitare la diffusione di episodi di odio online. L’obbiettivo di questo elaborato è quello di approfondire il tema dell’odio nella nostra società e di cercare di comprenderne il funzionamento e le prese di posizione a livello europeo ed internazionale. La tesi si compone di due capitoli. All’interno del primo viene proposta un’analisi più generale sul fenomeno dell’odio, in particolare la ricerca di una sua definizione esaustiva e l’elencazione di tutti quei mezzi chiamati “macchine dell’odio” che ne facilitano la propagazione. Successivamente si affronta il tema di come questo sentimento si manifesti con gradazioni differenti, aspetto che viene introdotto in riferimento alla nota scala Allport ai contributi classici di un sociologo come Bourdieu e di un linguista come Federico Faloppa, analizzando anche gli interventi normativi effettuati dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Infine, viene esaminato il crimine d’odio attraverso i contenuti di una pubblicazione realizzata nel 2020 dall'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD). In questa sezione si prendono in esame le caratteristiche del fenomeno e osservando quali siano gli altri fenomeni più di frequente legati ad esso, come per esempio l’under-reporting e l’under-recording. Nel secondo capitolo si analizza l’hate speech, ossia la manifestazione d’odio più frequente nei giorni nostri, in particolare dopo la nascita e l’affermazione dei social network. Inizialmente recuperando la definizione a livello internazionale offerta dalle Nazioni Unite, e poi cercando di esplorare la storia del suo sviluppo attraverso la visione di un libro scritto dal professore di legge americano Frederick Schauer, il quale cerca di spiegarne anche l’origine e la rilevanza a livello giuridico. Si è ricercato quali siano state le regolamentazioni fatte a riguardo, in particolare in campo europeo con la creazione di un “codice” da rispettare definito nel Digital Services Act, approvato nel 2022 dal Parlamento Europeo. Si affronta anche il tema online e offline dell’hate speech, in particolare considerando due caratteristiche principali: la “permanence” e l’“itinerancy”. Si analizzano le sue relazioni con la disinformazione, attraverso lo studio dell’analfabetismo funzionale e cosa ciò comporta, grazie in particolare ai riscontri ottenuti dall’indagine OCSE-PIAAC del 2019. Infine, grazie allo studio effettuato da Amnesty International “il Barometro dell’Odio”, sono state identificate quali siano le vittime più frequenti di hate speech e quali siano i motivi di fondo di questi attacchi.
Discorsi d'odio
TIBERTI, AMEDEO
2023/2024
Abstract
Nel presente studio andremo ad analizzare il tema dell’odio. Un argomento che negli ultimi anni si sta ricreando uno spazio sempre più importante a livello di studio, di dibattito pubblico e di regolamentazione. È un tema che sempre ha caratterizzato la nostra società: studiato, interpretato e definito in maniere differenti nel corso della nostra storia. Al giorno d’oggi, visto le forme sempre più ricorrenti di interconnessione anche negli spazi virtuali e digitali, emerge la necessità di regolamentarlo creando delle linee guida per tutti i fruitori dei social network e anche per sviluppare una sensibilità condivisa sul tema, in modo da contrastare e limitare la diffusione di episodi di odio online. L’obbiettivo di questo elaborato è quello di approfondire il tema dell’odio nella nostra società e di cercare di comprenderne il funzionamento e le prese di posizione a livello europeo ed internazionale. La tesi si compone di due capitoli. All’interno del primo viene proposta un’analisi più generale sul fenomeno dell’odio, in particolare la ricerca di una sua definizione esaustiva e l’elencazione di tutti quei mezzi chiamati “macchine dell’odio” che ne facilitano la propagazione. Successivamente si affronta il tema di come questo sentimento si manifesti con gradazioni differenti, aspetto che viene introdotto in riferimento alla nota scala Allport ai contributi classici di un sociologo come Bourdieu e di un linguista come Federico Faloppa, analizzando anche gli interventi normativi effettuati dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Infine, viene esaminato il crimine d’odio attraverso i contenuti di una pubblicazione realizzata nel 2020 dall'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD). In questa sezione si prendono in esame le caratteristiche del fenomeno e osservando quali siano gli altri fenomeni più di frequente legati ad esso, come per esempio l’under-reporting e l’under-recording. Nel secondo capitolo si analizza l’hate speech, ossia la manifestazione d’odio più frequente nei giorni nostri, in particolare dopo la nascita e l’affermazione dei social network. Inizialmente recuperando la definizione a livello internazionale offerta dalle Nazioni Unite, e poi cercando di esplorare la storia del suo sviluppo attraverso la visione di un libro scritto dal professore di legge americano Frederick Schauer, il quale cerca di spiegarne anche l’origine e la rilevanza a livello giuridico. Si è ricercato quali siano state le regolamentazioni fatte a riguardo, in particolare in campo europeo con la creazione di un “codice” da rispettare definito nel Digital Services Act, approvato nel 2022 dal Parlamento Europeo. Si affronta anche il tema online e offline dell’hate speech, in particolare considerando due caratteristiche principali: la “permanence” e l’“itinerancy”. Si analizzano le sue relazioni con la disinformazione, attraverso lo studio dell’analfabetismo funzionale e cosa ciò comporta, grazie in particolare ai riscontri ottenuti dall’indagine OCSE-PIAAC del 2019. Infine, grazie allo studio effettuato da Amnesty International “il Barometro dell’Odio”, sono state identificate quali siano le vittime più frequenti di hate speech e quali siano i motivi di fondo di questi attacchi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
957878_tesihatespeechamedeotiberti.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
336.12 kB
Formato
Adobe PDF
|
336.12 kB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/158888