In the second half of the twentieth century, musical Neo-avantgardes worked on a renewal of musical language, which had lost its naturalness to conform to the rules of Western music. According with the will to alter the structure of such a language, starting from dodecaphony, the type of material with musical function becomes gradually wider. In such a context, Luciano Berio, with his wife Cathy Berberian, through the foundation of Studio di Fonologia della RAI, gets interested in verbal language, in its destructuration and in electronic editing, in its phonic and, as a consequence, musical qualities. With works such as Thema (Omaggio a Joyce), Visage and Sequenza III, he theorizes Nuova Vocalità and the ¿vocal gesture¿, thanks to which voice is newly treated as the human instrument par excellence. It gains back its natural instinct, so that Berio can include in musical language all that expressive modes of the voice, such as laughing, crying and screaming, which, at the time, were not considered music any more. In the same current, Cathy Berberian, with her work Stripsody, restores the significance of the word by operating on the onomatopeias of comic strips. This onomatopoeia, extracted from its original context and made into music, multiplies its value. In a string of scenes and suites, the discourse becomes aphasic and, therefore, significant from a phonic point of view. In the same musical context, grows one of the most important figures of italian poetry: Amelia Rosselli. Born as an ethnomusicologist, Rosselli fights for a coming back to the harmonic scale as a mean of composition more natural, instinctive and, therefore, more effective. During her musical education, poetry was a cohexisting interest and that is the reason why, attached to her first italian published book, Variazioni Belliche, we can find a poetic essay, named Spazi Metrici, in which music and poetry are strongly intermingled. The metric system theorized by Rosselli, with its continuous experimentations with verbal language, has a lot in common with the features showed in Nuova Vocalità: attention to the phonic qualities of verbal language, dominion of signans over signatum, revival of the instinct which, according to many linguistic and musicological theories, links verbal language and music. All these elements can be clearly recognised in Variazioni Belliche, in which the stream of thought, mainly based on sound associations, generates an isochronal verse, in which Rosselli's words become aphasic, and the discourse collapses on itself. Thus, mere verbal communication doesn't exist anymore, and it gives place to the overtones of words, to the same significance Berio and Berberian have been searching through their phonic and linguistic experimentations. Although the influence of Nuova Vocalità on Rosselli's poetry is not historically confirmed, it is a fact that the two have much in common, both from a theoretical and a practical point of view: they restored the musical qualities of language, denied by an increasing communicative rationalisation.
Le Neoavanguardie musicali della seconda metà del Novecento si ponevano come obiettivo il rinnovamento di un linguaggio, quello musicale appunto, che aveva perso tutta la sua naturalezza per adagiarsi sulle convenzioni della musica temperata. A partire dalla dodecafonia, si attua un processo di destrutturazione per cui il materiale transdotto in funzione musicale viene progressivamente ampliato. In un tale fermento, spicca la figura di Luciano Berio, il quale, attraverso la fondazione dello Studio di Fonologia della Rai, inizia ad occuparsi, insieme alla moglie Cathy Berberian, del linguaggio verbale, della sua disgregazione e rielaborazione elettronica, delle sue proprietà foniche e, conseguentemente, musicali. Con opere come Thema (Omaggio a Joyce), Visage e Sequenza III, si apre la stagione della Nuova Vocalità e del gesto vocale, per cui la voce, ritorna ad essere trattata come lo strumento umano per eccellenza, riacquistando tutta la propria istintività e includendo nel linguaggio musicale quelle modalità espressive della voce, come il riso, il pianto, le grida, che musica non erano più. In questo stesso filone, s'inserisce il lavoro di Cathy Berberian, la quale, con l'opera Stripsody, ridona alla parola la significanza che le è propria, attraverso un lavoro sull'onomatopea del fumetto, la quale, scollata dal suo contesto originario e fatta musica, moltiplica la propria valenza. In un susseguirsi di scene e suites, il discorso si fa afasico ma, proprio per questo, significante. In questo stesso contesto si forma altresì una delle figure di maggior rilievo della poesia italiana contemporanea: Amelia Rosselli. Nata come etnomusicologa, Rosselli propugna un ritorno alla scala armonica quale mezzo di composizione istintivo, naturale e quindi maggiormente efficace. La coesistenza, negli anni della formazione, di musica e poesia, la porta ad occuparsi principalmente di questa seconda e, alla volta dell'uscita di Variazioni Belliche, sua prima pubblicazione in italiano, redige un saggio dal titolo Spazi Metrici. Nella teoria metrica sostenuta da Rosselli, nella sua continua sperimentazione sulla parola e nella messa in pratica che ne fa in poesia, si ritrovano tutti gli elementi che avevano caratterizzato la Nuova Vocalità: un attenzione all'aspetto fonico della lingua, il dominio del significante sul significato, il ritorno a un'istintività che apparenta, secondo numerose teoriche linguistiche ed etnomusicologiche, il linguaggio verbale con la musica. Elementi questi riscontrabili in modo evidente in Variazioni Belliche, in cui un fluire del pensiero basato su associazioni sonore, costituisce un verso isocrono, nel quale le concrezioni linguistiche rosselliane si fanno afasiche, involvendo il discorso su se stesso. Viene così meno la comunicazione meramente verbale, per dare spazio agli armonici della parola, a quella stessa significanza che ricercavano Berio e Berberian nella loro sperimentazione fonico-linguistica. Sebbene quindi l'influenza della Nuova Vocalità sulla poesia rosselliana non sia storicamente comprovata, rimane il fatto che le figure prese in considerazione abbiano molto in comune sia a livello di presupposti teorici, che di realizzazione pratica: entrambi hanno restituito al linguaggio verbale la musicalità originaria negatagli da una sempre maggiore razionalizzazione comunicativa.
