Il concetto di mostro è ampio, articolato e poco definito, si dipana in una varietà di dimensioni, tra cui l’esperienza corporea umana e l’immaginazione. Nonostante non ci sia mai stato un registro univoco per collocare esseri e individui all’interno della categoria di mostro, possiamo identificarli in modo visivo e molto generico con individui con importanti alterazioni corporee. Per le civiltà Greca e Romana i mostri sono esseri contro natura, venuti al mondo per dire qualcosa, usati dagli dèi per comunicare sventure imminenti. Sappiamo che in entrambe le società i trattamenti riservati a disabili e mostri erano perlopiù eliminazione fisica e abbandono. L’epoca Classica con la sua mitologia ci fornisce un’ampia varietà di mostri da cui possiamo estrapolare credenze e valori delle culture a cui appartengono. A partire dal mondo greco romano si aggregano saperi e spiegazioni di tipo medico scientifico sull’avvento dei mostri, tali saperi saranno duraturi e dibattuti. Sono Ippocrate, Empedocle e Democrito a cominciare a spiegare come e perché nascono i mostri. Le visioni sono differenti ma in generale abbiamo la presenza di due semi: uno maschile e femminile che interagendo tra di loro, con il ventre materno o per via di eventi esterni possono portare alla formazione di feti mostruosi. Entrando nel medioevo continuano a svilupparsi credenze popolari, superstizioni e saperi intorno a questi esseri mostruosi. Vengono formulati quesiti teologici sulla loro origine ed appartenenza al genere umano. Rispetto ai Romani, che individuavano la mostruosità nelle caratteristiche esteriori, si produce uno spostamento per cui secondo i teologi medievali l'anatomia esterna deve essere interpretata in funzione del cuore. Tale concezione si applica ad esempio alle pratiche battesimali. Nel medioevo cominciano a diffondersi i bestiari con descrizioni e immagini su creature fantastiche e mostruose, questa è una delle premesse che porteranno ad un approccio specifico al concetto di mostro e allo sviluppo nel corso dell'800 della scienza dei mostri, la teratologia. In questo periodo storico si accredita la causa per tali concepimenti all’immaginazione materna e ai rapporti sessuali al di fuori dalla norma, oltre a ribadire la vecchia credenza del mestruo. Per spiegare lo sviluppo dei mostri secondo teorie scientifiche è necessario un cambiamento del paradigma sulle origini stesse della vita come esito di una processualità biologica. La teoria che vede lo sviluppo graduale dell’embrione da un germe differenziato, già espressa da Aristotele, viene nuovamente esposta. A partire dal ‘700 la conoscenza sui mostri si sviluppa numerose accademie scientifiche. Il concetto di mostruosità anche in senso scientifico è destinato a scomparire per far posto a quello di patologico. Nel corso della storia i mostri che sopravvivevano alle varie avversità della vita hanno dovuto trovare il loro posto nella società, così nel tempo si sono adattati agli sguardi entrando nella parte dei fenomeni da baraccone, i freaks. Tuttavia nel corso del ‘900 il concetto di mostro non scompare né dalla cultura né dell’immaginario, si producono tuttavia importanti cambiamenti che ne ridefiniscono il concetto stesso, che cessa di essere qualcosa che sta al di fuori e altrove per diventare qualcosa che sta dentro l’umanità e la collettività.
Mostri umani. Dalla mitologia alla teratologia
CRUCITTI, MELISSA
2023/2024
Abstract
Il concetto di mostro è ampio, articolato e poco definito, si dipana in una varietà di dimensioni, tra cui l’esperienza corporea umana e l’immaginazione. Nonostante non ci sia mai stato un registro univoco per collocare esseri e individui all’interno della categoria di mostro, possiamo identificarli in modo visivo e molto generico con individui con importanti alterazioni corporee. Per le civiltà Greca e Romana i mostri sono esseri contro natura, venuti al mondo per dire qualcosa, usati dagli dèi per comunicare sventure imminenti. Sappiamo che in entrambe le società i trattamenti riservati a disabili e mostri erano perlopiù eliminazione fisica e abbandono. L’epoca Classica con la sua mitologia ci fornisce un’ampia varietà di mostri da cui possiamo estrapolare credenze e valori delle culture a cui appartengono. A partire dal mondo greco romano si aggregano saperi e spiegazioni di tipo medico scientifico sull’avvento dei mostri, tali saperi saranno duraturi e dibattuti. Sono Ippocrate, Empedocle e Democrito a cominciare a spiegare come e perché nascono i mostri. Le visioni sono differenti ma in generale abbiamo la presenza di due semi: uno maschile e femminile che interagendo tra di loro, con il ventre materno o per via di eventi esterni possono portare alla formazione di feti mostruosi. Entrando nel medioevo continuano a svilupparsi credenze popolari, superstizioni e saperi intorno a questi esseri mostruosi. Vengono formulati quesiti teologici sulla loro origine ed appartenenza al genere umano. Rispetto ai Romani, che individuavano la mostruosità nelle caratteristiche esteriori, si produce uno spostamento per cui secondo i teologi medievali l'anatomia esterna deve essere interpretata in funzione del cuore. Tale concezione si applica ad esempio alle pratiche battesimali. Nel medioevo cominciano a diffondersi i bestiari con descrizioni e immagini su creature fantastiche e mostruose, questa è una delle premesse che porteranno ad un approccio specifico al concetto di mostro e allo sviluppo nel corso dell'800 della scienza dei mostri, la teratologia. In questo periodo storico si accredita la causa per tali concepimenti all’immaginazione materna e ai rapporti sessuali al di fuori dalla norma, oltre a ribadire la vecchia credenza del mestruo. Per spiegare lo sviluppo dei mostri secondo teorie scientifiche è necessario un cambiamento del paradigma sulle origini stesse della vita come esito di una processualità biologica. La teoria che vede lo sviluppo graduale dell’embrione da un germe differenziato, già espressa da Aristotele, viene nuovamente esposta. A partire dal ‘700 la conoscenza sui mostri si sviluppa numerose accademie scientifiche. Il concetto di mostruosità anche in senso scientifico è destinato a scomparire per far posto a quello di patologico. Nel corso della storia i mostri che sopravvivevano alle varie avversità della vita hanno dovuto trovare il loro posto nella società, così nel tempo si sono adattati agli sguardi entrando nella parte dei fenomeni da baraccone, i freaks. Tuttavia nel corso del ‘900 il concetto di mostro non scompare né dalla cultura né dell’immaginario, si producono tuttavia importanti cambiamenti che ne ridefiniscono il concetto stesso, che cessa di essere qualcosa che sta al di fuori e altrove per diventare qualcosa che sta dentro l’umanità e la collettività.File | Dimensione | Formato | |
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