La scoliosi è una deformità spinale, sviluppata nelle tre dimensioni, caratterizzata da una deviazione laterale del rachide, associata a un alterato orientamento sul piano sagittale e trasversale. In maniera più globale, si può affermare che questa condizione riguarda il tronco nel suo insieme, modificandolo nelle tre dimensioni dello spazio, caratterizzato dalla presenza del gibbo, alterando anche altre parti del corpo, come le coste, lo sterno, i muscoli come diaframma, paravertebrali, addominale e organi come i polmoni. Questo tipo di alterazione si può suddividere in due categorie: scoliosi funzionale o strutturale, in cui la prima presenta solo una lateralità della colonna, mentre la seconda presenta anche una rotazione vertebrale, associata a cambiamenti della componente ossea, legamentosa e muscolare. La maggioranza delle scoliosi viene definita come “idiopatica”, ovvero conseguente a cause ignote, non originate da fattori di tipo biologico o biomeccanico. Questa condizione colpisce dal 2 al 4% degli adolescenti, ha la stessa incidenza tra maschi e femmine, ma queste ultime hanno più possibilità di sviluppare una forma grave. In base al periodo di sviluppo della curva scoliotica, si possono trovare scoliosi infantili, giovanili o adolescenziali, la cui diagnosi viene verificata inizialmente mediante l’esame clinico con l’osservazione di eventuali asimmetrie, con l’ausilio del filo a piombo ed infine con la manovra di Adams, che permette di valutare la presenza del gibbo costale. In seguito, verranno prescritto un esame radiologico per verificare l’angolo specifico della deviazione della curva scoliotica. I metodi maggiormente impiegati sono quello di Cobb e quello di Risser-Ferguson, entrambi per valutare in modo oggettivo i gradi di deformità e per raccomandare il miglio piano terapeutico per monitorare la condizione nel corso del tempo. In generale, per curve scoliotiche maggiori di 10 gradi, si prescrive al soggetto attività di ginnastica correttiva, per quelle maggiori di 25 gradi l’utilizzo di corsetti ortopedici e, infine, chirurgia per soggetti con situazioni di scoliosi oltre i 40 gradi. Gli obiettivi degli esercizi correttivi riguardano il mantenimento del tono muscolare, il rinforzo dei muscoli deboli, l’allungamento di quelli in condizioni di accorciamento, il miglioramento della ventilazione polmonare e il rimodellamento corporeo e posturale.
Caratteristiche della scoliosi idiopatica e trattamenti per soggetti in età evolutiva
OLIVASTRO, MATTIA
2022/2023
Abstract
La scoliosi è una deformità spinale, sviluppata nelle tre dimensioni, caratterizzata da una deviazione laterale del rachide, associata a un alterato orientamento sul piano sagittale e trasversale. In maniera più globale, si può affermare che questa condizione riguarda il tronco nel suo insieme, modificandolo nelle tre dimensioni dello spazio, caratterizzato dalla presenza del gibbo, alterando anche altre parti del corpo, come le coste, lo sterno, i muscoli come diaframma, paravertebrali, addominale e organi come i polmoni. Questo tipo di alterazione si può suddividere in due categorie: scoliosi funzionale o strutturale, in cui la prima presenta solo una lateralità della colonna, mentre la seconda presenta anche una rotazione vertebrale, associata a cambiamenti della componente ossea, legamentosa e muscolare. La maggioranza delle scoliosi viene definita come “idiopatica”, ovvero conseguente a cause ignote, non originate da fattori di tipo biologico o biomeccanico. Questa condizione colpisce dal 2 al 4% degli adolescenti, ha la stessa incidenza tra maschi e femmine, ma queste ultime hanno più possibilità di sviluppare una forma grave. In base al periodo di sviluppo della curva scoliotica, si possono trovare scoliosi infantili, giovanili o adolescenziali, la cui diagnosi viene verificata inizialmente mediante l’esame clinico con l’osservazione di eventuali asimmetrie, con l’ausilio del filo a piombo ed infine con la manovra di Adams, che permette di valutare la presenza del gibbo costale. In seguito, verranno prescritto un esame radiologico per verificare l’angolo specifico della deviazione della curva scoliotica. I metodi maggiormente impiegati sono quello di Cobb e quello di Risser-Ferguson, entrambi per valutare in modo oggettivo i gradi di deformità e per raccomandare il miglio piano terapeutico per monitorare la condizione nel corso del tempo. In generale, per curve scoliotiche maggiori di 10 gradi, si prescrive al soggetto attività di ginnastica correttiva, per quelle maggiori di 25 gradi l’utilizzo di corsetti ortopedici e, infine, chirurgia per soggetti con situazioni di scoliosi oltre i 40 gradi. Gli obiettivi degli esercizi correttivi riguardano il mantenimento del tono muscolare, il rinforzo dei muscoli deboli, l’allungamento di quelli in condizioni di accorciamento, il miglioramento della ventilazione polmonare e il rimodellamento corporeo e posturale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/158775