La biodiversità alpina è il risultato dell'interazione tra caratteristiche fisico-climatiche dell'area ed uso del suolo. Le pratiche agro-pastorali tradizionali hanno infatti favorito la formazione di numerosi ambienti montani semi-naturali ricchi di specie e attualmente tutelati dalla Direttiva Habitat. Recentemente, si è assistito ad un cambiamento di tali pratiche. In ambiente alpino, ciò si è tradotto nell'abbandono di terreni marginali e nello sfruttamento eccessivo delle aree più idonee e facilmente accessibili. Tale modifica minaccia le specie animali e vegetali legate agli ambienti semi-naturali. Per salvaguardare tali ecosistemi sono necessarie politiche di supporto alle pratiche agro-pastorali estensive e di gestione attiva. Al fine di valutare in corso d'opera l'efficacia delle operazioni di gestione ed eventualmente ri-direzionarle, è necessario identificare i bioindicatori migliori e monitorarli nel tempo. La mia ricerca si inserisce all'interno del progetto PSR (Programma di Sviluppo Rurale) Piemonte 2007-2013 ¿BIOPas - Interventi per incrementare la biodiversità attraverso la gestione sostenibile del pascolo¿, coordinato e gestito dal Parco Nazionale Gran Paradiso, volto a promuovere l'integrazione delle attività antropiche con la conservazione delle risorse naturali. Gli obiettivi della mia ricerca sono la valutazione degli effetti della gestione agro-pastorale attuale sulla composizione e sulla struttura di comunità di alcuni gruppi di artropodi utilizzati come bioindicatori e l'identificazione delle migliori metodologie di campionamento per monitoraggi futuri. Lo studio è stato effettuato in una prateria e in una torbiera montana soggette a pascolo, per le quali sono previsti interventi di miglioramento ambientale e gestione sostenibile del bestiame. E' stato adottato un approccio multitassonomico attraverso lo studio di carabidi, stafilinidi, scarabeidi, lepidotteri ropaloceri, ortotteri ed eterotteri. Per valutare l'effetto del pascolo sui taxa scelti, sono stati effettuati confronti tra gli indici di α-diversità calcolati in aree a differente pressione di pascolo. Per verificare la presenza di specie tipiche di ciascuna area e ambiente in studio è stato applicato il metodo IndVal. I risultati emersi mostrano come il pascolo favorisca scarabeidi, carabidi e stafilinidi generalisti, mentre lepidotteri ed eterotteri presentino valori di α-diversità superiori nelle zone meno disturbate. Un livello intermedio di pressione pascoliva favorisce la diversità complessiva dell'area. Un'elevata pressione pascoliva porta ad una banalizzazione ambientale, che si traduce in una scarsità di specie stenoecie e nella dominanza di specie euriecie. In entrambe le aree, i plot molto pascolati sono dominati da specie generaliste, coprofile e carnivore, mentre i plot poco pascolati, da specie generaliste, xerofile e fitofaghe. Sia in prateria che in torbiera, sono state campionate specie endemiche e protette a livello europeo, elementi dall'elevato valore conservazionistico. Alla luce dei dati ecologici raccolti, delle criticità evidenziate e dei risultati ottenuti, questa ricerca ha permesso la definizione delle linee guida da adottare per impostare i futuri monitoraggi, necessari per verificare l'efficacia nel tempo delle azioni di miglioramento ambientale intraprese nell'ambito del PSR.
Biodiversità animale in torbiere e praterie alpine soggette ad interventi di miglioramento ambientale
GIRODO, ALESSANDRO
2013/2014
Abstract
La biodiversità alpina è il risultato dell'interazione tra caratteristiche fisico-climatiche dell'area ed uso del suolo. Le pratiche agro-pastorali tradizionali hanno infatti favorito la formazione di numerosi ambienti montani semi-naturali ricchi di specie e attualmente tutelati dalla Direttiva Habitat. Recentemente, si è assistito ad un cambiamento di tali pratiche. In ambiente alpino, ciò si è tradotto nell'abbandono di terreni marginali e nello sfruttamento eccessivo delle aree più idonee e facilmente accessibili. Tale modifica minaccia le specie animali e vegetali legate agli ambienti semi-naturali. Per salvaguardare tali ecosistemi sono necessarie politiche di supporto alle pratiche agro-pastorali estensive e di gestione attiva. Al fine di valutare in corso d'opera l'efficacia delle operazioni di gestione ed eventualmente ri-direzionarle, è necessario identificare i bioindicatori migliori e monitorarli nel tempo. La mia ricerca si inserisce all'interno del progetto PSR (Programma di Sviluppo Rurale) Piemonte 2007-2013 ¿BIOPas - Interventi per incrementare la biodiversità attraverso la gestione sostenibile del pascolo¿, coordinato e gestito dal Parco Nazionale Gran Paradiso, volto a promuovere l'integrazione delle attività antropiche con la conservazione delle risorse naturali. Gli obiettivi della mia ricerca sono la valutazione degli effetti della gestione agro-pastorale attuale sulla composizione e sulla struttura di comunità di alcuni gruppi di artropodi utilizzati come bioindicatori e l'identificazione delle migliori metodologie di campionamento per monitoraggi futuri. Lo studio è stato effettuato in una prateria e in una torbiera montana soggette a pascolo, per le quali sono previsti interventi di miglioramento ambientale e gestione sostenibile del bestiame. E' stato adottato un approccio multitassonomico attraverso lo studio di carabidi, stafilinidi, scarabeidi, lepidotteri ropaloceri, ortotteri ed eterotteri. Per valutare l'effetto del pascolo sui taxa scelti, sono stati effettuati confronti tra gli indici di α-diversità calcolati in aree a differente pressione di pascolo. Per verificare la presenza di specie tipiche di ciascuna area e ambiente in studio è stato applicato il metodo IndVal. I risultati emersi mostrano come il pascolo favorisca scarabeidi, carabidi e stafilinidi generalisti, mentre lepidotteri ed eterotteri presentino valori di α-diversità superiori nelle zone meno disturbate. Un livello intermedio di pressione pascoliva favorisce la diversità complessiva dell'area. Un'elevata pressione pascoliva porta ad una banalizzazione ambientale, che si traduce in una scarsità di specie stenoecie e nella dominanza di specie euriecie. In entrambe le aree, i plot molto pascolati sono dominati da specie generaliste, coprofile e carnivore, mentre i plot poco pascolati, da specie generaliste, xerofile e fitofaghe. Sia in prateria che in torbiera, sono state campionate specie endemiche e protette a livello europeo, elementi dall'elevato valore conservazionistico. Alla luce dei dati ecologici raccolti, delle criticità evidenziate e dei risultati ottenuti, questa ricerca ha permesso la definizione delle linee guida da adottare per impostare i futuri monitoraggi, necessari per verificare l'efficacia nel tempo delle azioni di miglioramento ambientale intraprese nell'ambito del PSR.File | Dimensione | Formato | |
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