L’obiettivo prefissato per l’elaborato è quello di studiare e comprendere il funzionamento del sonar responsabile del fenomeno dell’ecolocalizzazione nei mammiferi marini. Quest’ultimo è un privilegio che solo pochi cetacei posso vantare; infatti, è posseduto e utilizzato da uno dei due sotto ordini in cui si divide questo infraordine: gli Odontoceti. Essi sono legati caratteristicamente ai Misticeti in quanto condividono tratti evolutivi che sono stati ereditati da esemplari del genere Pakicetus ritenuti loro antenati ancestrali; di queste peculiarità alcune si sono mantenute nel tempo, mentre altre si sono modificate e vennero migliorate portando alla nascita di qualità esclusive che permisero la speciazione del clade. Il focus è puntato su cambiamenti e arrangiamenti che animali di scarpata profonda attuano al sistema di ecolocalizzazione per adattarsi alle varie condizioni imposte dall’ambiente esterno quali grandi pressioni e profondità elevate. Sono state prese in esame tre specie differenti con un proprio metodo di rielaborazione: tra cui esemplari di zifio (Ziphius cavirostris), alcuni di grampo (Grampus griseus) e altri di capodoglio (Physeter macrocephalus). Il cuore della tesi è sviluppato nei tre capitoli centrali: nel primo viene analizzato il repertorio acustico degli zifi sotto l’attenta supervisione di un’equipe di scienziati stanziati al largo del Golfo del Messico. L’ipotesi, avanzata e verificata da quest’ultimi tramite programmi informatici, ammette la possibilità da parte dell’odontoceta di creare dei chirps misti per orientarsi meglio corretti in base alle condizion esterne. Sono classificati come cinguettii subacquei nati da una combinazione di due tipi di click di ecolocalizzazione emessi durante le fasi di immersione, quindi nel momento della discesa (chirps downsweep) e della risalita (chirps upsweep). Nel secondo, per comprendere tale assestamento, gli scienziati collocati al largo delle coste del Portogallo usarono un approccio più specifico e maggiormente improntato alla selezione di timbri acustici emessi dai grampi, le cui caratteristiche variano a seconda della situazione passando dalla diffusione di click regolari a quella di click di foraggiamento. Il tempo di transizione tra questi due suoni può essere di due tipi, graduale o veloce, e viene prediletto maggiormente il secondo poiché più rapido. Grazie a questa svolta repentina, l’animale riesce a orientarsi in maniera eccelsa durante il ciclo di immersione. Nel terzo e ultimo, i ricercatori imbarcati sulla GORDON GUNTER si occuparono di analizzare il registro sonoro di un gruppo di capodogli; dopo un attento rilevamento, gli ultrasuoni scelti sono stati oggetto di studio e, successivamente, di conferma per la teoria proposta secondo cui la profondità avesse un ruolo principale sulla frequenza dei click prodotti i quali tendono a trovarsi in un intervallo di frequenza più basso rispetto a quello ipotizzato, conseguenza imposta dallo status ambientale. In conclusione, le modifiche messe a punto dalle tre specie sono state utili per comprendere al meglio e in maniera più dettagliata il meccanismo di tale sistema, mettendo in evidenza l’eccezionalità del simil uso che questi animali fanno nonostante appartengano tutt’ora a generi differenti e al contempo siano stati sottoposti a pressioni evolutive comuni.
Ecolocalizzazione nei cetacei di scarpata profonda
GOTTA, CRISTINA
2022/2023
Abstract
L’obiettivo prefissato per l’elaborato è quello di studiare e comprendere il funzionamento del sonar responsabile del fenomeno dell’ecolocalizzazione nei mammiferi marini. Quest’ultimo è un privilegio che solo pochi cetacei posso vantare; infatti, è posseduto e utilizzato da uno dei due sotto ordini in cui si divide questo infraordine: gli Odontoceti. Essi sono legati caratteristicamente ai Misticeti in quanto condividono tratti evolutivi che sono stati ereditati da esemplari del genere Pakicetus ritenuti loro antenati ancestrali; di queste peculiarità alcune si sono mantenute nel tempo, mentre altre si sono modificate e vennero migliorate portando alla nascita di qualità esclusive che permisero la speciazione del clade. Il focus è puntato su cambiamenti e arrangiamenti che animali di scarpata profonda attuano al sistema di ecolocalizzazione per adattarsi alle varie condizioni imposte dall’ambiente esterno quali grandi pressioni e profondità elevate. Sono state prese in esame tre specie differenti con un proprio metodo di rielaborazione: tra cui esemplari di zifio (Ziphius cavirostris), alcuni di grampo (Grampus griseus) e altri di capodoglio (Physeter macrocephalus). Il cuore della tesi è sviluppato nei tre capitoli centrali: nel primo viene analizzato il repertorio acustico degli zifi sotto l’attenta supervisione di un’equipe di scienziati stanziati al largo del Golfo del Messico. L’ipotesi, avanzata e verificata da quest’ultimi tramite programmi informatici, ammette la possibilità da parte dell’odontoceta di creare dei chirps misti per orientarsi meglio corretti in base alle condizion esterne. Sono classificati come cinguettii subacquei nati da una combinazione di due tipi di click di ecolocalizzazione emessi durante le fasi di immersione, quindi nel momento della discesa (chirps downsweep) e della risalita (chirps upsweep). Nel secondo, per comprendere tale assestamento, gli scienziati collocati al largo delle coste del Portogallo usarono un approccio più specifico e maggiormente improntato alla selezione di timbri acustici emessi dai grampi, le cui caratteristiche variano a seconda della situazione passando dalla diffusione di click regolari a quella di click di foraggiamento. Il tempo di transizione tra questi due suoni può essere di due tipi, graduale o veloce, e viene prediletto maggiormente il secondo poiché più rapido. Grazie a questa svolta repentina, l’animale riesce a orientarsi in maniera eccelsa durante il ciclo di immersione. Nel terzo e ultimo, i ricercatori imbarcati sulla GORDON GUNTER si occuparono di analizzare il registro sonoro di un gruppo di capodogli; dopo un attento rilevamento, gli ultrasuoni scelti sono stati oggetto di studio e, successivamente, di conferma per la teoria proposta secondo cui la profondità avesse un ruolo principale sulla frequenza dei click prodotti i quali tendono a trovarsi in un intervallo di frequenza più basso rispetto a quello ipotizzato, conseguenza imposta dallo status ambientale. In conclusione, le modifiche messe a punto dalle tre specie sono state utili per comprendere al meglio e in maniera più dettagliata il meccanismo di tale sistema, mettendo in evidenza l’eccezionalità del simil uso che questi animali fanno nonostante appartengano tutt’ora a generi differenti e al contempo siano stati sottoposti a pressioni evolutive comuni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/157466