Alcune nazioni, soprattutto quelle più industrializzate, si sono mosse negli ultimi anni in favore di nuove fonti energetiche rinnovabili (biomasse, eolico, solare, idraulico e geotermico) che sono in grado di garantire un impatto ambientale più contenuto di quello prodotto dalle fonti fossili. In questo contesto le biomasse assumono un ruolo strategico. Esse infatti sono disponibili, rinnovabili e con una buona resa energetica. La biomassa di origine forestale è in grado di realizzare una buona sinergia fra uso di risorse naturali e miglioramento dell'ambiente: infatti, se l'utilizzazione di tale risorsa viene realizzata con pratiche gestionali corrette dal punto di vista ecologico-forestale, la produzione risulterà sostenibile nel tempo. In Italia, dopo un periodo di crisi (durato circa mezzo secolo) le biomasse legnose hanno riacquistato importanza, anche grazie alle nuove attrezzature meccaniche dall'elevata efficienza, consentendo così di ottenere non solo prodotti più competitivi, ma anche materiale altrimenti non utilizzabile e commerciabile sotto altre forme (pellets, briquettes, cippato). Il cippato, in particolare, è un prodotto che può rappresentare una scelta vantaggiosa, soprattutto per impianti di teleriscaldamento, cogenerazione e trigenerazione. Tuttavia, l'impiego del cippato richiede alcuni accorgimenti: innanzitutto deve essere garantita una buona produttività perché esso risulti conveniente; l'elevata superficie specifica può favorire la proliferazione di microrganismi riducendone la sostanza secca; il contenuto idrico, se elevato, dà origine a combustioni incomplete con produzione elevata di fumi. Per questi motivi e per valorizzare le produzioni locali è importante curare la filiera del cippato da un punto di vista tecnologico. Inoltre, poiché è stata pubblicata (Gazzetta Ufficiale del 05/05/2010 n°. 103) l'attuazione della legge n°. 296 del 27 dicembre 2006 sulla tracciabilità delle biomasse per la produzione di energia elettrica, risulta importante garantire il conferimento della biomassa da filiera corta, cioè prodotta entro il raggio di 70 km dall'impianto di produzione dell'energia elettrica. Trattandosi di produzione di biomassa in un contesto di ¿filiera corta¿ e con l'obiettivo specifico di rendere riconoscibile in modo univoco ed oggettivo l'intero percorso della biomassa legnosa dall'imposto tecnico sino all'impianto cogenerativo, si possono utilizzare alcuni principi classici della logistica adattandoli al campo forestale. L'implementazione di questi principi può essere utile per ottenere, attraverso le funzionalità di un piazzale di stoccaggio, uno stretto controllo della tracciabilità del prodotto legnoso, puntando molto sull'utilizzo dell'elettronica e dei sistemi informativi per tenere sotto controllo la movimentazione del cippato a corto raggio e impiegando apparecchiature semplici e robuste (in modo che sia garantito il loro corretto funzionamento in ambienti ostili).

LA FILIERA DEL CIPPATO AD USO ENERGETICO

SCONFIENZA, ANDREA
2009/2010

Abstract

Alcune nazioni, soprattutto quelle più industrializzate, si sono mosse negli ultimi anni in favore di nuove fonti energetiche rinnovabili (biomasse, eolico, solare, idraulico e geotermico) che sono in grado di garantire un impatto ambientale più contenuto di quello prodotto dalle fonti fossili. In questo contesto le biomasse assumono un ruolo strategico. Esse infatti sono disponibili, rinnovabili e con una buona resa energetica. La biomassa di origine forestale è in grado di realizzare una buona sinergia fra uso di risorse naturali e miglioramento dell'ambiente: infatti, se l'utilizzazione di tale risorsa viene realizzata con pratiche gestionali corrette dal punto di vista ecologico-forestale, la produzione risulterà sostenibile nel tempo. In Italia, dopo un periodo di crisi (durato circa mezzo secolo) le biomasse legnose hanno riacquistato importanza, anche grazie alle nuove attrezzature meccaniche dall'elevata efficienza, consentendo così di ottenere non solo prodotti più competitivi, ma anche materiale altrimenti non utilizzabile e commerciabile sotto altre forme (pellets, briquettes, cippato). Il cippato, in particolare, è un prodotto che può rappresentare una scelta vantaggiosa, soprattutto per impianti di teleriscaldamento, cogenerazione e trigenerazione. Tuttavia, l'impiego del cippato richiede alcuni accorgimenti: innanzitutto deve essere garantita una buona produttività perché esso risulti conveniente; l'elevata superficie specifica può favorire la proliferazione di microrganismi riducendone la sostanza secca; il contenuto idrico, se elevato, dà origine a combustioni incomplete con produzione elevata di fumi. Per questi motivi e per valorizzare le produzioni locali è importante curare la filiera del cippato da un punto di vista tecnologico. Inoltre, poiché è stata pubblicata (Gazzetta Ufficiale del 05/05/2010 n°. 103) l'attuazione della legge n°. 296 del 27 dicembre 2006 sulla tracciabilità delle biomasse per la produzione di energia elettrica, risulta importante garantire il conferimento della biomassa da filiera corta, cioè prodotta entro il raggio di 70 km dall'impianto di produzione dell'energia elettrica. Trattandosi di produzione di biomassa in un contesto di ¿filiera corta¿ e con l'obiettivo specifico di rendere riconoscibile in modo univoco ed oggettivo l'intero percorso della biomassa legnosa dall'imposto tecnico sino all'impianto cogenerativo, si possono utilizzare alcuni principi classici della logistica adattandoli al campo forestale. L'implementazione di questi principi può essere utile per ottenere, attraverso le funzionalità di un piazzale di stoccaggio, uno stretto controllo della tracciabilità del prodotto legnoso, puntando molto sull'utilizzo dell'elettronica e dei sistemi informativi per tenere sotto controllo la movimentazione del cippato a corto raggio e impiegando apparecchiature semplici e robuste (in modo che sia garantito il loro corretto funzionamento in ambienti ostili).
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