Il presente elaborato si prefigge di proporre una traduzione in lingua italiana dei primi cinque capitoli del romanzo romeno Ciocoii vechi şi noi - sau Ce naşte din pisică şoarece mănâncă (1862-1863), di Nicolae Filimon (1819-1865). La scelta di esporre nelle seguenti pagine solamente parte del romanzo è dovuta al fatto che si tratta di un lavoro finalizzato, in primo luogo, a essere discusso e preso in esame in sede di laurea; sarebbe stato pertanto inopportuno presentare semplicemente una versione italiana dello scritto, finita e in una veste pubblicabile ma priva di tutto quell'apparato di analisi e giustificazione delle scelte traduttologiche che vuole invece essere il vero oggetto della tesi. È comunque presente l'intenzione di portare avanti il lavoro alla realizzazione di una traduzione completa dell'opera, che possa così essere proposta all'editoria, ragion per cui non sono state tradotte e analizzate parti scelte e slegate all'interno del testo, bensì si è preferito partire dalla dedica e proseguire nell'ordine, in modo da considerare il romanzo con una visione organica. Ma perché proprio Ciocoii vechi şi noi, fra tante opere romene ancora sconosciute al pubblico italiano? Due ragioni stanno alla base di tale scelta: da una parte, vi è il valore dell'autore e del suo romanzo per la storia della letteratura romena. Si tratta, infatti, del primo vero romanzo romeno moderno, l'opera che, come sottolinea fra gli altri Mihăescu (1943, p. 5), apre la strada al romanzo sociale nella letteratura romena e fa sì che Filimon venga quindi all'unanimità considerato ¿il vero iniziatore del romanzo romeno¿ (Baiulescu 1941, p. 32). Dall'altra, Ciocoii vechi şi noi offre spunti particolarmente interessanti per un traduttore, sfidandolo apertamente con un lessico infarcito di turcismi e grecismi, una sintassi elaborata e scelte stilistiche che conferiscono allo scritto un carattere piuttosto complesso da rendere nella lingua di arrivo; si tratta inoltre, come si vedrà più avanti, di una doppia sfida, dal momento che, per i medesimi aspetti che lo rendono difficile da tradurre, Ciocoii vechi şi noi si presenta come un testo di difficile lettura anche per un lettore romeno. Le motivazioni che hanno determinato la scelta dell'opera hanno anche guidato l'impostazione del presente elaborato. Il carattere peculiare del romanzo, infatti, ha reso necessario aprire la tesi con un capitolo di note introduttive riguardanti l'autore, la sua epoca e il suo ruolo nella letteratura romena del XIX secolo, seguite dall'inquadramento storico, critico e stilistico di Ciocoii vechi şi noi. Una volta contestualizzati autore e opera, si passa al secondo capitolo, che costituisce il suddetto apparato di analisi e discussione delle scelte traduttologiche, con uno sguardo d'insieme e introduttivo sulla peculiarità della lingua di Filimon. Particolare attenzione viene all'ambito lessicale e, più nello specifico, a quegli elementi che ¿colorano¿ la lingua di Filimon di sfumature auliche ed esotiche, ovvero turcismi, grecismi, slavonismi e arcaismi romeni. In appendice all'elaborato, infine, viene presentata la traduzione vera e propria, che è in realtà l'elemento fondante della tesi. Nell'ottica, come accennato precedentemente, di un futuro completamento del lavoro, si è deciso di presentare il testo italiano in una veste già finita, vale a dire come si presenterebbe pubblicato. Pertanto, le note riportate sono esclusivamente quelle ¿ tradotte ¿ dell'autore.
"Ciocoii vechi si noi" di Nicolae Filimon: saggio di traduzione e commento
GIANUZZI, NOEMI
2014/2015
Abstract
Il presente elaborato si prefigge di proporre una traduzione in lingua italiana dei primi cinque capitoli del romanzo romeno Ciocoii vechi şi noi - sau Ce naşte din pisică şoarece mănâncă (1862-1863), di Nicolae Filimon (1819-1865). La scelta di esporre nelle seguenti pagine solamente parte del romanzo è dovuta al fatto che si tratta di un lavoro finalizzato, in primo luogo, a essere discusso e preso in esame in sede di laurea; sarebbe stato pertanto inopportuno presentare semplicemente una versione italiana dello scritto, finita e in una veste pubblicabile ma priva di tutto quell'apparato di analisi e giustificazione delle scelte traduttologiche che vuole invece essere il vero oggetto della tesi. È comunque presente l'intenzione di portare avanti il lavoro alla realizzazione di una traduzione completa dell'opera, che possa così essere proposta all'editoria, ragion per cui non sono state tradotte e analizzate parti scelte e slegate all'interno del testo, bensì si è preferito partire dalla dedica e proseguire nell'ordine, in modo da considerare il romanzo con una visione organica. Ma perché proprio Ciocoii vechi şi noi, fra tante opere romene ancora sconosciute al pubblico italiano? Due ragioni stanno alla base di tale scelta: da una parte, vi è il valore dell'autore e del suo romanzo per la storia della letteratura romena. Si tratta, infatti, del primo vero romanzo romeno moderno, l'opera che, come sottolinea fra gli altri Mihăescu (1943, p. 5), apre la strada al romanzo sociale nella letteratura romena e fa sì che Filimon venga quindi all'unanimità considerato ¿il vero iniziatore del romanzo romeno¿ (Baiulescu 1941, p. 32). Dall'altra, Ciocoii vechi şi noi offre spunti particolarmente interessanti per un traduttore, sfidandolo apertamente con un lessico infarcito di turcismi e grecismi, una sintassi elaborata e scelte stilistiche che conferiscono allo scritto un carattere piuttosto complesso da rendere nella lingua di arrivo; si tratta inoltre, come si vedrà più avanti, di una doppia sfida, dal momento che, per i medesimi aspetti che lo rendono difficile da tradurre, Ciocoii vechi şi noi si presenta come un testo di difficile lettura anche per un lettore romeno. Le motivazioni che hanno determinato la scelta dell'opera hanno anche guidato l'impostazione del presente elaborato. Il carattere peculiare del romanzo, infatti, ha reso necessario aprire la tesi con un capitolo di note introduttive riguardanti l'autore, la sua epoca e il suo ruolo nella letteratura romena del XIX secolo, seguite dall'inquadramento storico, critico e stilistico di Ciocoii vechi şi noi. Una volta contestualizzati autore e opera, si passa al secondo capitolo, che costituisce il suddetto apparato di analisi e discussione delle scelte traduttologiche, con uno sguardo d'insieme e introduttivo sulla peculiarità della lingua di Filimon. Particolare attenzione viene all'ambito lessicale e, più nello specifico, a quegli elementi che ¿colorano¿ la lingua di Filimon di sfumature auliche ed esotiche, ovvero turcismi, grecismi, slavonismi e arcaismi romeni. In appendice all'elaborato, infine, viene presentata la traduzione vera e propria, che è in realtà l'elemento fondante della tesi. Nell'ottica, come accennato precedentemente, di un futuro completamento del lavoro, si è deciso di presentare il testo italiano in una veste già finita, vale a dire come si presenterebbe pubblicato. Pertanto, le note riportate sono esclusivamente quelle ¿ tradotte ¿ dell'autore.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/157567