La tesi descrive il fenomeno dell'errore giudiziario dal punto di vista psicologico, ovvero solo in parte dovuto alle tecniche forensi ed investigative impiegate. Un errore inteso quindi come errore di ragionamento causato da tutte quelle tendenze sistematiche connaturate al funzionamento della mente e dei processi cognitivi umani. Tra queste tendenze la più pervasiva è la cosiddetta visione a tunnel che, come una sorta di lente percettiva deformante, condiziona i ragionamenti degli individui inducendoli a focalizzarsi su una sola ipotesi, generalmente quella coerente con i propri ideali, valori, pregiudizi e con le proprie aspettative, ignorando le altre alternative possibili le quali potrebbero contraddirla dimostrandone la poca validità. Il ragionamento, qui inteso come operazione che permette di trarre conclusioni a partire da alcune premesse, costituite dalle informazioni percepite dall'ambiente esterno, è un'attività comune a tutti gli essere umani. L'operazione decisoria che ne consegue è un processo mentale complesso e problematico poiché implica una scelta tra alternative che il sistema cognitivo umano non sempre è in grado di compiere. L'uomo è un essere limitato, poiché limitate sono le capacità dei suoi sistemi percettivi, cognitivi, mnemonici e così via. Tuttavia lo studio scientifico ed empirico dei processi mentali sottesi alla decisione non è stato oggetto di interesse adeguato tra i giuristi. Eppure l'errore è una componente ineludibile di ogni azione umana, e quando il contesto d'errore è il processo penale le conseguenze sono molto dannose sia per chi direttamente ne è vittima sia per l'intera società. Nel processo penale sono considerati errori fondamentali la condanna dell'innocente e l'assoluzione del colpevole, sebbene l'opinione comune tenga maggiormente in considerazione il primo aspetto. Se la possibilità d'errore è connaturata all'essere uomo, e di certo non viene meno assumendo la nomina di giudice così come di avvocato o pubblico ministero, si rende necessario l'utilizzo di adeguati rimedi volti, se non ad eliminare del tutto, almeno a ridurre al minimo il rischio d'errore. In Italia solo recentemente sono state predisposte delle Linee guida, allo scopo di fornire a tutti coloro che, a vario titolo, sono chiamati ad operare nel processo penale delle indicazioni psicoforensi di carattere metodologico e concettuale e che vengono analizzate dettagliatamente in questo elaborato proprio per evidenziarne il fondamentale contributo. Infine, per dare concreto rilievo a quanto esposto, la trattazione si conclude con l'esposizione di alcuni casi d'errore giudiziario italiani riguardanti clamorose condanne di persone innocenti condannate in mancanza di prove effettive sulla loro colpevolezza.

ERRARE HUMANUM EST PERSEVERARE DIABOLICUM: L'ERRORE GIUDIZIARIO DAL PUNTO DI VISTA PSICOFORENSE

CEDRINO, ELENA
2014/2015

Abstract

La tesi descrive il fenomeno dell'errore giudiziario dal punto di vista psicologico, ovvero solo in parte dovuto alle tecniche forensi ed investigative impiegate. Un errore inteso quindi come errore di ragionamento causato da tutte quelle tendenze sistematiche connaturate al funzionamento della mente e dei processi cognitivi umani. Tra queste tendenze la più pervasiva è la cosiddetta visione a tunnel che, come una sorta di lente percettiva deformante, condiziona i ragionamenti degli individui inducendoli a focalizzarsi su una sola ipotesi, generalmente quella coerente con i propri ideali, valori, pregiudizi e con le proprie aspettative, ignorando le altre alternative possibili le quali potrebbero contraddirla dimostrandone la poca validità. Il ragionamento, qui inteso come operazione che permette di trarre conclusioni a partire da alcune premesse, costituite dalle informazioni percepite dall'ambiente esterno, è un'attività comune a tutti gli essere umani. L'operazione decisoria che ne consegue è un processo mentale complesso e problematico poiché implica una scelta tra alternative che il sistema cognitivo umano non sempre è in grado di compiere. L'uomo è un essere limitato, poiché limitate sono le capacità dei suoi sistemi percettivi, cognitivi, mnemonici e così via. Tuttavia lo studio scientifico ed empirico dei processi mentali sottesi alla decisione non è stato oggetto di interesse adeguato tra i giuristi. Eppure l'errore è una componente ineludibile di ogni azione umana, e quando il contesto d'errore è il processo penale le conseguenze sono molto dannose sia per chi direttamente ne è vittima sia per l'intera società. Nel processo penale sono considerati errori fondamentali la condanna dell'innocente e l'assoluzione del colpevole, sebbene l'opinione comune tenga maggiormente in considerazione il primo aspetto. Se la possibilità d'errore è connaturata all'essere uomo, e di certo non viene meno assumendo la nomina di giudice così come di avvocato o pubblico ministero, si rende necessario l'utilizzo di adeguati rimedi volti, se non ad eliminare del tutto, almeno a ridurre al minimo il rischio d'errore. In Italia solo recentemente sono state predisposte delle Linee guida, allo scopo di fornire a tutti coloro che, a vario titolo, sono chiamati ad operare nel processo penale delle indicazioni psicoforensi di carattere metodologico e concettuale e che vengono analizzate dettagliatamente in questo elaborato proprio per evidenziarne il fondamentale contributo. Infine, per dare concreto rilievo a quanto esposto, la trattazione si conclude con l'esposizione di alcuni casi d'errore giudiziario italiani riguardanti clamorose condanne di persone innocenti condannate in mancanza di prove effettive sulla loro colpevolezza.
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