La relazione finale intende approfondire il tema del ruolo delle piante nel miglioramento dell’ambiente indoor, con particolare riferimento alla qualità dell’aria. Vengono analizzati i problemi principali presenti in ambienti interni, i meccanismi con i quali le piante possono contribuire, le specie più idonee, le tecniche e le strategie per ottenere un effettivo miglioramento. L’elaborato si basa su una approfondita ricerca bibliografica e nella seconda parte approfondisce due casi studio che esplorano l’impatto delle piante su vari parametri ambientali e fisiologici. L’inquinamento interno è associato a varie fonti come i composti organici volatili (VOCs), la CO2 e il particolato (PM) e un’esposizione prolungata in ambienti chiusi può portare alla Sick Building Syndrome (SBS) una nuova minaccia per la salute. Il primo studio si concentra sul ruolo delle piante in vaso e sul miglioramento della qualità dell’aria interna in un contesto di vita reale, attraverso l’analisi dei principali inquinanti prima e dopo l’introduzione delle piante, mettendo in relazione i risultati ottenuti nei vari test. In particolare, esso confronta quattro appartamenti, situati nella provincia di Seoul, in Corea del Sud, aventi stessa dimensione ma condizioni differenti. Sono state studiate cinque specie differenti, aventi metabolismi diversi. Due piante presentano metabolismo CAM, Sansevieria kirkii e Sansevieria trifasciata, facenti parte della famiglia delle Asparagaceae, due piante con metabolismo C3, Monstera deliciosa e Zamioculcas zamiifolia, facenti parte della famiglia delle Araceae e una pianta che presenta sia metabolismo CAM che C3, la Portulacaria afra, facente parte della famiglia delle Didiereaceae. Dai risultati ottenuti si evince che una combinazione di piante CAM e C3 è particolarmente efficace nella riduzione di PM2.5, PM10, CO2 e TVOC negli ambienti interni, con riduzioni fino al 64%, 67%, 75%, 76% e 93% rispettivamente. Il secondo caso studio analizza il ruolo della Tillandsia xerographica, appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, in un sistema di biofiltrazione dell’aria, monitorando i livelli di concentrazione della CO2 in diverse condizioni. La T. xerographica è una pianta epifita, xerofita, CAM facoltativa in grado di operare con entrambi i processi fotosintetici (CAM e C3), dimostrando una grande capacità di adattamento e resistenza. I livelli di CO2, di temperatura e umidità relativa sono monitorati quotidianamente per diciannove giorni, variando vari parametri come: la luce (artificiale e naturale), l’apporto d’acqua e l’aumento del tasso di ventilazione. Il livello di concentrazione di CO2 in uscita è stato fortemente influenzato dalle condizioni di illuminazione. Garantendo una riduzione della concentrazione sia in presenza di luce che in assenza ma in condizione di oscurità continua la concentrazione di CO2 aumentava. L’apporto d’acqua ha mostrato un tasso di concentrazione della CO2 minore e un incremento della evapotraspirazione. I risultati dimostrano che le piante riducono efficacemente i livelli di CO2 e di VOCs, migliorando la qualità dell’aria negli ambienti interni. L’elaborato suggerisce l’adozione di strategie specifiche per l’integrazione delle piante in spazi chiusi, con l’obiettivo di promuovere un ambiente più sano e confortevole. Si evidenzia inoltre la necessità di altri studi per approfondire le conoscenze e indirizzare gli interior designers e i cittadini verso queste nuove opportunità.

il ruolo delle piante sul miglioramento della qualità della vita negli ambienti interni

PINNA, LEONARDO
2023/2024

Abstract

La relazione finale intende approfondire il tema del ruolo delle piante nel miglioramento dell’ambiente indoor, con particolare riferimento alla qualità dell’aria. Vengono analizzati i problemi principali presenti in ambienti interni, i meccanismi con i quali le piante possono contribuire, le specie più idonee, le tecniche e le strategie per ottenere un effettivo miglioramento. L’elaborato si basa su una approfondita ricerca bibliografica e nella seconda parte approfondisce due casi studio che esplorano l’impatto delle piante su vari parametri ambientali e fisiologici. L’inquinamento interno è associato a varie fonti come i composti organici volatili (VOCs), la CO2 e il particolato (PM) e un’esposizione prolungata in ambienti chiusi può portare alla Sick Building Syndrome (SBS) una nuova minaccia per la salute. Il primo studio si concentra sul ruolo delle piante in vaso e sul miglioramento della qualità dell’aria interna in un contesto di vita reale, attraverso l’analisi dei principali inquinanti prima e dopo l’introduzione delle piante, mettendo in relazione i risultati ottenuti nei vari test. In particolare, esso confronta quattro appartamenti, situati nella provincia di Seoul, in Corea del Sud, aventi stessa dimensione ma condizioni differenti. Sono state studiate cinque specie differenti, aventi metabolismi diversi. Due piante presentano metabolismo CAM, Sansevieria kirkii e Sansevieria trifasciata, facenti parte della famiglia delle Asparagaceae, due piante con metabolismo C3, Monstera deliciosa e Zamioculcas zamiifolia, facenti parte della famiglia delle Araceae e una pianta che presenta sia metabolismo CAM che C3, la Portulacaria afra, facente parte della famiglia delle Didiereaceae. Dai risultati ottenuti si evince che una combinazione di piante CAM e C3 è particolarmente efficace nella riduzione di PM2.5, PM10, CO2 e TVOC negli ambienti interni, con riduzioni fino al 64%, 67%, 75%, 76% e 93% rispettivamente. Il secondo caso studio analizza il ruolo della Tillandsia xerographica, appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, in un sistema di biofiltrazione dell’aria, monitorando i livelli di concentrazione della CO2 in diverse condizioni. La T. xerographica è una pianta epifita, xerofita, CAM facoltativa in grado di operare con entrambi i processi fotosintetici (CAM e C3), dimostrando una grande capacità di adattamento e resistenza. I livelli di CO2, di temperatura e umidità relativa sono monitorati quotidianamente per diciannove giorni, variando vari parametri come: la luce (artificiale e naturale), l’apporto d’acqua e l’aumento del tasso di ventilazione. Il livello di concentrazione di CO2 in uscita è stato fortemente influenzato dalle condizioni di illuminazione. Garantendo una riduzione della concentrazione sia in presenza di luce che in assenza ma in condizione di oscurità continua la concentrazione di CO2 aumentava. L’apporto d’acqua ha mostrato un tasso di concentrazione della CO2 minore e un incremento della evapotraspirazione. I risultati dimostrano che le piante riducono efficacemente i livelli di CO2 e di VOCs, migliorando la qualità dell’aria negli ambienti interni. L’elaborato suggerisce l’adozione di strategie specifiche per l’integrazione delle piante in spazi chiusi, con l’obiettivo di promuovere un ambiente più sano e confortevole. Si evidenzia inoltre la necessità di altri studi per approfondire le conoscenze e indirizzare gli interior designers e i cittadini verso queste nuove opportunità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/157513