"Un signe qui chante". La parola come musica nelle sperimentazioni di Amelia Rosselli e della Nuova Vocalità.
RICETTI, DEBORAH
2014/2015
Abstract
Le Neoavanguardie musicali della seconda metà del Novecento si ponevano come obiettivo il rinnovamento di un linguaggio, quello musicale appunto, che aveva perso tutta la sua naturalezza per adagiarsi sulle convenzioni della musica temperata. A partire dalla dodecafonia, si attua un processo di destrutturazione per cui il materiale transdotto in funzione musicale viene progressivamente ampliato. In un tale fermento, spicca la figura di Luciano Berio, il quale, attraverso la fondazione dello Studio di Fonologia della Rai, inizia ad occuparsi, insieme alla moglie Cathy Berberian, del linguaggio verbale, della sua disgregazione e rielaborazione elettronica, delle sue proprietà foniche e, conseguentemente, musicali. Con opere come Thema (Omaggio a Joyce), Visage e Sequenza III, si apre la stagione della Nuova Vocalità e del gesto vocale, per cui la voce, ritorna ad essere trattata come lo strumento umano per eccellenza, riacquistando tutta la propria istintività e includendo nel linguaggio musicale quelle modalità espressive della voce, come il riso, il pianto, le grida, che musica non erano più. In questo stesso filone, s'inserisce il lavoro di Cathy Berberian, la quale, con l'opera Stripsody, ridona alla parola la significanza che le è propria, attraverso un lavoro sull'onomatopea del fumetto, la quale, scollata dal suo contesto originario e fatta musica, moltiplica la propria valenza. In un susseguirsi di scene e suites, il discorso si fa afasico ma, proprio per questo, significante. In questo stesso contesto si forma altresì una delle figure di maggior rilievo della poesia italiana contemporanea: Amelia Rosselli. Nata come etnomusicologa, Rosselli propugna un ritorno alla scala armonica quale mezzo di composizione istintivo, naturale e quindi maggiormente efficace. La coesistenza, negli anni della formazione, di musica e poesia, la porta ad occuparsi principalmente di questa seconda e, alla volta dell'uscita di Variazioni Belliche, sua prima pubblicazione in italiano, redige un saggio dal titolo Spazi Metrici. Nella teoria metrica sostenuta da Rosselli, nella sua continua sperimentazione sulla parola e nella messa in pratica che ne fa in poesia, si ritrovano tutti gli elementi che avevano caratterizzato la Nuova Vocalità: un attenzione all'aspetto fonico della lingua, il dominio del significante sul significato, il ritorno a un'istintività che apparenta, secondo numerose teoriche linguistiche ed etnomusicologiche, il linguaggio verbale con la musica. Elementi questi riscontrabili in modo evidente in Variazioni Belliche, in cui un fluire del pensiero basato su associazioni sonore, costituisce un verso isocrono, nel quale le concrezioni linguistiche rosselliane si fanno afasiche, involvendo il discorso su se stesso. Viene così meno la comunicazione meramente verbale, per dare spazio agli armonici della parola, a quella stessa significanza che ricercavano Berio e Berberian nella loro sperimentazione fonico-linguistica. Sebbene quindi l'influenza della Nuova Vocalità sulla poesia rosselliana non sia storicamente comprovata, rimane il fatto che le figure prese in considerazione abbiano molto in comune sia a livello di presupposti teorici, che di realizzazione pratica: entrambi hanno restituito al linguaggio verbale la musicalità originaria negatagli da una sempre maggiore razionalizzazione comunicativa.File | Dimensione | Formato | |
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